Costa Concordia, 14 gennaio 2012. |
Non si sa di preciso quale sia stata la dinamica della tragedia, ma la nave da crociera Costa Concordia sembra abbia cominciato ad imbarcare acqua poco al largo dell'Isola del Giglio la notte scorsa.
Potrebbe trattarsi, di errore umano come di un guasto tecnico, ma quello che salta subito all'occhio sono scoglio di granito conficcato nella chiglia e lo squarcio di circa trenta metri presente sul fianco sinistro della nave.
Vi starete certo domandando che cosa centri la punzicata con questo evento luttuoso e se per caso voglia mettermi a fare battute del tipo: "i dispersi erano tutti evasori di Cortina", oppure, "è una strategia del Governo per dare nuove commesse alla Fincantieri". Certo la tentazione sarebbe forte, ma anche i cattivi come me hanno un cuore e Costa Crociere è una compagnia della mia città natale per cui sarebbe senza dubbio un comportamento poco carino.
Quello che voglio fare, invece, è un breve salto nel passato con questo estratto da "Il Corriere della Sera" del 15 aprile 2011:
"La Corte d'Assise di Torino ha condannato a 16 anni e mezzo per omicidio volontario l'amministratore delegato della ThyssenKrupp Harald Espenhahn. Dopo 94 udienze per i familiari dei sette operai morti la notte del sei dicembre 2007 a causa di un incendio sulla linea cinque delle acciaierie ThyssenKrupp di Torino è stato il giorno della giustizia..."
"Al banco degli imputati, oltre all'amministratore delegato Harald Espenhahn, 45 anni di Essen, condannato per omicidio, c'erano anche Cosimo Cafueri, responsabile della sicurezza, Giuseppe Salerno, responsabile dello stabilimento torinese, Gerald Priegnitz, membro del comitato esecutivo dell'azienda, assieme a Marco Pucci, e un altro dirigente Daniele Moroni, accusati a vario titolo di omicidio e incendio colposi (con colpa cosciente) oltre che di omissione delle cautele antinfortunistiche. Per Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri, confermate le richieste dell'accusa: sono stati condannati a 13 anni e 6 mesi. Solo per Daniele Moroni la Corte ha aumentato la pena a 10 anni e 10 mesi, i pm avevano infatti chiesto 9 anni. È la prima volta che in un processo per morti sul lavoro gli imputati sono stati condannati a pene così alte..."
La sentenza richiamata nell'articolo è stata da molti definita storica ed ha creato in Italia un precedente che potrebbe far venire in mente a qualche giudice, se mai vi saranno indagini e qualora portino ad eventuali processi, di ritenere giusto condannare a numerosi anni di carcere chi doveva garantire le misure di sicurezza necessarie ai propri dipendenti, collaboratori e viaggiatori e non lo ha fatto per risparmiare qualche migliaio di euro.
Personalmente spero che tutto sulla Concordia fosse in perfetto ordine e che si sia trattato di enorme "sfiga" come testimonia anche questo video:
Dopo esservi toccati i coglioni vi invito ad un minuto di silenzio.
Dott. A.
Minuto di silenzio più che dovuto.
RispondiEliminaMelinda si che è una mia vera fan...
RispondiEliminastorica la sentenza della ThyssenKrupp e alla storia dovrebbero passare anche alcune dichiarazioni rilasciate, subito dopo la sentenza, dai vertici della società del tipo «ora sarà difficile lavorare in Italia».
Eliminaoppure le dichiarazioni di Confindustria: "solidarietà ai vertici della società"...
Elimina;)
EliminaOh, ma voi a dormire mai eh??
RispondiEliminaMa no sono sbagliati quegli orari...
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