giovedì 30 giugno 2011

Sapori estivi..

trenette con cozze e vongole
livello di difficoltà: - se ci riesce mia sorella..è un miracolo!-

INGREDIENTI: (per 2 persone..e sull'identità della seconda persona con cui ho mangiato questa pasta preferirei sorvolare!)

- trenette (ma vanno bene anche spaghetti)
- 250 gr tra cozze e vongole surgelate già pulite
- 4/5 pomodori maturi
- 1 spicchio d'aglio
- olio, sale, pepe
- prezzemolo tritato



Mettete in una padella due abbondanti cucchiai di olio, aggiungete lo spicchio d'aglio (ricordate di togliere l'anima così è meno forte) infilzato in uno stuzzicadenti così sarà più semplice individuarlo quando dovrete toglierlo, poi mettete le cozze e le vongole (io le avevo tolte dal freezer un paio d'ore prima), salate e fate cuocere a fuoco medio aggiungendo dopo qualche minuto un bicchiere di vino bianco.






In un pentolino fate bollire un po' d'acqua e immergeteci 2 o 3 pomodori (dipende se preferite più o meno sughetto). Togliete l'aglio. Quando vedete che la buccia del pomodoro inizia a rompersi toglieteli dall'acqua e in questo modo sarà più facile spellarli. Uniteli alle cozze e vongole e schiacciateli con una forchetta, aggiungete due bicchieri d'acqua per continuare la cottura.






In una pentola mettete l'acqua per far cuocere la pasta.
Al sughetto quasi pronto aggiungete due pomodori piccoli, crudi, tagliati a cubetti. Aggiungete un bicchiere di acqua di cottura della pasta e una spolverata di pepe.


Quando la pasta è quasi pronta fatela saltare in padella per qualche minuto senza farla asciugare troppo. Aggiungete il prezzemolo tritato (io l'ho dimenticato come potrete notare) e...









..BUON APPETITO!




martedì 28 giugno 2011

Sodoma, Gomorra e Vernazzola...


Amatissimi lettori,
Nonostante la malattia mi stia debilitando (vedesi comunicato n. 1 del 25 giugno), ho deciso di tornare in pista solo per voi e solo perché la realtà della nostra Italietta supera la fantasia del più perverso fumettista Hentai.
L'altro giorno è apparso su “La Repubblica” un articolo che vi invito a leggere prima di proseguire nella lettura: “Vernazzola, alcol e violenza alla festa nata su YouTube”.
L’articolo sembrerebbe accomunare, tra le righe, la festa tenutasi venerdì 24 giugno (Vernazzola vice) a generici episodi di violenza, schiamazzi notturni, disturbo della quiete pubblica, abuso di alcol e guida in stato d’ebbrezza. Si legge persino di una pattuglia di tutori dell’ordine piazzata “strategicamente” con oltre 100 fermati ed innumerevoli patenti ritirate.
Si legge poi di abitanti della zona esasperati da continue feste in spiaggia nonché di un episodio di violenza a danno di un ragazzo che, peraltro, non essendo riuscito ad entrare alla festa (occorreva una prevendita) stava ritornando a casa.
Non sono qui a fare l’avvocato dei ragazzi che hanno organizzato la festa ma ci sono comunque alcune riflessioni che vorrei fare:
-     - Perché accomunare un episodio di aggressione e pestaggio alla festa anziché ai diretti responsabili, dato che tutto sembra essersi svolto in un parcheggio vicino?
      - Perché accomunare episodi di disturbo della quiete pubblica, feste abusive e abbandono d’immondizia (che andrebbero regolarmente sanzionati) ad una festa privata, svoltasi in un’area circoscritta?
      - Perché la polizia municipale, se tiene tanto alla sicurezza, non offre gli alcoltest gratuiti al di fuori dei locali? E dov’erano i tutori dell’ordine mentre quel ragazzo veniva aggredito se non a fare l’ennesima attività da cassieri del Comune?
Per concludere aggiungerei che il riso fa buon sangue ed il divertimento è un diritto di tutti oltreché una potenziale fonte di reddito perciò, specie in una città ormai vecchia e polverosa come la nostra, cercare il muro contro muro con chi, specie se giovane e sprovvisto di capitali si mobilita per creare un piccolo evento è alquanto autolesionista nonchè profondamente ridicolo.
Un noticina di chiusura: in occasione della festa patronale di S. Giovanni oltre 5 mila fedeli capitanati da sua eminenza grigia il Cardianal Bagnasco, hanno invaso per ore le vie del centro. Leggittimo? Assolutamente, era manifestazione autorizzata. Ma non rompevano i coglioni agli abitanti? Certo che no loro lo facevano in nome del Signore. E la festa di Vernazzola? Peccatori. Peccato che i peccatori in questione paghino la pensione a tutti quei vecchi che reggevano la veste al Cardianal Bagnasco.
Perciò, prima di lamentarsi se ogni tanto un gruppo di ragazzi organizza una festa in mancanza di un’industria del divertimento degna di una delle Regioni più belle d’Italia, sarebbe meglio pensare che, se poi la "torta di riso" finisce davvero, resta solo l'altra specialità Ligure, ovvero, prenderlo nel culo, che potrà forse piacere al Cardianal Bagnasco ma, sarò all'antica, a me non pare una prospettiva allettante.
Quindi a tutti i liguri sgarbati che fanno scappare i turisti e a tutti i genovesi che mugugnano per una festa il 24 di giugno o per 40 metri di "Rambla" con 4 piante sofferenti, desidero dire un sentito: andatevene tutti a fare in culo!!!!
Dott. A.

lunedì 27 giugno 2011

Avrei anche la soluzione!

Premessa d'obbligo.
Il post che andrete a leggere è assolutamente ironico (mi auguro) e spero non turbi la sensibilità dei nostri lettori; ad ogni modo mi scuso per eventuali fraintendimenti.


La mia sana insofferenza latente riaffiora ogni volta che, trovandomi a passeggiare beato per strada, vengo rallentato e/o letteralmente bloccato da una "persona di una certa età" (nel prosieguo "vecchio") che, per una ragione alla stessa sconosciuta, passeggia noncurante delle persone che gli stanno attorno.
Questi soggetti sono vere e proprie insidie, anzi.
Fare lo slalom tra di loro è più difficile che evitare le merde dei cani. E poi, diciamola tutta, una volta pestata una merda si torna a casa, si becca il cazziatone della madre/fidanzata/moglie perchè sarà tenuta a pulire la scarpa e, sostanzialmente, finisce tutto lì. Giustificate invece ad un vecchio il fatto che l'avete scontrato.
Anzitutto darete loro un argomento di discussione, e mai dare ad un vecchio un argomento di discussione perchè:
1) non si capisce nulla quando parla, l'italiano è il più delle volte sgrammaticato e sconnesso;
2) non vi mollerà più!
Se vi va di culo, invece, vi susserete il solito e già sentito rimbrotto (parola imparata da "loro") "questi giovani d'oggi, non hanno proprio rispetto per nessuno!", e via discorrendo con luoghi comuni o frasi sentite nei telegiornali e ripetute a mò di pappagallo (strumento peraltro molto conosciuto dagli uomini di questa "specie").
Camminare per strada, insomma, è diventata un vera e propria corsa ad ostacoli.
Tra un vecchio che ondeggiante vi fa una finta destra e poi va a sinistra manco fosse il Ronaldo dei tempi d'oro, tra uno che puntando il bastone come il miglior Gustav Thöni in una discesa libera occupa 3/4 del marciapiede, tra uno che si pianta in mezzo neanche avesse visso la Madonna, beh, capite voi che una soluzione andrebbe trovata.
Ed io l'avrei anche trovata.
Altro che corsie riservate agli autobi (come li chiamano loro), corsie riservate ai vecchi!
Ma vi immaginate i marciapiede svuotati da queste carcasse ambulanti (e magari dai loro microcefali nipotini, altrettanto ingombranti e fastidiosi), liberi, vuoti, trotterellanti! Ah, che liberazione sarebbe.
Ebbene, quantunque dovessi candidarmi in qualcosa, come primo punto del programma (e considerati i programmi dei politici più "in vista" il mio è fin intelligente, e fatemi essere un po' fazioso ogni tanto) proporrò la liberazione del marciapiede!
Sarei curioso di leggere tra 50 anni, se mai ci sarò ancora, questa mia dissertazione e vedere se anch'io sarò "ondeggiante" quanto Ronaldo oppure "impeccabile" come Magoo.

sabato 25 giugno 2011

Comunicato 1: l'indisposizione del Dott. A.


Con sentito dispiacere, in-coscienza si vede costretta a comunicare che a causa di una forte indisposizione di natura tutt'ora sconosciuta, il sommo Dott. A. non potrà pubblicare la sua (in)consueta "punzicata".
Certi della Vostra comprensione, ci scusiamo per il disservizio.

Il Dott. A. vuole, inoltre, informarVi che, sempre a causa dell'indisposizione di cui sopra, non ha potuto partecipare ad un addio al celibato e gustarsi la panna montata delicatamente posata sul corpo di una graziosa signorina.

Uniti nel suo dolore, ci stringiamo in un forte abbraccio, certi che al suo ritorno troverà la forza di "punzicare" come e meglio di prima.

mercoledì 22 giugno 2011

Fantastic Mr. Fox


"Furbo, il signor Volpe", così scriveva Roald Dahl.
Da questa storia per bambini Wes Anderson ha tratto un cartoon spassosissimo, peccato che nell'era di Up e di altri successi Pixar, Fantastic Mr. Fox non abbia trovato l'attenzione meritata.
In realtà, la critica ed i dizionari hanno - ed era difficile pensare il contrario - a più riprese elogiato le gesta di questo quadrupede rossiccio la cui storia è più o meno la seguente.
Mr. Fox e Mrs. Fox vivono la loro tranquilla vita in una "casa per volpi", una tana, un buco sottoterra, chiamatelo come preferite.
La volpe però, si sa, è furba, scaltra e di indole cacciatrice. Alla nascita del loro primo figlio, tuttavia, Mrs. Fox strappa al marito la promessa di mettere da parte lo spirito animale - che troppi guai e rischi avrebbe potuto portare - per dedicarsi ad una più tranquilla vita di padre e giornalista.
Tutto sembra procedere al meglio ma Mr. Fox, stanco della sua mediocrità sotterranea, decide di fare (e far fare alla sua famiglia) il salto di qualità ed acquista una casa sotto un albero, con vista sulle tenute di tre fattori (rispettivamente allevatore di polli, allevatore di anatre ed oche e produttore di sidro -alcolico -).
L'idea di poter cominciare di nuovo a rubare e procacciarsi cibo riaffiora come, come, bah, scegliete voi il paragone; sta di fatto che con la complicità di un opossum squinternato, Mr. Fox non fatica a far fessi i tre fattori i quali, decisamente irritati dagli sberleffi subiti da una volpe, si organizzano per vendicarsi.
Il comportamento di Mr. Fox apre quindi la caccia alla volpe. Ma non sarà solo lui a subire l'ira dei fattori, tutto il regno animale che viveva tranquillo e beato la sua esistenza verrà coinvolto nella grande fuga dalle ruspe e carabine.
Il processo a Mr. Fox ha dunque inizio. Riuscirà il nostro eroe a fuggire ed a riconquistare la fiducia, persa, dei suoi amici/compagni di sventura?
Senza dilungarmi oltre, il film, a parer mio centrando in pieno il messaggio, pone il seguente problema.
Ogni persona ha una sua natura intrinseca, una sua inclinazione, che la spinge verso comportamenti ai quali non può, o non riesce, a sottrarsi; attorno a questa persona, tuttavia, ruota un "mondo" che da questi comportamenti non trarrà benefici, anzi.
L'interessato dovrà compiere una scelta, difficile: abbandonarsi all'indole o cambiare per il bene delle persone che gli stanno attorno.
A voi la decisione.
Tra personaggi strampalati (che non fanno altro che scavare e scavare), risate continue e la "supponenza e superiorità" della volpe, Wes Anderson ha riproposto una storia quanto mai attuale foriera di spunti di riflessione.
Da vedere assolutamente!

lunedì 20 giugno 2011

La favola della buonanotte

C'era una volta un ciccione effeminato che viveva in un castello dorato, si circondava di fusti palestrati e vestiva candidi abiti firmati ma poi in un lunedì sfortunato per bancarotta fraudolenta venne ahimè arrestato.

C'era una volta un calciatore che per arrotondare la pensione truccava le partite di pallone, scommetteva, infatti, oltre un milione e piangeva davanti ai giornalisti per farsi perdonare il buontempone.

C'era una volta una piccola fiammiferaia marocchina che ricevette la benedizione divina e compì tre miracoli la dolce ragazzina: divenne la nipote di Mubarak, provocò l'erezione di un ultrasettantenne e trovò una borsa piena d'oro quando non era neppure maggiorenne.

C'era una volta un imprenditore brianzolo sempre sorridente che divenne presidente del consiglio tre volte come niente. Fu processato da magistrati cattivi assai che però non lo condannarono mai. Ottenne sei volte la prescrizione e la legge fu riscritta a suo nome.

C'era una volta il bel Paese che ad ogni angolo aveva statue e chiese, ma della sua bellezza c'è ormai un pallido ricordo perchè la spazzatura lo ha reso tutto sporco. Per ripulirlo servirebbero uomini coraggiosi ma sono troppo distratti a guardare l'isola dei famosi.

Non resta che ci addormentarci e portare molta pazienza tanto c'è la punzicata di Dott. A. ogni settimana su "in coscienza"!

Buona notte a tutti!!

Che cossè la felicità?


"Che cossè l'amor" cantava (e canta) il buon Vinicio Capossela, beh, io mi chiedo che cos'è la felicità.
Vi racconterò cos'ho scoperto stamattina (17 giugno, nel caso dovessi posticipare la pubblicazione).
Dovete sapere che ho studiato giurisprudenza, mi sono laureato in tempo pur non con un gran votone (la reazione quando il prof., genoanissimo, mi ha detto che avrei preso 99 è stata la seguente: "ma no, su! Proprio il numero di Cassano!?", all'epoca giocatore della Samp), ho terminato la pratica forense e sono "in vista" esame, a dicembre (brrr!).
Ecco, boh!, che è decisamente più bravo di me, stamattina ha avuto l'esito del suo scritto del dicembre scorso.
Premetto che ieri sera eravamo ad un aperitivo assieme. Lui non era teso, di più; detto in parole povere, si stava letteralmente cagando addosso, comprensibile, capiterà anche a me l'anno prossimo di questi tempi.
Stamattina Amarillys, dopo aver visto i risultati, mi chiede: "vuoi sapere com'è andato "boh!"?".
A quella domanda il cuore ha iniziato a pulsare, a pulsare. Tu tum, tu tum. Chiaramente le ho risposto di si.
I pochi secondi che son trascorsi dalla mia risposta alla sua sembravano anni, mi son fatto mille pensieri. "E se non l'ha passato? Vorrà dire che studieremo insieme" (egoisticamente, meglio per me sarebbe stato, avrei avuto un tutor personale), "dai cazzo però, se non lo passa lui io manco lo do", "l'ha superato sicuramente!" e così via finchè il cellulare non ha vibrato di nuovo.
"boh! l'ha passato".
Sorriso a trentadue, trentasei quanti cazzo sono i denti non lo so e non mi interessa, comunque sembravo un ebete davanti alla finestra, fissavo il mare (momento poesia).
Stamattina ho capito che la felicità è tante cose, una di queste il poter gioire dei successi dei veri amici.
Venerdi 17?? Tiè!

sabato 18 giugno 2011

-OMISSIS-

E’ una splendida e calda giornata di giugno! Io e la mia amica T. decidiamo di andare al centro commerciale, hanno allestito un maxi schermo e fanno vedere la partita: Corea del Sud - Italia…-OMISSIS-…
Così iniziava il post che avevo intenzione di pubblicare oggi.
Oggi che sarebbe stato il nostro nono anniversario.
Avrei voluto raccontarvi come è iniziata..di quel giorno ricordo tutto, dal momento preciso in cui i nostri sguardi si sono incontrati ai dettagli più inutili (cosa indossavo o cosa ho mangiato a pranzo).
La delusione, però, è così tanta che vedere tutto scritto nero su bianco mi fa male; la delusione è così tanta da annebbiare i ricordi.
Non c’è nessun NOI da festeggiare, ma solo un IO.
Io che guardo avanti.
Io che alzo la testa e reagisco.
Io che cerco la mia strada.
Quindi, auguri a me! E a quelli che, come me, nonostante tutto, credono ancora nell’amore, quello vero. Quello che ti fa soffrire, che ti fa stare da dio, che ti sconvolge anima, corpo e mente e che non ti delude. Mai.

giovedì 16 giugno 2011

Playlist

(mi scuso per la lunghezza)

Da quando in qua una playlist, per essere definita tale, deve contenere necessariamente un alto numero di canzoni?
Fondamentale è invece la scelta su cosa "buttarci dentro". L'umore, lo status, il caso, sono solo alcuni degli elementi necessari per creare l'alchimia giusta, per costruire qualcosa che ti avvolga e ti faccia passare dai 3 agli infiniti minuti attaccato ai tuoi auricolari.
Nel mio iPod ho creato, forse, la più breve playlist della storia. Quattro canzoni sole solette sono costrette a ripetersi l'una dietro l'altra; unica concessione, un ascolto magari random.
Tutto è nato letteralmente sfogliando il novero di canzoni caricate.
Come spesso mi succede perdendomi nella scelta tra titoli, artisti, ed album, sono partito pigiando su "Brani", seguito da "Casuale". Devo ammettere che ogni tanto mi chiedo ancora: "ma che cazzo di canzone è questa? Di chi è? Ma chi ce l'ha messa?", ormai sempre più in balia della mia scarsa memoria; tuttavia, in questo marasma di note per ben 4 volte (e ciò non vuol dire che tutto il resto sia merda, sia chiaro) mi è capitato di pensare "ah, però!".
Chissà perchè Gomma dei Baustelle, Di sfuggita di Max Gazzè, A questo punto de Il Genio e All'una e trentacinque circa di Vinicio Capossela, in questo "momento storico" mi prendono così tanto. Bah.
Cercherò di spiegarvelo, e magari di capirlo.
Partiamo da Gomma.
Dei Baustelle ho già parlato (qui) e, quindi, non mi ripeto. La canzone, a modo suo, mi prende come poche (mi riferisco alla versione presente in "Sussidiario illustrato della giovinezza"; nel 2010 ne han fatto una nuova versione ed annesso video - vedi - a seguito della rimasterizzazione del disco). Il ritmo, l'accento al termine di ogni strofa, la sensualità della voce di lei (così almeno la trovo), tutti elementi che nel torpore dell'ascolto mi hanno svegliato, facendo accenedere la lampadina (dell'abat jour dietro il mio letto): creare una playlist con "colpi di fulmine". First target acquired.
Di sfuggita di Max Gazzè.
E' una di quelle classiche canzoni "sottovalutate" (e non si offendano i fan). Non è un singolo ed al primo ascolto di "Un giorno" magari la si mette da parte. Ma anche in questo caso mi sono fatto prendere dal sound e dalle parole: semplici, intuitive, forse banali è vero (non si ri-offendano i fan, Max Gazzè ha lasciato qualcosa anche a me e forse ne scriverò), ma sicuramente orecchiabili ed ammalianti. Second one chosen.
In un mio precedente post avevo detto che probabilmente avrei parlato anche de Il Genio. In realtà il secondo album non mi ha entusiasmato come il primo, devo ancora ascoltarlo quelle 20 volte e metabolizzarlo, si vedrà. A questo punto, infatti, è una traccia dell'omonimo (nel senso che si chiama "Il Genio") primo cd.
Cosa mi piace di questa canzone? Se lo sapessi ve lo direi. Il testo è logicamente incomprensibile (nel senso che la logica non aiuta), la voce di Alessandra Contini è talmente bassa che quasi è impercettibile, bisogna sforzarsi per capire le parole.
Eppure, eppure l'intro che sembra un pò l'Arriva la bomba di Johnny Dorelli, il passaggio che fa "tutto è stato è stato tanto, e se ho pagato non c'è resto, che ne pensi tu al riguardo?", quel sound ipnotico un pò anni '60, ecco forse cosa mi piace e cosa mi fa dire you are the third!
Ed ora arriva lui. Vinicio Capossela non è un cantautore, è un artista, non sarò il primo nè l'ultimo con "quest'uscita", ma è la pura verità (e "Marinai, Profeti e Balene" ne è l'ennesima conferma). Un suo concerto è un vero spettacolo (termine non usato nel senso di "meraviglia" ma propio di spettacolo).
All'una e trentacinque circa è per me un pò un simbolo. Ho sempre desiderato (con la complicità di Happy Hippo) bere in una sera tutto quello che lui canta in questa canzone. "Chimay, Bacardi jamaican rhum, White Lady, Beck's beer, Tequila Bum Bum, Dry Gin, Charrington, Four Roses bourbon" (e questo è solo il ritornello). Non ci sono mai andato neppure vicino.
La canzone è uno swing alla gioia del cantare. Divertente e mai stancante. Fondamentale.

Si accettano consigli per una playlist estiva!

(immagine tratta da http://www.scuolafurano.com/playlist.php)

mercoledì 15 giugno 2011

Se ci riesce mia sorella..

Questo é il criterio che userò per farvi capire se una ricetta é facile da preparare o no.
La sorella in questione é la seconda, io sono la terza e ultima, e diciamo che non la vedo proprio bene come concorrente alla prova del cuoco..quindi, se ci riesce lei andate sereni. Quando leggerete "se ci riesce mia sorella..é un miracolo" si tratterà di una ricetta di media difficoltà, vi sarà richiesta una maggiore dimestichezza o, meglio, un minimo di dimestichezza tra i fornelli, proprio quella che manca a mia sorella.
"Vorrei prenotare un tavolo per due" è quello che mia sorella farebbe se le chiedessi di preparare alcuni piatti che non posso dire che siano difficili, ma solo un po' più elaborati, anche perché a me piace cucinare, ma non sono di certo uno chef!
Fatta questa giusta premessa, partiamo con la prima ricetta!

Penne con pesto di pistacchi.
-Livello di difficoltà: se ci riesce mia sorella..-

Prendete mezza cipolla e tagliatela finemente (ho preparato la pasta per sei persone, quindi mezza cipolla ci voleva tutta..).
Fatela imbiondire in una padella con due abbondanti cucchiai di olio, aggiungete della pancetta tagliata a cubetti. Dopo due minuti bagnate con mezzo bicchiere di vino rosso, fatelo evaporare a fiamma alta.
Quando il vino è evaporato spegnete il fuoco, se vedete che la pancetta si sta colorando troppo spegnete prima.
Cuocete la pasta; a fine cottura scolatela e mettetela nella padella con la pancetta, mescolate un paio di volte a fuoco medio giusto per farla insaporire.
Spegnete il fuoco e aggiungete il pesto di pistacchi che consiglio di allungare prima con due cucchiai dell'acqua di cottura della pasta. Buon appetito!

Il pesto di pistacchi in vasetto lo trovate su internet, a me lo ha portato un amico dalla Sicilia (insieme alla crema di pistacchi come da foto) e per le followers di Genova potete acquistarlo anche da "Don Cola" in Via Cesarea. Io l'ho aggiunto alla pasta senza farlo cuocere perché il pesto cotto, un po' come quello alla genovese, non mi piace.
Naturalmente su internet trovate anche la ricetta per farlo a casa, ma in questo caso si passerebbe al livello di difficoltà successivo sempre utilizzando come criterio le capacità culinarie di mia sorella che, come avrete intuito dalla facilità della ricetta proposta, sono ancora in fase di sviluppo..un merito glielo devo riconoscere però, sa fare una pizza straordinaria e non è quella surgelata, ve lo giuro!

lunedì 13 giugno 2011

L'Ile de Porquerolles

Per il ponte del 2 giugno si è deciso di andare ad esplorare il "fantastico mondo dell'Ile de Porquerolles" (che per chi, come me, non ne avesse mai sentito parlare altro non trattasi se non di un'isoletta in Costa Azzurra, qualche chilometro dopo Saint-Tropez, giusto per intenderci).
Partiti con i buoni propositi, fin da subito ci si è resi conto che qualcosa sarebbe potuto andare storto.
Non appena superato il confine, infatti, la situazione meteorologica era più o meno la seguente:

Che dire, sembrava più di dover andare a trovare la bella Nessy in quel di Lochness.
I nostri eroi non si sono comunque scoraggiati ed il viaggio è proseguito con convinzione, e con una doverosa tappa a Cannes, dove ci si è resi conto che la ricchezza è qualcosa di meraviglioso ma che, purtroppo, per nulla ci appartiene (per ora!).
Ridimensionate le nostre velleità ci siamo sistemati nel nostro bellissimo e spaziosissimo bungalow sull'istmo di terra che collega la terraferma, appunto, a Giens, porticciolo da dove partono i traghetti-ni.
Ecco, per completezza aggettiverei il bungalow anche con "silenziosissimo"; per spiegarmi mi tocca svestire i panni di uomo di classe e rivelarvi che anche solo una sibilante flatulenza avrebbe svegliato l'intero campeggio.
Ad ogni modo, grazioso.
La sera stessa del nostro arrivo, cena a Saint-Tropez, giusto per non farci mancare nulla, tra un'entrecote, una tartare e delle cozze scivola giù un buon vinello fresco.
Forse gli effetti del troppo rosè hanno indotto in errore, il mattino seguente ed in prossimità del traghetto per l'isoletta, un membro del gruppo che - anche per l'eccessiva ed ingiustificata fretta mossagli dalla fidanzata - ha omesso di comprare delle racchettine da spiaggia di ottima fattura, costringendosi poi a rimediare con un manufatto molle e di difficile gestione con l'effige del cartoon "Cars" (il cui costo è stato prontamente omesso).
Insomma, "sfigati patentati" giusto per fare un po' una rima. D'altronde, con in mano cose del genere cosa c'è da aspettarsi?


C'è da dire, comunque, - e quindi dico - che l'isola è bellissima ed incontaminata, non peraltro la si girava con queste (per il commento tecnico e suggerimenti chiedere al Dott. A., lui sì, a differenza nostra, esperto):


Le spiagge di sabbia finissima e bianca e l'acqua cristallina giustificano un paragone con le bellezze della nostra Sardegna.
Ad ogni modo, giusto per non smentirmi, tra un bagno nell'acqua fredda, una partita coi fake racchettoni ed una baguette avec jambon (con complimenti sulla pronuncia) ou chevre, sono riuscito a fare il tipico smarrone da italiano.
Vedo in acqua un tizio con un volto non nuovo, sicuramente incontrato nei caruggi genovesi. Mi rivolgo verso la mia ragazza e le dico, a voce moderatamente bassa, testuali parole: "questo qui è di Genova!".
Giusta guisa sento rispondere "si si, siamo di Genova". La voce che fuga il dubbio però è strana, non conosciuta, infatti a confermare la mia tesi era non la mia ma la sua ragazza che avevo praticamente a fianco. La mia, invece, mi scruta, mi guarda, mi fissa come a dire "cheffiguradimmerda!".
Passata dunque la parte "soleggiata" della giornata, le altre sere sono trascorse cenando nella pianobareggiante piazza di Hyeres e nella ridente Giens; entrambe non il massimo - a parer mio -, anche se il ristorante della seconda era molto carino e con francesi incredibilmente simpatici (e cordiali).
Per la mattina di domenica era invece in programma un tuffo nelle vicinanze del delizioso campeggio e poi rotta verso Genes. Era.
Già dalla sera di sabato, infatti, un discreto temporale aveva cominciato a far martellare goccioloni di pioggia sul tetto della struttura in plexiglas (mi correggano gli ingegneri se sbaglio). Il mattino seguente, idem.
Decidiamo dunque di fare una tirata verso casa per evitare anche il traffico del rientro. Risultato: 1) ci siamo portati in Italia il temporale a mò di nuvola Fantozziana; 2) abbiamo puntualmente beccato il traffico del rientro.
Grazie ad una intuizione geniale dell'autista e della co-pilota (devo dire dal sottoscritto osteggiata), abbiamo percorso l'Aurelia da Albenga a Genova in circa 2 ore, evitando così (per miracolo, culo e parte intuizione) ben 6-7 ore di coda in autostrada, i cui costanti aggiornamenti ci giungevano - come i gol di una domenica calcistica - da Isoradio, dei veri "sfigati confermati" (per riprendere la rima).
Conclusione dell'avventura: l'Ile de Porquerolles merita decisamente; per chi si trova ad ovest d'Italia è anche una meta non troppo distante. Consigliata però per una tre giorni, una settimana è forse un po' troppo.
Ah, già, non ho pubblicato neanche una foto dell'isola. Rimedio con questa e rinvio qui (vedere e leggere per credere).


Au revoir.

giovedì 9 giugno 2011

Prima uscita da single, tra single.

Accetto l'invito di mia sorella.
Non posso trascorrere un altro sabato sera a casa a deprimermi! E poi mi ha detto che sarà una serata tranquilla, andiamo con una sua amica a bere qualcosa, due chiacchiere, probabilmente ci saranno amici di amici e poi tutti a casa. Mi farà bene distrarmi!
Inizio a prepararmi: il tempo é brutto, ho le gambe bianche come mozzarelle e decido di mettermi i pantaloni lunghi, una maglia che cade lasciando scoperte le spalle, cintura abbinata a comode ballerine.
Andiamo in macchina con l'amica di mia sorella che indossa un grazioso abitino blu, giacca abbinata e tacco 18..inizio a sentirmi a disagio..conoscevo già questa ragazza, simpatica, mi mette subito a mio agio anche se l'argomento principale in macchina é stato..uomini!!!
Arriviamo a destinazione e andiamo in un primo locale, ci uniamo al tavolo con un amico di mia sorella, già lì con un suo amico. Vengo immediatamente distratta dal programma che stanno trasmettendo sul maxi schermo del locale, una partita dell'NBA e il pensiero va dritto dritto, senza un cenno di rallentamento a lui, accidenti!!!

Tra una chiacchierata e l'altra (tra cui i problemi sentimentali di ciascuno di noi!!!) mi soffermo sul continuo sfilare di donne e ragazze (in alcuni casi ragazzine!) vestite in modo un po' appariscente, diciamo, e non proprio comodo come era invece il mio abbigliamento.. i miei piedi infilati nelle loro ballerine si spostano automaticamente sotto la sedia e la sensazione di essere un pesce fuor d'acqua inizia ad insinuarsi in me.
Poi arriva la proposta, buttata lì così, andare a ballare!
Dico subito che non sono dell'umore (e nell'abbigliamento) adatto; mi sento rispondere: "ma sai spesso succede che le cose fatte controvoglia alla fine si rivelano le più divertenti".
Ed un coro di consensi inizia a levarsi dopo questa banalità.
Ora, se ti dico che non ne ho voglia credi di farmi cambiare idea con la tua psicologia spicciola? No, a farmi cambiare idea è stato il fatto di non avere alternative, tutti andavano a ballare ed io e mia sorella eravamo in macchina con l'amica! (e questa è stata la fortuna di mia sorella che a ballare, invece, voleva andarci!)
Avete presente quella strana sensazione che si prova a capodanno quando ci si deve divertire per forza? Ecco, mi sono sentita così. Con la differenza che non mi sono neanche sforzata di divertrmi, sono rimasta seduta su un divanetto con i piedi che, comodi nelle ballerine, tenevano timidamente il tempo della musica.

Si siede accanto a me un ragazzo del gruppo, non proprio amante della discoteca.
"Non porti mai i tacchi?"
Ed ecco che i piedi smettono di tenere il ritmo e piano, piano si ritraggono.
"Si, li porto, ma stasera non pensavo di venire a ballare.." mi giustifico io, chissà perché poi.
"No, ma va bene così, sei più particolare."
Volete dirmi che la mia assoluta incapacità di mettermi in mostra ("essere espansiva" direbbe qualcuno) é stata scambiata per volontà di essere diversa dalla massa?! Non male come pensiero.. peccato che la prossima volta metterò i tacchi.. e quella volta si improvviserà una grigliata in spiaggia, lo so già!
Iniziamo a chiacchierare con la speranza di far passare il tempo almeno in compagnia..ma ben presto capisco che a parlare sono i mojito che ha bevuto..inizia a farfugliare qualcosa sulle donne con i "trampoli", sui gay che ballano in discoteca e su un rapper che "come fai a non conoscere?! é della tua zona!"
Arrivo a casa alle 4.30.
Mi metto a letto e inizio a piangere: perché non mi sono divertita? che mi è successo?
Risposta: non era la serata che mi aspettavo e che volevo; non ero sufficientemente spensierata per buttrami in pista e ballare il waka waka. Poi non ero con i miei amici, ma con persone mai viste prima, simpatiche, nulla da dire, e rispettose del mio umore nero (a nessuno é venuto in mente di tascinarmi in pista per fare il simpaticone, la mia faccia esprimeva chiaramente le conseguenze che avrebbe avuto prendere un'iniziativa del genere!), ma mi sentivo comunque inadeguata.
La serata è andata male solo per colpa mia.. come posso comportarmi da single se ancora non accetto l'idea di esserlo? Mi manca ancora troppo la mia perfetta (evidentemente solo per me) vita di coppia. Mi manca ancora troppo lui.

Il giorno dopo racconto la serata alla mia amica T. e le confesso che vedere certi personaggi come donne che potevano essere mia madre con abiti inguinali, tacchi alti, ballare le canzoni della Carrà (sì, hanno messo anche quelle) mi ha messo un po' di tristezza come anche l'esagerata quantità di uomini in "età matura" single o perché separati (la maggior parte) o perché marpioni di natura.
Lei mi risponde:"ci sono sempre stati, ma adesso non si nascondono."
Ed io rifletto: diventerò una di quelle single, non per scelta, che si chiederà perché non riesce a trovare l'uomo giusto? Che si chiederà perché i ragazzi della sua età non si vogliono impegnare e quelli più grandi regrediscono all'adolescenza? Quante serate così, giusto per non stare in casa, dovrò ancora trascorre prima di capire qual é la mia strada?
Oh. Mio. Dio.

martedì 7 giugno 2011

Anonimo Federica: scommettiamo che?

Dopo il successo di Lettera da Londra, siamo lieti di dare nuovamente spazio ad una nostra assidua e fedele lettrice in un commento piccato e pungente (tanto da fare concorrenza alla nostra rubrica più seguita) sul "calcio moderno".


Scommettiamo che..
No, lo dico subito, in questo post non parlerò nè di Fabrizio Frizzi nè di Milly Carlucci.
La mia riflessione di oggi è dedicata al cosiddetto "scandalo scommesse" esploso nei giorni scorsi.
Premesso che io non credo in un secondo scandalo genere 2006, le combine (e le conseguenti scommesse) ci sono sempre state e ci saranno sempre.
Il calcio è forse lo sport, almento in Italia, in cui girano più soldi, e dove ci sono più soldi, si sa, c'è sempre il marcio. Vogliamo credere che tutti i risultati scontati delle ultime giornate di campionato siano frutto del caso? O vogliamo pensare che tutte le sviste arbitrali a favore delle cosiddette grandi siano pure combinazioni? Io personalmente non sono sconvolta da questo nuovo caso scommesse, perché non credo che il calcio in Italia, di cui sono grande appassionata, sia uno sport onesto e pulito. Quello che mi da realmente fastidio è vedere tutto questo ammasso di giocatori / ex giocatori, se così li si può definire, che per sbancare il lunario, dal monento che non sono in grado di fare al tro nella vita, lucrano sulle passioni degli italiani.
Prendiamo il caso di Beppe Signori, un giocatore passato agli onori della cronaca solo per un fantastico assist a Roberto Baggio durante Italia-Spagna e per i suoi chili di troppo quando giocava (??) nella Samp, che si è ritrovato in manette colpevole di aver guadagnato illegalmente soldi scommettendo su partite truccate e dichiara a tutta Italia: "abbiate pietà!". Il suo avvocato ha riferito l'estraneità dei fatti del suo assistito, colpevole solo di essere amico con gente che pratica questo tipo di scommesse (...............).
Io dunque dovrei avere pietà di Beppe Signori? Di un uomo che non ha trovato meglio da fare nella vita che guadagnarsi da vivere scommettendo su partite truccate sulle quali migliaia di tifosi, ignari, hanno prima pagato il biglietto, e poi sofferto, gioito e, aihmè, talvolta anche pianto? Come ha detto una volta Sgarbi nei suoi deliri televisivi "la pietà teniamola per qualcun altro che soffre veramente".
Quest'estate non ci sarà nessuna Coppa del Mondo a nascondere questo scandalo, almeno vi prego, Signori, Bettarini, Doni, davanti alle telecamere evitate dichiarazioni penose, abbiate pietà di noi.

Anonimo Federica

lunedì 6 giugno 2011

Darren Aronofsky & Me

Eclettico, geniale, palloso, visionaire, definitelo un pò come volete.
A mio avviso rimane semplicemente Darren Aronofsky, regista americano dalle idee sofisticate ed a volte incomprese (perfino da me, boh).
Il mio primo contatto visivo risale all'estate 2000. Su Sky (o l'allora TelePiù, non ricordo), all'1 di notte circa, io ed un mio amico ci imbattiamo in una scena di un film in bianco e nero dove un tizio sta per conficcarsi con una tranquillità disarmante un trapano in testa.
All'epoca avevo 16 anni e quando ho assistito alla scena la mia beata incoscienza mi ha fatto pensare: "ma che cagata è?!". Tuttavia, da buon amante delle cagate, mi sono ripromesso che quel frame avrebbe meritato maggiore coscienza; quel film è diventato per me un vero e proprio cult.
Per chi non avesse capito, e credo tutti, sto parlando di Pi-greco - il teorema del delirio, film d'esordio di Aronofsky del 1998.
In quel momento, però, non mi sono particolarmente interessato su chi fosse il regista e solo dopo aver visto The wrestler (a mio avviso suo miglior film, con un Mickey Rourke stratosferico), ho scoperto, manco fosse stata l’acqua calda, che l'Aronofsky di The wrestler è proprio lo stesso di Pi-greco (ma dai).
Trovato dunque il collegamento mi son detto "perchè non guardarmi un po' tutti i suoi film(s)"?
Così, a ritroso anche se nono proprio in ordine, ho cominciato da Requiem for a dream passando per Black Swan e finendo con The fountain - L'albero della vita.
Credo di non sbagliare nel dire che la drammaticità e le situazioni borderline sono il filo conduttore di ogni suo film. Lo spettatore è chiamato a non assistere passivamente alle scene, bensì a seguirle accuratamente, comprenderle ed analizzarle, entrare nel film e nel personaggio che le compie. Non hai intenzione di fare così? Aspettati solo il buio cosmico (e non quello a cui pensa Boh!).
In poche parole, ciò che si vede, non è lì per caso.
E così si comprendono quei minuti in cui Mila Kunis si accinge ad avere un rapporto orale con Natalie Portman (oscar come miglior attrice protagonista) in Black Swan, la “pelata” di Hugh Jackman e le sue ossessioni nel tentativo di strappare alla morte la “sua” Rachel Weisz in The fountain, la crudità pura di alcune scene di Requiem for a dream (bellissima Jennifer Connelly). Il messaggio deve arrivare, no? Il buon Darren, in questo senso, non bada troppo al sottile.
Conclusione: consigliato! Se non capite (come èsuccesso anche a me) non è colpa sua, il senso di ogni cosa c’è, basta trovarlo con la dovuta attenzione.
Ultima nota: sarà il prossimo presidente di giuria al Festival del Cinema di Venezia, attendiamo.

domenica 5 giugno 2011

Dire SI è roba di Destra!!!

Amabili lettori de "La Punzicata", oggi mi rivolgo a quelli di voi che, come il sottoscritto non sono di sinistra, ma che, a differenza mia, pensano di votare NO (oppure di astenersi) nel referendum di settimana prossima.

Il 12 ed il 13 giugno si voterà, infatti, per un referendum che riguarda energia nucleare, privatizzazione dell'acqua e legittimo impedimento.

Il referendum è stato principalmente promosso dalle opposizioni ed è osteggiato dal Governo in carica, ma c'è un particolare che secondo me sfugge ai più, ovvero, che, da un po’ di tempo, la politica è diventata una partita di calcio.

Si tifa per una formazione o per l’altra, ma questo referendum è una questione di buonsenso e vorrei chiarire alcune cose argomento per argomento:

1. Nucleare: chi l’ha detto che parlare di energia pulita è roba da comunisti o mezze seghe alla Pecoraro Scanio? Si possono fare milioni di euro con le fonti rinnovabili e questo perché i combustibili fossili hanno fatto ormai il loro tempo e costano cari. Il nucleare, invece, non è sicuro, lo abbiamo visto in Giappone poco fa e l’Italia è un Paese a forte rischio sismico. Servono innovazione e progresso che facciano bene al mercato per produrre reddito. Europa ed America devono tornare ad avere la leadership sui mercati mondiali ma non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo, arricchirci a discapito della nostra salute e sicurezza. I milioni possono provenire anche dal sole e dal vento e grazie alla ricerca anche le Maserati potrebbero correre a 350 km/h con un motore elettrico (e le veline ci salirebbero lo stesso). Vi pare un discorso di sinistra?

2. Acqua: Chi l’ha detto che tutto è privatizzabile? L’acqua potabile è un bene primario ed è un patrimonio di tutti, come i monumenti, le aree boschive o l’aria che respiriamo e deve restare di tutti. Vi sono infiniti settori dove investire, speculare e guadagnare, l’acqua serve solo per bere e lavarsi, lasciamola al suo posto e riduciamo le inefficienze della gestione pubblica.

3. Legittimo impedimento: se Silvio Berlusconi morisse domani di ictus e diventasse Premier un Massimo D’Alema qualunque, vi farebbe piacere sapere che questi potrebbe godere di una forma (seppure blanda) d’impunità? A me no di sicuro. Quindi cari i miei camerati di destra e cari i miei berlusconiani convinti, pensate al futuro e ricordatevi che Berlusconi è vecchio (74 anni) e morirà un giorno come tutti noi. Quell’impunità che desiderate per lui oggi, invece, potrebbe restare per sempre finendo in mano a qualche comunista in cachemire, rivelandosi così un boomerang per l’Italia di domani. Pensateci...

Perciò: SI SI SI SI

Dott. A.

giovedì 2 giugno 2011

No Vasco, no Vasco, non ci (ri)casco!


Spinto da grande sentimento di riconoscenza nei confronti di colei che mi ha messo al mondo, il giorno della "festa della mamma" decido di regalare ad ella medesima il cd di uno dei suoi miti ("eh... già" giusto per farvi subito capire di chi sto parlando).
Me medesimo, comunque, è anch'ello (la smetto, la smetto di scrivere come un deficiente, tranquilli) un fan del rocker di Zocca. Ma un fan che ha preso coscienza ormai di un fatto: Vasco è alla frutta.
Non concepisco, generalizzando il discorso, chi per semplice ed ostinata idolatria possa continuare imperterrito a ficcarsi delle fettazze di Parmacotto (Parmacotto s.p.a., per il solo fatto di aver citato uno dei tuoi prodotti abbi quantomeno il buon gusto di sovvenzionare in-coscienza) sugli occhi anche quando i risultati ottenuti dall'idolo in questione sono, obiettivamente, scarsi.
Per mero spirito di curiosità ho comunque inserito nel lettore cd della mia cinquecentina il cd incriminato.
"Apriti tettuccio! "(ehm, purtroppo non è apribile, azz!)
Una schifezza, ma così schifezza, non credo di averla mai sentita.
E vi assicuro che per dirlo io che, pur non essendo il più sfegatato dei fans, ho visto 3 concerti (ad uno sono addirittura arrivato davanti ai cancelli alle 11.15 quando aprivano alle 16.00), ho tutti i cd, andrei a risentirlo, vuol dire che effettivamente "fa schi..., ehm, fa caga..., per essere educati diciamo che non è molto" bello.
Questo per dirti, eh no Vasco!
Ci son cascato con "Stupido Hotel" (escludendo "Siamo Soli"), ci sono cascato con "Buoni o cattivi" (escludendo "Buoni e cattivi" ed "Un senso"), ci son cascato con "Il mondo che vorrei" (escludendo l'effettivamente bellissima "Il mondo che vorrei"), l'ultimo l'ho comprato solo per fare una cortesia a mia madre, il prossimo - se mai ci sarà - lo scarico, alla facciazza tua!!
(faccina sorridente)


Per i veri intenditori, qui una b-side di "Eh... Già".