sabato 28 dicembre 2013

Piccole considerazioni invernali del Dott_A

Come diceva Ken il Guerriero: quest'uomo è morto ma ancora non lo sa!
In queste allegre giornate natalizie, fatte di regali, intemperie e famiglie che non possono più permettersi nemmeno il panettone, sarà senz'altro passato anche sui vostri teleschermi questo simpatico spot, patrocinato dal Ministero della Salute, che vede protagonista Ricky Tognazzi:
Come avrete visto, quel simpatico guascone di Ricky, in tenuta rossa natalizia, cerca di insegnare agli italiani come starnutire in modo da non diffondere il temuto morbo influenzale coprendosi la bocca con astuti movimenti di braccia.

Alla luce di tutto questo permettetemi una piccola considerazione, cattiva, ma piccola. Permettetemela perchè questo squallidissimo spot (ovviamente pagato con i soldi dei contribuenti) è l'immancabile specchio del Paese, o meglio, di come lo vedono i pezzi da novanta che trascinano i loro corpi flaccidi nei corridoi dorati dei palazzi di Roma. 

Il messaggio, infatti, è chiaro: "voi italiani senza di noi non sapete manco soffiarvi il naso e per questo continuiamo a prendervi per il culo come e quando vogliamo...".

Orbene, dopo la piccola considerazione, permettetemi anche tre piccoli consigli per curare l'influenza, quella vera, che ammorba il paese da oltre 30 anni:
  1. Ricky Tognazzi: vattene a fanculo, tuo padre e la supercazzola si stanno rivoltando nella tomba;
  2. Caro Ministro, cari Parlamentari, esimio Governo: anzi che spendere il denaro pubblico in squallidi spot tagliate gli sprechi e riformate la sanità garantendo un servizio dignitoso a tutti gli italiani che necessitano delle strutture ospedaliere;
  3. Cari italiani: quest'inverno, ormai forti dei consigli di Ricky, conservate accuratamente tutti i fazzolettini pieni di moccio, fatene una bella palla e speditela con raccomandata A/R al: "Ministero della Salute Viale Giorgio Ribotta, 5, 00144 Roma" alla cortese attenzione del "Ministro Lorenzin". 
Con questi tre semplici consigli sono sicuro che supereremo l'inverno in perfetta salute e a testa alta.

Buone Feste a tutti!

Dott_A


martedì 10 dicembre 2013

Cerca di capire. Non puoi più stare a guardare

Gli eventi di questi giorni non possono restare una semplice notizia.

Quando ascolti la radio mentre ti sposti al lavoro e quando accendi la TV in cucina, fermati a pensare.

Fermati a pensare e cerca di capire anche se ora sei felice.

Cerca di capire anche se la vita è stata generosa con te e senti che al tuo spirito non manca nulla.

Cerca di capire anche sei benestante e forse, grazie al tuo benessere, hai anche guadagnato dalla crisi.

Cerca di capire anche se sei molto giovane e credi che certe cose non ti riguardino.

Cerca di capire anche se ormai sei alla pensione e l'Italia in cui hai vissuto non assomiglia nemmeno un po' a quella in cui ti trovi ora.

Cerca di capire anche se hai vissuto un'intera vita di privilegi ed intendi spendere il tuo tempo pensando solamente a te stesso.

Cerca di capire, soprattutto, se quello che vedi non ti piace.

Cerca di capire perché tutti dobbiamo prendere coscienza di quello che sta accadendo in questi giorni e, se hai coscienza, questo è il posto giusto per saziarla.

Il Paese ha problemi profondi ed è per questo che da giorni migliaia di cittadini manifestano liberamente la loro insoddisfazione in ogni parte d'Italia.

Dall'altro lato però c'è una classe politica disonesta e bugiarda. Uomini e donne che non hanno alcun rispetto del loro prossimo e cercano solo il proprio arricchimento personale. Talmente arroganti da negare la crisi, talmente irresponsabili da spendere mesi e mesi a discutere degli interessi personali di un solo uomo o dei propri segretari di partito. 

Contro tutto questo capire è il minimo che ognuno di noi possa fare.

Se non lo vuoi, se non te la senti e pensi che non faccia per te, non sei obbligato a scendere in piazza, non sei obbligato a manifestare e non devi schierarti. Però, puoi capire e se capirai avrai già fatto molto e saprai stare dalla parte giusta.

Dott. A.

28 anni 

Genovese 

Incazzato









mercoledì 4 dicembre 2013

Bruxelles: cosa vedere, dove mangiare e bere (seconda parte).

In vista del periodo natalizio, se state pensando ad un viaggio, vi consiglio Bruxelles, posso solo immaginare quanto sia bella vestita a festa!

Rimandandovi qui per la prima parte del nostro viaggio, adesso vi racconto cosa abbiamo visto il secondo giorno.. sapendo che sarebbe stato l’ultimo a nostra disposizione per visitare la città, avendo deciso di andare a Bruges il giorno successivo, abbiamo visitato diversi quartieri di Bruxelles aiutandoci anche con i mezzi (il biglietto della metro costa 2 euro, ma non ricordo per quanto tempo è valido. Io, comunque, vi sconsiglio di fare abbonamenti giornalieri o altro perché se avete un po’ più di tempo di noi potrete girare la città a piedi, senza problemi).

Partendo da Grand Place, attraversate les Galeries Saint Hubert, percorrete Rue d’Arenberg e non potrete non notarla, la cattedrale..




Da qui, a piedi, abbiamo raggiunto il primo quartiere che abbiamo visitato: Marché aux Poissons.
Da vedere c’è la chiesa di Saint Catherine (non visitabile all’interno perché chiusa)


è quella che vedete in fooondo

ma la zona ci è stata consigliata sia dal ragazzo del b&b, sia dalla guida perché famosa per i moules (le cozze) che potrete mangiare nelle pescherie che, all’ora di pranzo, si trasformano in piccoli bistrot e preparano il pesce che vendono. Noi ne abbiamo trovata solo una, in realtà, e la noterete subito perché all’esterno, ma adiacente, c’è questo piccolo banco e il proprietario, spagnolo, vi preparerà il pesce che avete ordinato cucinandolo alla piastra con verdure e condimenti vari o fritto. Le cozze erano davvero ottime!


Da Place Saint catherine abbiamo preso la metro (linea 1) e siamo scesi a Parc (terza fermata), ci siamo incamminati verso Port de Namur e abbiamo iniziato a percorrere Chaussée d’Ixelles: è una grande via, centro commerciale di Bruxelles, dove troverete i negozi che solitamente ci sono nelle grandi città (H&M, zara, ecc..). Noi, all’altezza di Rue de la paix, ci siamo inoltrati nelle piccole vie parallele fino ad arrivare alla chiesa di saint Boniface e poi, attraversando il quartiere africano, ci siamo riimmessi nella strada principale, destinazione: il quartiere Flagey.

(Prima, pausa caffe, la camminata iniziava ad essere impegnativa!)

Ora, Flagey è una bella zona della città, residenziale, che in parte si sviluppa sulle rive di un lago che permette una bella passeggiata, ma, se alcuni amici non ci avessero detto che nella pizza c’è il chioschetto con le frites più buone di Bruxelles, molto probabilmente non ci saremmo andati. Ahimè il chioschetto era chiuso (che il lunedì sia giorno di chiusura? Nel dubbio, andateci di martedì..) 




Avendo a nostra disposizione ancora metà pomeriggio, decidiamo di andare a visitare il quartiere europeo spinti, non tanto dalla curiosità di vedere il cuore politico dell’Europa, quanto dalla voglia di assaggiare le frites migliori di Bruxelles, secondo la nostra guida e tripadvisor. In Place Jourdan troverete, infatti, Maison Antoin. E sì, le frites erano davvero buonissime.. alla faccia del chioschetto a Flagey, tiè! 
Il quartiere europeo non ci è piaciuto particolarmente perché troppo moderno e molto probabilmente neanche gli abitanti della città lo amano particolarmente: sulla guida abbiamo letto che il palazzo sede del Parlamento Europeo, per la sua forma, viene paragonato alla confezione di un formaggio! 

Ripresa la metro, siamo rientrati al b&b.

Ultimo consiglio su cosa vedere: il Museo del Fumetto (Centre Belge de la Bande Dessinéè), si trova in Rue Des Sables (per raggiungerlo prendete come punto di riferimento e di partenza la Cattedrale), davvero bello e ve lo dice una che di fumetto non ne sa nulla..













Adesso passiamo ad alcuni consigli su DOVE MANGIARE:

- "la fin de siècle": rimane nella zona di Sait Géry (sicuaramente la più bella e viva della città nelle ore serali) praticamente la strada che rimane davanti al palazzo della borsa e non potete non andarci! Fanno piatti tipici della cucina belga e, quindi, soprattutto, carne. Io ho mangiato una carbonnade - una specie di spezzatino - davvero ottima! 

- nella stessa zona troverete molti locali di cucina orientale o etnica (la nostra guida consiglia quello etiope), noi la prima sera abbiamo mangiato ad un ristorante thai di cui non ricordo il nome, ma che rimane sempre nel quartiere di Saint Géry e ci siamo trovati molto bene;

- "nuetnigenough": diciamo che non vieni a mangiare qui per la simpatia dei camerieri, ma perchè la cucina è buona (meno di quella del primo locale consigliato), ma da provare.

- frites e waffel OVUNQUE e fino a star male!ah quanto mi mancano..




Io vi sconsiglio, per mangiare, la zona che rimane a metà de les Galeries Saint Hubert (Rue des Bouches) perchè ci sono i tipici locali da turista. 


..E BERE:

- la birra, cosa ve lo dico a fare, la troverete in ogni locale, bar, pub, ristorante, bistrot della città e ne berrete molta perchè è buonissima (ah, quanto mi manca..), nella zona in cui vi ho sconsigliato di andare per mangiare troverete, invece, il consigliatissimo Delirium Cafè con la sua vastissima scelta di birre; 



- sia perchè fa un vino aromatizzato ottimo (andateci a stomaco pieno va..), sia perchè il locale é bellissimo dovete andare al Goupil le Fol nelle vicinanze di Grand Place e credo sia l'unico posto della città o di tutto il Belgio che ha 4 o 5 birre..




Direi che su Bruxelles vi ho detto tutto, pronti a partire per Bruges?

venerdì 8 novembre 2013

AhiAmsterdam!


Devo raccontarvi di come ho trascorso i miei quattro giorni ad Amsterdam di due weekend fa (forse tre se pubblico questo post lunedì).
A prescindere dalla necessità di un bravo matematico per capire quando sono andato, in realtà non vi parlerò poi così tanto della mia gitarella nella città dei tulipani e delle zoccole (o degli zoccoli?). Non ve ne parlerò perché questa mattina (venerdì 8.11, n.d.a.) percorrendo la sopraelevata di Genova, come peraltro ogni mattina, mi è caduto lo sguardo sul sottomarino (o sommergibile) parcheggiato davanti al Museo del Mare.
E quindi?
Beh, e quindi le guide turistiche ed i siti su Amsterdam mi hanno spacciato come interessante la visita dell’House Boat Museum, ovverosia una delle tante case galleggianti ormeggiate al bordo di uno dei canali, non più abitata ma resa appunto “museo”. Per carità, divertente, simpatica, quel che volete, ma cazzo, a Genova c’è da visitare un sommergibile (o sottomarino), volete mettere?!
Inoltre, belli i canali, bello il “Gomito d’oro” (ovverosia le abitazioni della Amsterdam “bene”, riconoscibili dal fatto che, a differenza di tutte la altre abitazioni, non hanno il gancio all’apice della facciata, necessario per portare alle mansarde ogni genere di vivere da stivare; assente in quanto l’Amsterdam “bene” non aveva bisogno di mansarde per stivare i beni necessari disponendo di appositi magazzini nelle vicinanze), bello tutto ma - in fondo in fondo - visto un canale, visti tutti; qui da noi ci sono i caruggi, coi loro odori, negozi e particolarità, tutti apparentemente uguali ma profondamente differenti, insomma unici (n.b. entrambi, e sottolineo entrambi - canali e caruggi - sono patrimonio dell’Umanità Unesco).
Da visitare sicuramente ci sono la Nieuwe Kerk, la Oude Kerk, le due principali chiese della città (quest’ultima non più utilizzata e, curiosità, adiacente a molte vetrine di signorine non proprio pudiche) ed il Begijnhof, ovvero un complesso residenziale ove vivevano le c.d. beghine (andate a cercare chi sono per maggiori info). La prima delle due chiese, come tradizione, ha ospitato la recente incoronazione del nuovo Re d’Olanda e per l’occasione è stato suonato - credo - l’imponente organo d’ottone (in realtà non so di che materiale sia, non sono stato molto attento). Tutto bello, ma a Genova la cattedrale di San Lorenzo, che non sarò certo la cattedrale più importante d’Italia, ospita anch’essa un bell’organo nonché una bomba inesplosa durante la seconda guerra mondiale. Ok, non ci saranno passati re e regine ma è mica colpa nostra se, a dirla tutta e coi rimpianti di qualche nostalgico/sentimentale, le monarchie italiane sono sempre state delle mezze pippe? Consideriamo poi che nel capoluogo ligure ci sono chiese che nulla hanno a che vedere con quelle olandesi tra le quali San Matteo e San Donato su tutte, vere e proprie piccole perle.
Ecco, forse noi non abbiamo una Chiesa in soffitta, probabilmente la più bella ed originale "attrazione" mai vista.
Di palazzi “regali”, oltre al Palazzo Reale che si trova proprio nella Dam (piazza centrale di Amsterdam), a dire il vero, non me ne ricordo (ciò non significa che non ve ne siano) e quindi mi è facile dire che a Genova è sufficiente transitare per via Garibaldi per poter ammirare, tra gli altri, Palazzo Tursi (all’interno del quale trovasi il Cannone di Paganini), Palazzo Bianco e Palazzo Rosso che, ahimè, non disporranno di opere d’arte internazionale ma sono assolutamente di tutto rispetto.
Ecco, in quanto a musei di livello Genova è pressoché nulla; devo ammettere che ho trovato decisamente bello (rima alla lontana) il Rijksmuseum nel quale ho avuto modo di apprezzare per almeno 4/5 volte il maestoso quadro The nightwatch di Rembrandt. Non che abbia voluto vederlo per 4/5 volte perché interessato, sia chiaro, ma perché trascinati da un lato all’altro del museo alla ricerca di questa e quell’opera non si può che imbattersi spesso e volentieri in questo dipinto, dopo un po’ direte: du cojoni.
Da vedere anche il museo di Van Gogh ma, soprattutto, l’Amsterdam Hostorisch Museum, museo interattivo sulla storia di Amsterdam. Museo, quest’ultimo, nel quale sembra che la capitale olandese sia stata la potenza più importante del mondo, l’unica potenza del mondo, il centro d’affari del mondo, la più bella città del mondo e trallallerotrallallà. Ora, la Compagnia delle Indie orientali effettivamente c’era, New York, in sostanza, era una colonia olandese, qualche paesuncolo qua e là l’avranno pure colonizzato MA, ma se il tanto vituperato Cristoforo Colombo non avesse scoperto l’America, quale New York “olandese” sarebbe nata? Inoltre, perché la bandiera di Genova e quella inglese sono uguali? La leggenda vuole che le navi genovesi fossero tra le più temute nei mari e, quindi, l’Inghilterra abbia comprato la bandiera genovese in modo tale da poterla battere (sempre per rimanere in tema di prostitute) sulle proprie navi cosicché i pirati, sostanzialmente, si cagassero addosso.


Non mi pronuncio sulla Casa di Anna Frank perché credo che l’attesa per l’ingresso sia stata l’attesa più bagnata ed irritante della mia vita; dopo aver passato almeno 20 minuti sotto incessanti scrosci d’acqua ed aver compreso che la iAmsterdam (card che se doveste regalarvi un viaggetto vi consiglio di fare) non ci consentiva l’acceso gratis, da buoni genovesi abbiamo desistito. Beh, qui a Genova c’è la Casa di Colombo, vicino alle Torri di Porta Soprana, minuscola, accessibile e, con certezza, neppure la vera Casa di Colombo; cosa volete di più?
Conclusione
Tutto quanto scritto, oltre ad essere una descrizione in pillole di una città che è certamente da visitare, non deve assolutamente essere inteso come un post che pone Genova ad un livello superiore rispetto ad Amsterdam o che Amsterdam sia, in realtà, una città - per così dire - da tralasciare, assolutamente no. Dico solo che tante volte è bene, principalmente per chi - come me - ci abita, rendersi conto che sotto sotto molte cose interessanti sono già intorno a noi e che, forse, prima di emigrare alla ricerca di qualcosa di nuovo è opportuno scoprire cosa ci offre, magari coi suoi difetti, il posto in cui viviamo.
Con ciò (2) concludo dicendo che sono un emerito coglione in quanto non sono stato né nel sottomergibile (o sommarino, boh), né al Museo del Mare, né nella Casa di Colombo, né nelle torri di Porta Soprana e neppure a Palazzo Bianco.

P.S.: dimenticavo che l'Amsterdam da me visitata è stata colpita dall'uragano/tromba (per rimanere in tema sessuale) d'aria S. Giuda, non so se può interessarvi.

giovedì 7 novembre 2013

Libri.

"E' questa tutta la fiducia che hai in Julie? Ma che razza di innamorato sei, Ben? E che razza di uomo?"



Thérèse continua a sgranare il suo rosario di domande assassine, ma io sono già sulle scale, salendo i gradini quattro a quattro verso la mia Julia, volando verso la mia Correncon, come il bambino già perdonato, sì mia Thérèse, sono un innamorato pieno di dubbi, ho il cuore che dubita. 
E perché mi si dovrebbe amare? 
Perché io invece di un altro? 
Puoi rispondere a questo, Thérèse? 
Ogni volta è un miracolo quando constato che sono proprio io! 
Tu preferisci i cuori muscolosi Thérèse? I grossi cuori che pompano certezze?"

La Fata Carabina - Daniel Pennac - 


Mi mancano poco più di dieci pagine per finirlo, ma posso dirlo senza dubbi, ho amato questo libro!

Oggi, invece, sono andata da Feltrinelli e ho comprato:
- il bordo vertiginoso delle cose (G. Carofiglio);
- il mondo silenzioso di Nicholas Quinn (C. Dexter);
- Shantaram (G. D. Roberts) e, considerata la mia lentezza nel leggere i libri e il numero di pagine (1174), penso che mi farà compagnia per tutto l'inverno!

giovedì 31 ottobre 2013

L'anno dell'impossibile

A dirla tutta non so proprio cosa scrivere e considerando che la mia é una re-entry direi che il nuovo inizio non è male.
Capiamoci, non scrivo da non so quando e considerando che la mia memoria è talmente scarsa da non ricordare neppure che la mia memoria è talmente scarsa da non ricordare neppure che la mia memoria talmente scarsa, beh, probabilmente un po' di ruggine è più che normale.
Eppure di cose in questo 2013 ne son successe, o se ne son successe ma nulla.
La totale assenza di voglia di pigiare quei simpatici tastini neri si era impossessata di me.
Ad ogni modo, per recuperare parte del tempo perso vi propongo un personale vademecum riepilogativo relativo ai principali argomenti dei quali avrei voluto parlare ma che, preso da un'insensata voglia di atavismo, ho tralasciato.
Partiamo con ordine.
A gennaio in realtà non è che sia successo granché. Beh, si c'è stato il compleanno del Dott A. ma quella è una ricorrenza che ormai si protrae da 28 anni, senza conseguenze eccessivamente eclatanti (p.s.: se non aveste idee su cosa regalargli questo è il sito che fa per voi http://www.piccantifollie.it/).
É quindi solo da febbraio che si comincia ad intravedere un 2013 "scoppiettante", da bocca aperta (no, non fraintendete, non mi riferisco al link di prima o similia).
Per passare così dal profano al sacro ecco Papa Benedetto XVI lasciare tutti esterrefatti con un gesto imponderabile perfino per l'Altissimo (che voglio - ironicamente - pensare reagire con uno stupito "me cojoni!"): le dimissioni.
Primo pontefice nella storia moderna a comportarsi da comunissimo impiegato e/o operaio; ormai stufo della routine quotidiana eccolo inviare una raccomandata R/R del seguente tenore indirizzata alla casella postale n. 3 - Paradiso Nord: "con la presente sono a rassegnare le mie dimissioni dall'incarico conferitomi in data 19.04.2005; tale scelta deve intendersi irrevocabili e produrrà i suoi effetti a far data dal 28.02 p..v. Ringraziando per la fiducia accordatami porgo cordiali saluti.".
Per restare in tema, in data 13 marzo un anziano signore argentino vestito di bianco si é affacciato su di una Piazza San Pietro gremita. Spiazzando i più ha salutato la folla con un italianissimo "Buonasera". Nonostante il precedente "annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam", stupiti da cotanta educazione papale, almeno l'80% dei presenti, per un momento, deve aver pensato: "ma chi minchia è 'sto qui?".
Ricreduti, ora sono tutti ad aspettare una telefonata dal nuovo Papa Francesco I. P.s.: primo oltre che di nome anche di nazionalità, unico Papa sudamericano della storia.
Nell'aprile 2013 l'art. 1 della Costituzione viene stravolto; la Repubblica Italiana, infatti, dopo le svariate figure del menga nella ricerca del successore di Napolitano muta - appunto - in Monarchia "napolitana". Mai accaduto che nella quasi 70ennale storia  repubblicana che il Capo dello Stato uscente sia stato rieletto. Nell'augurare a Re Giorgio di giungere arzillamente al termine del suo quattordicennato, quanto accaduto non può far altro che rivelarsi come uno dei più chiari sintomi di un imminente ammodernamento politico. Peppereppepé scrissi recentemente nel mio libro di costituzionale.
Sempre in un'ottica di "prime volte", il 12 maggio 2013 il Trapani ha ottenuto una storica promozione in Serie B. Giustamente potete pensare "e chi se ne fotte", beh, non vi biasimo considerando che anche a me fottesega.
Giugno e luglio passano indifferenti.
Il fatto per eccellenza, però, lo si registra nel torrido agosto quando una Corte di Cassazione (Sezione feriale e quanto più festiva, rectius festosa) in chiara composizione bolscevica ha condannato in via definitiva l'imputato Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione, dichiarandolo colpevole del reato di frode fiscale (scusate la mancanza di precisione ma son "pillole"). A casa di tale inaspettato avvenimento i meteorologi, nella cui categoria mi preme sempre ricordare il grandissimo Paolo Sottocorona (ne azzeccassi una mannaggia a te, una!) hanno mutato con la rapidità di un ghepardo africano le loro previsioni annunciando in perfetto stile "starkiano": winter is coming! (p.s.: della fazzenda della successiva decadenza non mi va di commentare, sono solo logiche conseguenze). Bufera!
Con un settembre spesso ad aspettarti e giorni scarni tutti uguali (cit.) eccoci avvicinarci pian piano ad ottobre. In un'ottica di avvenimenti impensabili ho così riflettuto: stai un po' a vedere che in questa confusione astrale sia mai che passi l'esame di Stato, enfatti così é stato ed ecco materializzarsi finalmente l'"anno dell'impossibile".
Bentornato a me ma soprattutto: giocate al Superenalotto!
Concludo questo mio sconclusionato rientro nel mondo dei blog con una conferma dell'esistenza dell'"anni dell'impossibile".
Recente fatto di attualità sportiva: 30 ottobre, incontro di calcio valido per la decima giornata del campionato di Serie A Tim, a Marassi si gioca Genoa-Parma. Una situazione di dubbio ed incertezza regolamentare incredibilmente si risolve pro-Genoa, il gol di Mesbah realizzato al minuto 13 c.a. del secondo tempo era chiaramente regolare ma non é stato convalidato. C'é chi grida al miracolo ma commenti a mente fredda cercano di stemperare la tensione post partita: "l'errore ci sta, era solo una questione di centimetri" commenta l'esperta moviolista Milly d'Abbraccio.
L'impossibile sta proseguendo.

martedì 29 ottobre 2013

Bruxelles: cosa vedere (parte prima).

Mettetevi delle scarpe comode perché vi farò camminare.
Innanzitutto alcuni consigli se atterrate a Charleroi: prendete da lì la navetta che parte ogni 30 minuti (noi abbiamo acquistato i biglietti su internet al prezzo di € 28 a/r, a testa, invece di € 34) e in un'oretta scarsa vi porterà a Gare du Midi da dove, in metro, raggiungerete comodamente la città (la stazione é IMMENSA e al suo interno troverete l'ingresso per la metro).


Vi renderete subito conto che le distanze che sembrano enormi sulla cartina sono, invece, molto ridotte e quindi a piedi potrete girare praticamente tutta la città.

Primo giorno: partendo da Place de la Chappelle (dove si trova una delle poche chiese da visitare) e percorrendo tutta Rue de Blaes (davvero bella perchè piena di negozi di antiquariato) siamo arrivati nel quartiere di Marolles dove ogni giorno fino alle 14 c'è il mercato delle pulci. Sinceramente ce lo aspettavamo più caratteristico, invece alla fine c'è una piazza ricoperta da lenzuola su cui, i vari venditori, espongono la loro merce. Non essendo degli esperti di mercati delle pulci non ce lo siamo goduti particolarmente..

Discorso diverso, invece, va fatto per il mercato di Gare du Midi: premetto che la zona è brutta e non c'è nulla da visitare, noi ci siamo andati solo perchè alla ricerca di un banchetto che prepara crèpes con olive e formaggi tipici caldamente consigliata da alcuni amici, ma, ahimè, non lo abbiamo trovato! Devo però ammettere che l'atmosfera era davvero bella: è il mercato di quartiere, nulla di più, ma enorme e pieno di gente, colori, profumi (vi accorgerete che per le vie della città c'é SEMPRE profumo di cibo!). Se volete cercare il banchetto delle crèpes ok (e diteci cosa ci siamo persi), se no questa zona potete tranquillamente evitarla.

Gambe in spalla (e affamati) ci siamo diretti verso la zona più turistica della città: da Porte de Hal imboccate Rue Haute e praticamente alla fine sulla destra vi troverete in una piccola piazzetta da dove parte l'ascensore che vi porterà al Palazzo di Giustizia. E' un immenso palazzo (circa 28.000 mq, se riesco a perdermi in quello della mia città - notevolmente più piccolo - in questo farei la fine del protagonista di The Terminal) costruito in una zona elevata della città a simboleggiare la supremazia della giustizia.

Da qui avrete una splendida vista della città e potrete vedere in lontananza (sulla destra) l'Atomium



vista della città


Riprendendo l'ascensore e percorrendo Rue de Minnes siamo arrivati al quartiere Sablon e da qui siamo arrivati in Rue de la Régence. Percorrendola potrete raggiungere diversi punti di interesse: il Museo Magritte (che vi consiglio di visitare, il biglietto costa € 8 e aggiungendo € 4 potrete avere l'audioguida in italiano), Place Royale, Palais Royal (chiuso il lunedì) e il parco reale


Parco Reale

Dando le spalle a Place Royale seguite le indicazioni per il museo degli strumenti musicali, noi non lo abbiamo visitato, ma solo che il palazzo merita! 


Museo degli strumenti musicali

In questa zona tenete gli occhi bene aperti: potrebbero esserci i classici furgoncini dei venditori di waffel e non potete perderli!

Da qui attraversate un piccolo parco (Mont des Arts) e vi ritroverete in Place de l'Albertine da dove potrete raggiungere facilmente Grand Place attraversando quella che, secondo me, è la zona più bella della città.

Parliamo di Grand Place? Parliamone..














Ci sono ancora un po' di cose da vedere (birre da bere e ottimi piatti da mangiare) a Bruxelles e poi si parte per Bruges..

venerdì 18 ottobre 2013

Ordine.

Sulla scrivania, in agenda.
Ho fatto una pila di fascicoli di cui dovrò occuparmi prossima settimana, ho spiegato tutto al collega per l'udienza di lunedì, ho fatto le telefonate che dovevo fare e segnate quelle che dovrò fare al mio rientro.
Meravigliosa questa sensazione di liberta' dalla routine quotidiana anche se solo per 5 giorni.
Non vedo l'ora di perdermi per le vie di Bruxelles..

A giovedì prossimo!

domenica 29 settembre 2013

Altri pensieri post-cena pesante

E poi mi sono rotta, ma seriamente, di cercare in continuazione conferme e, soprattutto, che queste conferme arrivino dagli altri.
Le aspettative mi fregano, sempre.

Pensieri post-cena pesante

Mi sono rotta di sognare ad occhi aperti.
Almeno uno sei sogni che ho nel cassetto deve uscire dal fondo e prendere forma o, almeno, iniziare a farlo. Mi sembra un bel modo per concludere questo week end ed iniziare la settimana..
Rimbocchiamoci le maniche!

venerdì 27 settembre 2013

Nella terra dei crucchi


Quando un mesetto fa ci ha comunicato che si sarebbe trasferita in Germania per sei mesi, ho reagito bene e sono stata subito contenta per lei: nuova città, nuova cultura, nuova vita, insomma, ho approvato (e approvo tuttora) questa sua decisone, le ci voleva una svolta!
Mi ha un po' colto di sorpresa perchè non ho mai immaginato che una di noi 4 potesse decidere di cambiare città o Stato dando per scontato, stupidamente, che saremmo sempre rimaste qui.
Qualche giorno dopo, così, improvvisamente, mi viene in mente una lista di cose che non avremmo fatto insieme per un po’: dall’aperitivo, al giro per negozi, dai messaggi scemi, alle lunghe telefonate nei momenti di crisi. 
Cose normalissime che non facciamo neanche con una certa regolarità, non abbiamo appuntamenti fissi, può anche capitare che per settimane non ci vediamo  e l’sms è l’unico modo per tenerci aggiornate, ma quando riusciamo ad organizzarci, in modo da incastrare i nostri orari o impegni, qualcosa la facciamo sempre.
Ecco, dovrò abituarmi al non sempre.. che poi sei mesi passano in fretta e lei a dicembre torna per le feste e poi si è fatta whatsapp (finalmente) e, addirittura, skype e noi, da amiche comprensive, non le abbiamo di certo fatto pesare CHE NON CI SARA’ PER I NOSTRI COMPLEANNI, no, no.
Sarà come se non fosse mai partita..
Nel dubbio ieri sera ci siamo gustate un’ottima pizza perché, come ci ho tenuto a ricordarle, per un po’ di mesi potrà giusto vederla in fotografia.. 

lunedì 26 agosto 2013

La verità sul caso Harry Quebert - Joel Dickers -

Avevo già espresso le mie perplessità in un tweet qualche mese fa, i gusti letterari del mio capo non coincidono perfettamente con i miei, ma ricevere in regalo libri é sempre un piacere e allora ho iniziato a leggerlo.



 
Poi leggi commenti come questo sulla quarta di copertina

"è raro, ma quando succede niente può contenere l'eccitazione della lettura. 
Giovane o meno giovane, lettore esigente o meno, uomo o donna, leggerai fino all'ultima riga il romanzo di Joel Dicker. Ne uscirai entusiasta per il gioco continuo di adrenalina letteraria che il narratore, senza sosta, ha inniettato nelle tue vene" (le Figaro)

e ti aspetti un libro giallo con le palle, 700 pagine fitte di intrighi, colpi di scena, suspence.
E invece..
Il 70% del libro é costituito da dialoghi e questo lo rende molto scorrevole, ma mi é quasi impossibile dare un giudizio allo stile dell'autore perché, diciamolo, aprire le virgolette e inserirci frasi di senso compiuto, banalotte, siamo tutti bravi a farlo.
Il resto del libro é costituito da flashback riguardanti la vita del protagonista e la vicenda su cui sta indagando: l'omicidio di una quindicenne, avvenuto negli anni 70, il cui corpo é stato ritrovato nel giardino della casa del suo mentore che diventa il primo indiziato per il fatto di reato.
Troppe le storie che si intrecciano, male, per poi non portare a nulla perché il finale del libro risulta essere del tutto slegato dalle vicende narrate. Sembra che, arrivato ad un certo punto, l'autore abbia capito di dover concludere il libroe allora butta giù un finale che ti fa dire: "tutto qui?".
E poi uno stesso episodio viene ripreso più e più volte nel corso del romanzo, magari con la scusa di essere raccontato da personaggi diversi, e questo rende il libro ripetitivo e noioso in alcuni punti (ecco come l'autore è arrivato a scrivere 700 pagine).

Sinceramente non mi spiego come sia arrivato primo in classifica tra i libri più venduti da Feltrinelli..

Poi ho letto un covo di vipere di Camilleri che, con 250 pagine, mi ha ridato il piacere di leggere un libro giallo.

martedì 6 agosto 2013

"Il tuttomio" - recensione del Dott_A


Ideale per chi non sapesse come impegnare le torride giornate d'agosto è l'ultimo prodotto letterario del maestro Andrea Camilleri. 
Con un romanzetto di un centinaio di pagine, ispirandosi a storie di vita vissuta, l'autore ci porta nel labirinto di Arianna, una creatura affascinante e cupa che rappresenta quanto di più desiderabile e pericoloso possa incontrare un uomo. Non esiste antidoto al veleno di Arianna e solo il suo compagno, Giulio, grazie all'evento traumatico che segnò il proprio passato, ne è immune.
Sorprende in particolare l'astuzia con cui Camilleri ribalta il significato del nome Arianna. Il suo filo, da ancora di salvezza, si tramuta in un canto di sirena che attira in un profondo labirinto dove, d'improvviso, la luce scompare per fare posto alle tenebre ed alla sopraffazione. 
Il romanzo non è un capolavoro, ma considerando il prezzo (circa 16 euro) e l'ambientazione, decisamente torrida,vale la pena leggerlo proprio nel mezzo della calura estiva. 
A chi possiede un e-book consiglio la versione kindle che contribuirà a ridurre un inutile spreco di carta. Unica nota dolente, infatti, è il formato di stampa scelto da Mondadori, decisamente sovradimensionato e pomposo per un libercolo che qualsiasi lettore intento a recarsi in spiaggia, potendo, avrebbe senz'altro scelto in versione pocket. 

Dott_A

giovedì 1 agosto 2013

Cose che dovete assolutamente sapere #4 (o #3?!)

1. come vi avevo già detto, ho iniziato l'orario ridotto in studio e, in realtà, ieri il capo si é messo una mano sulla coscienza e mi ha detto che posso anche non venire tutti i giorni ad una condizione: attivare il trasferimento di chiamate dal telefono dello studio al MIO cellulare!che carino..
Io che il cellulare, in ferie, lo volevo abbandonare in un cassetto!
Mi sembra, comunque, un buon compromesso anche se, per dirlo con certezza, aspetto di capire quanti rompi coglioni mi chiameranno..

2. ma chi non va in palestra in pausa pranzo come la trascorre?!
ieri mi sono persa nei caruggi di Genova, oggi farò un giro per negozi, però capite anche voi che é pericoloso lasciarmi sola a vagare in periodo di saldi (ieri stavo comprando un costume, ma per fortuna non c'era più la mia taglia anche se la commessa ci ha provato: quando le ho detto che mi serviva una taglia piccola mi ha dato la più piccola che le era rimasta in negozio, cioè la 44, ok che sono pazza per lo shopping, ma fessa no).
Comunque ho ridotto anche la pausa pranzo, un'ora scarsa é più che sufficiente.

3. a proposito di palestra, oggi proverò il nuovo orario serale per allenarmi, essendo chiusa in pausa pranzo.

4. nuova arrivata in casa Amarillys!si chiama Canterina (per gli amici Rina) ed é la cocortita di Bea. Tralasciando il fatto che io ci ho messo ANNI per avere un cane supplicando mio padre con bigliettini teneri e compassionevoli che gli lasciavo sparsi per casa e lei, invece, nel giro di 3, 2, 1.. devo farle capire che non può usare il tetto della gabbia come sala da ballo per ken e barbie facendoli saltare senza sosta ché la Rina ci rimarrà secca, prima o poi, per lo spavento!
ps: oggi il mio cagnolone avrebbe compiuto 16 anni!


5. mi mancano poco più di 300 pagine per finire questo

SETTECENTO PAGINE per un libro giallo!
vorrei già adesso esprimere la mia opinione, ma aspetto il finale e deve essere un finale bomba per giustificare il secondo posto nella classifica dei libri più venduti di Feltrinelli!
Joel Dicker mi leggi?!








6. lo scorso week end é andato tutto come da programma, anzi, molto meglio!
solo tre cose non avevo previsto: 
- l'emicrania sabato sera;
- che domenica sera ricominciassimo a grigliare dopo l'abbuffata di carne fatta a pranzo e, in questo caso, per pranzo si intende il periodo di tempo compreso tra le 13 e le 16;
- e che non fossimo brave a fare le bimbeminkia e questo é solo un bene! - cit. -



7. e invece questo sabato si torna a ballare, in silenzio, a Sestri Levante.




venerdì 26 luglio 2013

Reazioni #2


Quando penso al week end che mi aspetta.

Nell'ordine:
- stasera pizza sulla spiaggia con amiche - oltretutto ho iniziato l'orario ridotto in studio e prima di cena mi sa che un bel bagno non ce lo leva nessuno! -
- domani mare, Caronte permettendo;
- domani sera grigliata con gli amici;
- domenica a pranzo altra grigliata con altri amici.





Se poi penso che ho ancora due settimane da passare in studio, ma questa é un'altra storia, non pensiamoci oggi che é venerdì!
Rinviamo tutto a lunedì!


E i vostri programmi per il week end?