domenica 24 giugno 2012

Smisurata preghiera.


Sinceramente avrei voluto parlare della relazione che trovo tra le puttane per strada e la crisi economica. Discorso e teoria interessanti. Tranquilli, ve ne parlerò, ma non ora.
Già, perché in prossimità di un giorno ormai prossimo (ripetizione rafforzativa) nel quale il mio futuro e della mia collega Amarillys verrà segnato, pensavo a cosa potrebbe servirmi, essermi utile.
Per mantenere il blog ad un livello oggettivamente al limite della sufficienza ogni tanto è opportuno inserire qualche tocco di levatura. Prendendo così i più classici "due piccioni con una fava", ho pensato che ciò che mi servirebbe ora è proprio una Smisurata preghiera, questa in particolare:

"...ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere..."

(F. de Andrè - Smisurata preghiera)

mercoledì 20 giugno 2012

Maturità 'na sega.


Mi sono rotto i coglioni di tutta questa pompa magna per l'esame di maturità. Dieci minuti di telegiornale ad intervistare fighettucci che escono dai licei radical-chic di Milano e Roma, come se solo a Milano e Roma ci fossero gli esami di maturità.
Mi son rotto i coglioni di sentire poco sensate interviste di poco sensati giornalisti che consumano parte del canone in servizi totalmente inutili. "Eh, la versione era difficile", "io ho scelto il tema sul pessimismo leopardiano perché mai come adesso è tema d'attualità", e bla bla bla a vomitare cazzate e ritagliare ad hoc interviste a improbabili candidati.
Mi son rotto i coglioni di sentire parlare dell'esame di maturità come se fosse chissà che. Cazzo, ma sarà molto più facile che uno venga segato in prima, seconda, terza o quarta (cambiate nomi e numeri per il "classico". "Barcellona- Real Madrid?", no quello ha una "s" sola)? Se si è arrivati a "dare" la maturità come si può pensare di non passarla? Le alternative sono o coglione o miracolato ad essere arrivato così avanti, un pò come il Chievo al suo primo anno di serie A.
Ma porca eva, ormai da dieci anni c'è una commissione interna (ora mista ma poco cambia). Ma come si può pensare di non passare l'esame con la commissione interna. Proprio quei profy (rubo il termine ad una carissima blogger) che hanno ammesso i candidati poi li segano? O sono stronzi-illusori oppure ribadisco la botta di coglione per il candidato.
Siamo tutti un po' più maturi!
Scusate lo sfogo estemporaneo ma avrò a breve i risultati di un esame che, a parer mio, è decisamente più incasinato, e sentire 17/18enni che si lamentano per una tre giorni mi fa tornare alla mente le mie di lamentele, da 27enne.
Ed ora lasciatemelo chiamare come ormai lo chiama Amarillys, L'ESAME.

lunedì 18 giugno 2012

memo #1

8 persone.
10 chili di cozze.
Questo mare.




E chi c'ammazza.

A voi come é andato il week end?


MEMO PER LA SETTIMANA:
- abbuffarsi di parmigiana questa sera (preparata ieri dalla mamma e, quindi, stasera sarà ancora più buona, più unta e, se possibile, più fritta!);
- scongiurare il biscotto croazia-spagna;
- prepararsi psicologicamente per la lezione di guida di mercoledì;
- tranquillizzare Bea un po' preoccupata per il primo dentino che si muove (cuore di zia);
- comprare il polase;
- pregare che i risultati de L'ESAME, finalmente, escano. 1. perché non ne posso più di questa ansia d'attesa; 2. perché così praticanti con cui non ho mai avuto nulla a che fare, quando mi incontreranno per strada, eviteranno di intavolare subito il discorso esame senza far precedere il tutto da un semplicissimo ciao e torneremo, felici, nella reciproca indifferenza.

domenica 17 giugno 2012

Men in Black III.


Ricordo ancora quando nel lontano non ricordo quando ho comprato la mia amata ed adorata PlayStation 1 ed unitamente ai due controller marci regalavano addirittura un gioco.
- Quale vuoi?
- Men in Black, grazie.
La scelta è stata evidentemente condizionata dalla visione del film che, ricordando, mi è pure decisamente piaciuto (ah, Linda Fiorentino!).
Anni dopo, nel 2002 (questo anno lo ricordo non grazie alla mia memoria ma per un semplice dato di fatto notato, tra il 2° ed il 3° film ho letto da qualche parte che sono passati 10 anni tondi tondi e, quindi, 2012-10=2002!), mi sono nuovamente divertito guardando Men in Black II.
Sarà stato che sono cresciuto a pane e “Willy il principe di Bel Air”, sarà che Tommy Lee Jones era per me un perfetto sconosciuto (ps: pur sapendo - ora - che sono persone differenti tendo a confondere Tommy Lee Jones con Harvey Keitel, non chiedetemi il perché) ma devo ammettere che le due avventure degli uomini in nero sono forse tra i film, nel loro genere, più riusciti.
Sulla base di questi presupposti mi hipsterizzo (o hypsterizzo) mettendo gli occhialini 3D ed entro in sala per vedere il numero III.
Prima cosa che noto: “cazzo quanto è invecchiato Harvey Kei…, ehm Tommy Lee Jones!”.
La storia è interessante e non banale e diciamo pure che “la cagata” poteva tranquillamente essere all’ordine del giorno. In realtà non è propriamente stato così.
Il mix tra surrealismo, schifezza e battute (piuttosto) intelligenti è chiaramente il must della “trilogia” ed anche in questa pellicola viene confermato con successo.
Problemi ne ho invece riscontrati nell’azione. Sarà che Will Smith è ormai over 40, sarà che “Harvey Lee Jones”, come detto, è vecchierello, certo è che l’azione un po’ stenta. Ovvio ce n’è, ma ne ricordavo ed aspettavo, come dovrebbe essere per un film comico d’azione/fantascienza, molta di più.
Sarà per questo, sarà perché di gnagna ce n’è proprio poca e forse perché in settimana NON devo andare al cinema, che ho rischiato l’addormentamento almeno 3 volte.
Nel complesso, quindi, per gli amanti degli uomini in nero è un film certamente consigliato perché chiude un cerchio che difficilmente si riaprirà (vedasi nuovamente i bla bla bla in tema di età); per gli altri è un film evitabile senza rimpianti.

martedì 12 giugno 2012

magari fossero rose!invece mi sa che sono cachi.


Io non sono fatta per le attese.
Ancora meno per i periodi di stand by in cui non mi sento né carne né pesce.
Non sono fatta per il grigio, per me o è bianco o è nero.
O tutto o niente.
Non sono fatta per stare con le mani in mano.
I momenti vuoti, i tempi morti non voluti m’irritano.
Ho preso da mio padre.
Rendo bene se sono sotto pressione.
Amo essere sotto pressione, avere tanto da fare, organizzare tutto nei minimi dettagli, avere tutto sotto controllo.
Quando all’università studiavo in settimana e nel week end lavoravo sì che stavo bene! Ero a pezzi, ma soddisfatta!
In quei momenti il tanto desiderato cazzeggio aveva davvero senso e tutto un altro sapore.
Sono alla perenne ricerca di obiettivi.
Io mi annoio facilmente e quando mi annoio sono impulsiva nelle decisioni e, quindi, pericolosa.
Dai, questa che state leggendo non sono io!
Sono troppo tesa in questo periodo e poco entusiasta, lavorativamente parlando, e non è poco se pensate che sono a lavoro 40 ore a settimana e i week end, ahimé, non sono infiniti!
Devo trovarmi un passatempo così argino i colpi di testa.



Appena finito di scrivere questo post, ieri mattina, ricevo un sms da Boh: “Trib? Io e my name is nick siamo al decimo..” (che è il nostro modo per dire se anche tu sei in giro per il tribunale scrivimi così poi andiamo a prendere un caffè/cazzeggiamo insieme per il trib);
“no” rispondo io “ma se poi andate a prendere il caffè vi raggiungo” (e questo vi fa già capire quanto amo stare in studio in questo periodo).
Li raggiungo.
L’uno, boh, ci dice che in questo periodo è apatico, zero voglia di fare.
L’altro, my name is nick, mi dice che mi sono spuntati due capelli bianchi.


Ah, quando si dice trovare il conforto negli amici!

domenica 10 giugno 2012

Pillole sul "te l'avevo detto".

Stonando a squarciagola "your girlfriends they can't undersrtand!", presa gentilmente a prestito da Casablancas & Co., penso a quale micidiale arma d'irritazione di massa siano le quattro parole "te l'avevo detto" pronunciate dopo un #fail annunciato ma testardamente portato a legittimo compimento.
Eh già, perché esistono persone predisposte al "te l'avevo detto", pronte e scalpitanti ad urlarlo trionfalmente quasi come un "Campioni del mondo!!" aspettato da 24 anni.
Non me ne vogliano, ma esempi più lampanti sono fidanzate e madri.
Magari in una giornata non le vedi, le senti poco, poi le incontri, racconti la tua giornata e se solo in un passaggio di tre millesimi di secondo ti scappa una lamentela o un qualcosa che non va, eccole pronte. Tac.
Avresti dovuto capire dal loro scalpitare, mangiarsi le unghie, essere agitate che necessitavano di uno sfogo ed il "te l'avevo detto" è una sorta di liberazione.
Superata questa pillola sul lato passivo, la soddisfazione di dirlo devo ammettere però che è sempre tanta. Ma c'è modo e modo di dirlo.
Il successo maggiore lo si ottiene quando il "te l'avevo detto" segue ad un discorso serio, interessante ed interessato, nel quale sono a confronto idee ed ognuno ha la sua teoria che considera vincente. Terminato il discorso bisogna lasciare decantare e riposare il tutto come un buon vino. Passa qualche giorno o più di un giorno, succede quel fatto che ti dava ragione. A questo punto il "te l'avevo detto" ce l'hai sulla punta della lingua, pronto a vomitarlo acidamente fuori. Non bisogna commettere l'errore di avere fretta, è necessario aspettare il momento giusto e quando l'interlocutore in errore meno se l'aspetta piazzarlo lì, di sorpresa come un fulmine.
"oh, ma hai visto quella cosa? Vabbè, dai, comunque io l'avevo detto".
Satisfaction.
Soluzione a tutti i mali: non ascoltare, agire di testa propria sempre e comunque e se qualcuno inizia un discorso con un "secondo me..." che potrebbe portare a verità, tapparsi le orecchie ed iniziare ad urlare. Sbagliare ma farlo da sordi. E se qualcuno si ostina a rinfacciarvi qualcosa che voi non avete voluto sentire mandatelo cortesemente a fare in culo, tanto sicuramente la strada la sa.
Andando contro il mio pensiero, vi avevo consigliato di leggere sempre in-coscienza, qualcuno vi rimprovera di essere out per non averlo fatto? Beh, ve l'avevo detto.

mercoledì 6 giugno 2012

La morale "esopiana".


Dunque, da dove partiamo?
Dal mio ormai atavico pessimismo?
Ma anche no, vi annoierei più di quanto non faccia.
Parto quindi sostanzialmente a caso.
Lunedì, che ormai è diventato il mio peggior incubo, mi son svegliato con il solito scazzo e voglia di far nulla, certo che nel corso della giornata sarebbe sensibilmente aumentato. E così, chiaramente, è stato.
Eh, già, perché sono in quel periodo nel quale avendo solo ventisettequasiventotto anni posso permettermi di pensare ancora al mio futuro. Già, magari. Mi salvo avendo un amico in banca (gli ex-otaghiani/isti capiranno).
Dicevo, già. Non è proprio il momento di pensare ma è necessario avere certezze. Ed io, come avrete capito, queste certezze proprio non le ho. Quindi, tornando al discorso sul lunedì, che poi non è un discorso sul lunedì ma solo uno spunto (e nemmeno sul lunedì), ecco che tutta una serie di circostanze avverse/segnali si manifestano in rapida successione invadendo pure il giorno seguente e creando quel continuum che mi ha fatto pensare ad alta voce "e che cazzo, però".
Mi limito ai due più "grandi" eventi tralasciando i numerosi corollari.
Lunedì. Classica giornata di pioggerellina che si trasforma in un diluvio non appena devo metter piede fuori. Aspetto nell'androne speranzoso di un segnale di pietà non avendo, come di consueto, l'ombrello. Per i 30 secondi successivi  (che è un po' il mio tempo limite per tutto, e la Iaia ne sa qualcosa) nulla cambia ed allora io, da bulletto, scambio uno sguardo col mio "vicino di attesa" e convinto gli dico: "io me la rischio". Neanche 5,75 metri ed ero fradicio. Percorro pesantemente i restanti 400 metri circa che mi separano dal nuovo portone e pochi passi prima di entrare ecco la quiete. Ah, nel mentre le porte dell'ascensore  inesorabilmente mi si chiudono in faccia; destinazione ultimo piano, il mio.
Ma se questo è un must, il giorno seguente nella poca buona sorte ho pure avuto culo. Esco di casa, salgo sulla Vespa, giro la chiave, schiaccio lo starter ed una inesorabile pernacchia accompagna ritmicamente il pollice che preme a ripetizione. Vuoi vedere che... esatto, oggi treno. Non vi racconto com'è stato rimettere piede su di un mezzo pubblico, tralascio. Passa la giornata. La sera torno a casa pensando già che avrei dovuto spingere il mezzo dal meccanico. Rassegnato scendo. Solo per curiosità e certo che non mi avrebbe fatto lo scherzetto, mi siedo sulla sella e provo a mettere in moto, sia mai. Risultato: dal rombo sembrava un'Harley. Partenza alla prima e conseguente mio fanculo! "Vabbè, tu mi hai lasciato a piedi? Io ti porto dal "dottore" lo stesso, tié". Percorro quindi la salitina che separa il parcheggio privato del condominio alla strada pubblica proprio mentre una volante della polizia, a passo lentissimo, mi incrocia e si ferma lì, davanti a me. Il tizio in divisa, braccio fuori dal finestrino, guarda. Bah. Flash: cazzo il casco è nel bauletto! Biascico una giustificazione poco sensata ma fortuna vuole che proprio 10 minuti prima quelli del secondo piano avevano iniziato un remake de la Guerra dei Roses e qualche condomino zelante deve aver fatto il 112. "Il casco va in testa, non nel bauletto", e via verso la bruttissima copia di Michael e Kathleene.
Come avrete avuto modo di capire leggendomi, ogni mio racconto è un po' come una fiaba di Esopo, ha una sua morale. Quella di oggi è: non lasciarti trascinare dagli eventi, dominali. In concreto: non sopravvivere ma vivi.
Cazzarola.

(chi scova la "chicca" nel post & co. è bravo, e vi ho già dato un aiuto)

lunedì 4 giugno 2012

Dente avvelenato #2

La premessa é sempre la stessa, sonori schiaffi in faccia a te..

- che sai di essere magra, ma no, ci tieni tanto a dire che ti metti a dieta perché sai che ci sono quei 4 imbecilli che ti diranno "tu a dieta?!ma sei già magrissima!" e così ti senti realizzata.
Io non sono tra quei 4 imbecilli.
Non fare questo giochetto con me perché da me avrai un'unica risposta: il silenzio.

- che ogni due parole pronunci il termine avvocato "oggi ho mangiato un panino - avvocato - molto buono."
Lo abbiamo capito, sei avvocato.
Vedi, se ti laurei in giurisprudenza, fai due anni di pratica, dai e superi l'esame di stato diventi avvocato.
NON SEI DIVENTATO PAPA.
Mollaci!

- e alla tua ignorante demagogia da 4 soldi che ostenti su facebook.
Vuoi un applauso?


- giornalista che chiedi ad uno costretto a vivere nella tendopoli a causa del terremoto "com'é vivere nella tendopoli"?
E dimmi, giornalista, com'é vivere da coglione?



Se tu che leggi ti riconosci in una di queste categorie, non é colpa mia.