martedì 31 maggio 2011

Letizia, Beppe, quei Tamarri e il lavandino di marmo...










Ben ritrovati amatissimi lettori de "La Punzicata"!

La settimana che ci ha preceduto è stata ricca di eventi che scatenano in me un irrefrenabile
fervore letterario (un po' come Pacciani, buon anima, in un convento femminile) e non so proprio da dove cominciare.

Potrei parlarvi delle elezioni comunali a Milano e del tracollo di Letizia Moratti (alias: collo di gallina) che, dopo anni di malgoverno, se ne torna a casa insieme all'amato pargolo (alias: batman, quello con la bat-caverna abusiva), ma sarebbe un po' scontato e mi limito a dedicarle un caloroso "Bella Ciao!".
Potrei parlarvi, allora, della condanna per oltre 4 anni inflitta all'ex Governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, ma solo a pensarci cado preda del sonno.

C'è però un terzo argomento che mi preme molto perchè lo trovo emblematico della società un po' sfigata in cui viviamo. Mi riferisco al programma di MTV: "Jersey Shore".
Si tratta di una sorta di reality che vede protagonisti un gruppetto di tamarri (4 bulli e 4 racchie lampadate) non solo particolarmente brutti ed irrimediabilmente ignoranti ma, cosa che trovo particolarmente sconcertante, anche di enorme successo!
Tutto ciò mi porta, oltre alla colite serale, ad una sentita riflessione: se personaggi come questi, i produttori del loro programma e ci infilerei dentro anche il DJ Francesco (tanto se lo merita), anziché lavorare in TV, traslocassero lavandini di marmo dal mattino alla sera, probabilmente, il mondo sarebbe un posto migliore.

Naturalmente questa rimane una mia fantasia erotica ma immaginare la scena è divertente e fa riflettere. Proprio come le parole pronunciate oggi da Beppe Grillo che ha definito il novello sindaco di Milano "Pisapippa" ed ha poi aggiunto: "Ha vinto il 'Sistema'. Quello che ti fa scendere in piazza perché hai vinto tu, ma alla fine vince sempre lui. Che trasforma gli elettori in tifosi contenti perché finalmente ha vinto la sinistra o alternativamente, ha vinto la destra".

Alla prossima punzicata!

Dott. A.


lunedì 30 maggio 2011

Aridatece Coliandro!


(Attenzione, il contenuto del presente post contiene espressioni volgari e, quindi, non è adatto ai più piccoli, vogliate scusare quel coglionazzo di my name is nick, in-coscienza)

Non so voi, ma io mi sono proprio rotto-i-coglioni di non poter accendere la mia amata tv, sintonizzarmi su Rai 1 o Rai 2 e non trovare un qualcosa che definire decente sarebbe il migliore dei complimenti sentiti negli ultimi anni da un programma di mamma Rai.
Per dimostrarvi che non racconto balle riporto il palinsesto della settimana a venire (certo che palinsesto è proprio una parola dimmerda):

RAIUNO
Lunedi 30/05 ore 21.20 "La partita del cuore";
Martedi 31/05 ore 21.20 Film Tv "La lancia del destino";
Mercoledi 01/06 ore 21.20 Show "Arena di Verona: Lo spettacolo sta per iniziare";
Giovedi 02/06 ore 21.20 Show "Lasciami cantare!".

RAIDUE
Lunedi 30/05 ore 21.05 "Voyager";
Martedi 31/05 ore 21.05 Show "I love Italy";
Mercoledi 01/06 ore 21.05 Telefilm "Squadra speciale Cobra 11" a seguire ore 21.45 Telefilm "Lasko";
Giovedi 02/06 ore 21.05 Rubrica "Annozero".

Ma vi sembrano programmi da trasmettere, questi?
Ma cosa mi rappresenta il telefilm "Lasko"?! Già il nome mi ricorda un calciatore di una squadra genovese, quella che ora sta un po' più giù; non si offenderanno, comunque, i tifosi - anzi, pensando al giocatore concorderanno - nel definirlo una vera e propria pippa (purtroppo non Middleton) con pochi eguali; che Rai 2 continui pure a proporre programmi del genere, se i risultati sono solo che paragonabili a quelli del calciatore, beh, la fine a cui andranno incontro non può essere più scontata!
Non so se vi ricordate, invece, le gesta dell'eroico Coliandro (interpretato da Giampaolo Morelli), il più maldestro ed impacciato Ispettore di polizia che la tv abbia mai adottato (uscito peraltro dalla penna di un tal Carlo Lucarelli), immerso in mezzo a crimini, casini e grandi, ma grandi gnocche. Chiamato, o capitato, a risolvere situazioni incredibili, solo lui - anche grazie alle sue miracolose botte di sano culo - riusciva sempre ad uscirne vincitore, ma spesso anche cornuto e mazziato.
Un programma riuscito a fare il boom di ascolti grazie alla sua freschezza ed intelligenza; in particolare, e finalmente, destinato anche ad un pubblico composto da persone non rincoglionite e lobotomizzate davanti a benemerite stronzate.
Bene, dal momento che lo shaaaare era ottimo, si è deciso per prima cosa di spostare la terza serie al venerdi sera (primo giorno del fine-settimana-giovanile) e poi, inspiegabilmente, di ridurre a 2 gli episodi della quarta. La quinta, ovviamente, non è mai partita. Insomma, intuizioni da veri geni.
Cosa succede quindi? Succede che mi trovo costretto a fruire di un sevizio monco!
Ma porca di quella puttana - perchè ora mi incazzo -, non me ne frega una beneamata minchia se alle casalinghe (tra le quali ci sarà sicuramente una vostra mamma e/o nonna, non offendetevi, è solo uno sfogo), magari desperate, piacciono programmi come "Un medico in famiglia" (dove mi risulta che manco ci sia più Lino Banfi, grave perdita), "Don Matteo" (con un Terence Hill che non sa nemmeno parlare bene l'italiano, prima si mangiava i fagioli, ora le parole) o quelle fiction con Beppe Fiorello (miiiii come non lo posso vedere).
Rivoglio l'Ispettore Coliandro, intensificate Montalbano, ritrasmettete tutto Lost inventando finali alternativi! Chennesò! Ma fate qualcosa!
Se l'Italia è allo sfascio non sarà mica solo colpa di Berlusconi. Non si può sempre prendersela con lui, poverino. Se gli italiani, di tanto in tanto commmettono qualche, chiamiamola così, ingenuità, la colpa è anche di questa tv senza contenuti.
Mi viene da concludere solo con "minchia!", giusto per omaggiare Coliandro.

giovedì 26 maggio 2011

La briscola in cinque: ni.



Dopo aver letto "odore di chiuso", sulla scia dell'entusiasmo, decido di leggere il primo romanzo dello stesso autore, Marco Malvaldi, "perchè" mi dico "se è bello come quello che ho letto, per l'estate, ho già tre libri prenotati!". Infatti "la briscola in cinque" è il primo di tre romanzi ad avere come protagonisti 4 simpatici vecchietti che tra una partita di carte e un aggiornamento sugli ultimi pettegolezzi del paese toscano dove vivono si improvvisano detective con l'aiuto di Massimo, titolare del "bar lume", dove i baldi giovani sono soliti trascorrere le loro giornate.

L'idea mi sembrava carina.."magari non è il solito giallo" mi sono detta "magari l'autore è riuscito, attraverso i 4 vecchietti, a creare situazioni simpatiche, battute divertenti proprio come é riuscito a fare nell'altro libro che ho letto". "Decisamente no" ho detto finendo il libro.
I 4 vecchietti non sono i protagonisti principali del romanzo, li vedi lì, seduti al tavolino del bar a parlare dell'omicidio di una giovane ragazza del loro paese il cui cadavere è stato scoperto proprio da Massimo, titolare del bar. Io mi aspettavo che fossero i personaggi "macchietta" del romanzo, un po' come Catarella in Montalbano, invece non sono neanche riuscita a distinguerli l'uno dall'altro. E le battute..non molto divertenti..quelle tipiche da vecchietti: ai miei tempi...; mia moglie non mi fa bere/mangiare il gelato... Niente di più.

Arriviamo a Massimo: é quello che scopre il cadavere e che si ritrova ad indagare sull'omicidio..vi aspettate, quindi, che inizi, magari con l'aiuto dei 4 vecchietti, un'attività da vero e proprio detective! Invece no. Riesce a risolvere il caso grazie a due o tre particolari che nota mentre la polizia fa i primi accertamenti sul luogo del ritrovamento del corpo..poi prende in considerazione due ragazzi, i più vicini alla vittima, si chiede se hanno l'alibi e il movente, gli arriva qualche informazione utile dal medico legale, amico della famiglia della ragazza, nonché frequentatore del bar, naturalmente... e poi... illuminazione!ecco chi é l'assassino!
Dimenticavo..Massimo é un personaggio antipatico! forse l'autore aveva proprio questo in mente o, forse, voleva creare un personaggio un po' pungente, ma simpatico..se questa era la sua intenzione non gli è riuscito molto bene. Innanzitutto Massimo porta il MARSUPIO! e quindi me lo immagino un po' come uno sfigato... e poi ha sempre questo atteggiamento da presuntuoso, "so tutto io"..nella parte finale del romanzo spiega ai vecchietti come è arrivato alla soluzione del caso usando la spiegazione di un assioma matematico.. esagerato!

Trovare un bel romanzo giallo è difficile, perché se la storia è "facilotta", come in questo caso, senza intrighi e colpi di scena, l'unica cosa che può salvare il libro é puntare sui personaggi, delinearli in modo preciso, renderli unici (come unico è il commissario Montalbano o l'avv. Guerrieri) altrimenti si hanno dei personaggi piatti: quattro comuni vecchietti un po' pettegoli e un barista antipatico che sa cos'é un assioma..e ci tiene a dirtelo..

martedì 24 maggio 2011

Scampoli di felicità



“Cosa prendete ragazzi?”
“Tre caffè”.
“Normali?”
“Normali.”

Il bar non è bello, forse è  perfino un po’ triste. Nascosto dai portici di un palazzone grigio, è gestito da un uomo dalla faccia simpatica. Non è di molte parole e i suoi gesti sono ridotti al minimo indispensabile. Niente confidenza, niente inutili convenevoli e niente superflue conversazioni, ma solo una granitica cortesia valida per ogni giorno dell’anno. I baristi cambiano di quando in quando, giungono e se ne vanno, anonimi come l’arredamento del bar. Senza lasciare una traccia, spariscono nel breve volgere di qualche mese, senza un apparente perché. Anche la clientela è anonima e un po’ triste, un improbabile miscuglio di genti che contribuisce a rendere simpatico il locale. Qualche avvocato delle cause perse che ha da tempo superato i quaranta, combattuto tra il bisogno di mettere insieme il pranzo con la cena e la speranza mal celata di essere un bello e dannato alla Mickey-Rourke-o-come-cazzo-si-scrive; qualche avvocatessa d’annata con look alla Jessica Rabbit (tette rigorosamente cadenti e bene in vista, rossetto marcato e tacco 15 ma meglio se 18) e la necessità di una lunghissima-quasi-interminabile sosta al bar per riempire la mattina; qualche giovane, praticante o neoavvocato, che consuma con frenesia una colazione leggendo la rosa nazionale in attesa di un futuro migliore; e cinque o sei agenti di polizia penitenziaria, sempre gli stessi, che fanno la spola tra il Tribunale e il bar, avidi di un aperitivo che cancelli l’insoddisfazione della mattinata.
E poi ci sono tre caffè, normali salvo eccezioni.
Parlano di sogni e di illusioni, di incertezze e di paure, di calcio e di politica, di lavoro e di cazzate. Parlano di vita e di vita si nutrono. Sono l’occasione per fermare il tempo, anche solo per un attimo.
La loro è una spensieratezza quasi ingenua, solo talvolta interrotta da momenti un po’ più difficili, in cui tutto sembra sfuggire di mano e non avere più senso.
In quei momenti, la familiarità di quei caffè diventa rifugio. Anche quando la mente vaga, ovattata, nel nulla dell’incertezza o nella rassegnazione di una fine, quei caffè resistono, caparbi. E si trasformano. Sono indispensabili come i ricordi, ma non fanno mai male.
Sono una certezza cui aggrapparsi, un abbraccio in cui trovare protezione. Sono la ragione di un sorriso.
Sono scampoli di felicità e io lo so.

lunedì 23 maggio 2011

Il "nodo" della questione

Devo ammettere che la cravatta è proprio un accessorio interessante.
Mettersi lì, iniziare a muovere le mani, prendere misure ad occhio, incazzarsi quando alla quarta volta che giri e ri-giri la parte dietro è troppo lunga, ma anche bullarsi con atteggiamenti da figo quando la indossi con un signor vestito; insomma, o le ami, o le odi: beh, non esagerando, io le apprezzo.

#1 IL COLORE
Non capendo veramente nulla di abbinamento di colori e di cosa si debba abbinare (mi limito a sapere che la cintura, generalmente, va abbinata con le scarpe), il più delle volte prevale la mia mattutina sonnolenza e quel che pesco a caso nell'armadio metto.
Ma non funziona così per la cravatta.
Per tirarmela un pò, la cravatta andrebbe (e sottolineo andrebbe perchè il tamarro è sempre in voga perchè non è di moda mai [cit.]) abbinata e con la camicia, e con il vestito.
Premetto che a me l'armonizzazione non piace. Mi spiego. Una cravatta azzurra non potrà mai andare con una camicia azzurra a prescindere, magari, dal blu scuro del vestito; con quest'abbinata (camicia azzurra e vestito blu scuro) vedrei stra bene una cravatta blu dello stesso colore del vestito o, mio preferito, un bel verdone!
Ad ogni modo, è sempre meglio che la cravatta sia di una tonalià più scura della camicia.
P.s.: mi permetto di sottolineare la sciccheria di chi abbina cravatta e Calzino (la "c" maiuscola è voluta).

#2 I MOTIVI
Il gusto sul motivo non è sindacabile.
Di motivi ce ne sono veramente infiniti, dai classici (monocromatico, righe, rigoni, regimental) ai più incredibili, con disegni decisamente fantasioni ed alcuni da bocca aperta (come faranno a venderle, bah).
Il mio personalissimo voto, comunque, va a quelle il più possibile a tinta unita, magari con un simbolino; escludo categoricamente quelle con disegni ed arzigogoli vari.
Il problema del motivo, come detto, non ricade tanto sulla scelta (a parte rare eccezioni) quanto sull'abbinamento.
Con una camicia a righe non si mette una cravatta a righe; o meglio, una camicia a righine "accetta" sì una cravatta a righe, purchè più grosse, ma mai della stessa dimensione! Decisamente meglio tinta unita o a piccoli pallini. Lo stesso dicasi per le camicie a quadri (orribili, ne ho una ma la metto con riluttanza) o quadratini.
Su di una camicia a tinta unita, sempre fermo il ragionamento di prima sul colore, beh, sono più di manica larga.

#3 IL NODO
Su questo argomento avrebbe molto da dire il Dott. A (che sollecito ad intervenire), noto amante e sostenitore del formalissimo e pataccosissimo nodo Windsor (vorrei vedere quanti tentativi impiega per averlo perfetto, soprattutto alle 7 del mattino).
Teoricamente, ogni occasione vorrebbe il suo ma non sapendo nulla al riguardo mi limito, con un grosso bagno di umiltà, ad andare oltre.
Tornando al nodo, dunque, il mio preferito è il quasi sconosciuto (almeno negli ambienti dove bazzico) "nodo Pratt".
"Pratt che?", appunto.
Dovete sapere che sono una persona eclettica ed i conformismi proprio non mi piacciono. Vedere un nodo, peraltro di semplice fattura, che parte posizionando la cravatta al contrario ed arriva ad avere la "testa" dritta, la parte sotto rovesciata (in pochi ce l'hanno) e le sembianze di un mezzo-Windsor, beh, non è da tutti (alla facciazza del Windsor, tiè).
E quando troverete qualcuno che vi dirà "guarda che il tuo mezzo-Windsor è sbagliato", voi, con atteggiamento fiero, risponderete: "ignorante!".


(foto tratta da http://leotardi.no-ip.com/html/cravatta/cravatta.htm)

sabato 21 maggio 2011

"Ho la neve, vieni da me, ho bisogno di compagnia"

Illustri lettori de "la Punzicata", questa settimana, al posto del solito articolo, vorrei proporvi un simpatico quiz.
Indovinate un po' chi ha scritto la frase del titolo in un sms:

1) Babbo Natale ad uno dei suoi folletti;
2) Alberto Tomba ad una delle sue fan;
3) Don Seppia (parroco di Sestri Ponente) ad un ragazzo quindicenne.

Per chi non l'avesse capito la risposta giusta è naturalmente la numero 3 (la neve non è quella che fiocca a natale ovviamente) e questo simpatico pastore di Dio è attualmente rinchiuso nel carcere di Marassi, sospettato di pedofilia e presunto satanista.
Per chi avesse risposto 2 sono spiacente, Tomba si è ormai ritirato dalle scene.
Chi avesse risposto 1, invece, è bene che sappia una cosa: Babbo natale non esiste!

Infine, a tutti quei genitori un po' bigotti che si preoccupano se il proprio figlio fa tardi la sera perchè è andato in discoteca, fuma qualche spinello ed è svogliato a scuola perchè corre dietro alle ragazze suggerirei una cosa: controllategli più spesso il cellulare magari troverete l'SMS di un prete che potrebbe illuminarvi!

Amen,
Dott. A.

venerdì 20 maggio 2011

Prima riflessione

Sapete come mi sento in questo momento? (prima o poi, forse, vi parlerò del “momento”, anche se lo potrete intuire da soli)..bene..mi sento come Aiden in sex and the city!
Aiden è quello che sta con Carrie in un paio di serie..
E’ quello che la capisce come mai nessun uomo ha fatto prima..
E’ quello che piace alle amiche di lei e che è pronto ad aiutarle se hanno bisogno (come nella puntata in cui Miranda ha il colpo della strega)..
E’ quello che le lascia i suoi spazi e li rispetta..
E’ quello che le ristruttura casa, mentre lei lo tradisce con Big..
E’ quello cui lei spezza il cuore..ma accetta di darle una seconda possibilità perché è innamorato pazzo..
E’ quello che chiede all’amica di lei di consigliarle un anello di fidanzamento..
E’ quello che l’anello di fidanzamento lo cambia dopo averlo comprato perché capisce che non rispecchia i gusti di lei..
E’ quello che in ginocchio le chiede di sposarlo..
E’ quello che dà un anticipo per acquistare la casa di lei per evitarle lo sfratto..
E’ quello che si sente dire da lei di non essere pronta per il matrimonio..
Vi riconoscete nel tipo alla “Aiden”?
No? Beati voi..avete capito tutto!
Si? Ahi ahi.. Mi dispiace amico/a, ma prima o poi rimarrai deluso/a perché capirai che il tuo atteggiamento da partner comprensivo, non geloso, non possessivo, che è contento se il suo partner esce con gli amici perché è giusto mantenere le amicizie, che condivide ogni suo interesse, che è sempre pronto ad ascoltarlo, quando gli parla dei suoi problemi, quando gli racconta come è andata la sua giornata a lavoro o quando gli elenca i giocatori che ha messo nella formazione del fantacalcio, che si preoccupa perché in questo periodo lo vede giù, che capisce i suoi momenti no e si mette da parte in attesa che tutto si risolva, che prende il treno prima e lo aspetta mezz'ora sotto l‘ufficio solo per poterlo vedere ancora una volta..non è l’atteggiamento giusto!Non otterrete nulla!

Perché alla fine il modello che le donne e, (attenzione, attenzione!) gli uomini vogliono è quello alla Mr. Big o, a questo punto, Miss. Big!
Quali sono le caratteristiche di questo modello? Basta aggiungere un NON all’elenco appena fatto..vi riconoscete in Mr. Big? Come vi invidio in questo momento..e toglietemi una curiosità voi che avete capito tutto, è possibile per una Aiden come me diventare Miss. Big?

mercoledì 18 maggio 2011

La politica dell'esultanza


Semplice e banale riflessione.
Tra ieri ed oggi ho sentito i commenti più disparati sull'esito delle votazioni.
Che i voti di Milano, Napoli, Torino e Bologna abbiano riflesso - politicamente parlando - parte degli umori del popolo sovrano (si badi, non si discosta da quello tanto acclamato da SuperSimo nei suoi reality, anzi, in parte coincide), non c'è nulla da dire.
C'è da ridire, invece, sulle dichiarazioni post-partita. Quante belinate, e scusate il genovesismo, ho dovuto sentire:
1) come fa B. ad esultare? Pensava di vincere facile - bonciboncibobobon - a Milano, ed è al ballottaggio. Proclamava, pena suo funerale mediatico, l'ottenimento di 53.000 preferenze, e ne ha ottenute meno di 28.000. Ma perchè allora il suo stuolo di ciarlatani esulta festante al pareggio (eh?)?.
2) Ma non parliamo del B. dell'altra sponda (e non mi riferisco a Vendola). Allora, a Napoli il PD non è neppure riuscito ad arrivare al ballottaggio, ma a Milano è riuscito a fare ancor peggio: manco aveva il candidato!! Ed ora che fa? Si bulla?! Machesiesultaalloraquell'altrolì?
Mi chiedo io: "ma non potete uscirvene per una volta con un sanissimo: abbiamo fatto cagare, scusate".
Il pensierino mio personale è questo: spero che gli italiani abbiano capito che, a prescindere dall'ideologia più radicale e dall'anti-questo o quello, ciò che conta non è l'insulto ma la parola, il fatto. Questa freddezza dai due maggiori partiti mi piace pensarla come voglia "vera" di cambiamento: "tu hai creato solo spazzatura? Bene, neanche ti considero"; "tu in campagna elettorale invece di programmi promuovi insulti? Bene, neanche ti considero". Insomma, l'idea non di schieramento, mica si va in guerra anche se sempre più così viene intesa la politica, ma di - passatemi il termine - proponimento.
Non starò mica parlando di "deriva populista"?
La Lega (anche se ha deluso) non avrà mica un Grillo per la testa?

(foto tratta da http://www.gazzetta.it/foto_del_giorno/home/2010/11/17/river.shtml)

martedì 17 maggio 2011

Quando si dice lo stile...

...e che stile!

I 10 divi più eleganti


su D- la Repubblica: Cannes:red carpet al maschile. I 10 divi più eleganti.
(http://d.repubblica.it/argomenti/2011/05/16/foto/uomini_cannes-335973/1/?ref=HRESS-18)

domenica 15 maggio 2011

Lettera da Londra, di Anonimo Federica

In-coscienza è lieto di ospitare le emozioni, gli umori e le sensazioni dei suoi lettori.
Oggi abbiamo il piacere di regalarvi la lettera di una nostra fedelissima fan che, direttamente dai piedi del Big Ben, vuole rendere omaggio ad uno dei suoi più grandi amori.


Oggi si è consumato un grande dramma sportivo: la Sampdoria è retrocessa in serie B.

So che alcuni, il cui concetto di calcio è “22 persone che corrono dietro ad un pallone”, storceranno il naso di fronte alla parola “dramma”. Ma so anche che coloro che hanno una forte fede calcistica comprenderanno l’uso di questo vocabolo.


Dal gol di Boselli la mia mente è tornata a quella maledetta domenica di 12 anni fa: avevo paura di come mi sarei sentita oggi al triplice fischio dell’arbitro, mi sentivo come un condannato verso il patibolo (perdonatemi il paragone, è sempre tutto usato in termini sportivi!) senza speranza di sfuggire al suo destino, e cosi è stato. L’esecuzione è avvenuta Domenica 15 Maggio alle ore 16.49.


Con mia grande sorpresa però i sentimenti sono stati diversi: nel 99 ho assistito ad una stagione assurda, maledetta e sfigata ,da un epilogo tragico e assolutamente ingiusto;  quest’anno ho assistito ad una stagione stupida, in cui sono stati commessi volontariamente errori imperdonabili da un epilogo scontato: la retrocessione.  Ho capito che saremmo andati in B dopo il rigore calciato alla stelle da un giocatore che (preferisco non nominare) evidentemente pensava più a fare meta che a fare gol, e, da quel momento, ho avuto due mesi per abituarmi al concetto di partite di sabato e di trasferte a Portogruaro.


Nel 99 ho pianto di rabbia, oggi ho pianto per la commozione. Vedere una stadio intonare l’inno della Samp e vedere  tutte quelle bandiere sventolare mi ha riempito di orgoglio: mi ha fatto capire ancora una volta di più, anche se non era necessario, quanto è bello essere tifosi della Samp e come sono fortunata ad esserlo; anche se ero lontana migliaia di km da Marassi ero li con loro in piedi ad urlare: QUESTA CURVA NON RETROCEDE. Si, la Samp retrocede, la Sud no.


Voglio salvare solamente due cose di questa assurda stagione: le lacrime di palombo dopo Samp Werder  e quelle dopo Samp Palermo.


L’anno prossimo spero di salvare tutto.


Ciao Samp, non ti preoccupare, noi siamo qui e rimarremo sotto la Lanterna ad aspettare il tuo ritorno in seria A. Non metterci troppo però!!

Anomimo Federica

venerdì 13 maggio 2011

Habemus Papam (?)


Recatomi con i migliori propositi a vedere l'ultimo film del Nanni Nazionale, mi siedo in sala ed attendo.
La trama già un po' la so: Papa viene eletto ed entra in crisi.
Mistica? No, umana.
L'idea mi piace molto. Credo che chiunque, investito di una qualsivoglia responsabilità pensi "ma ne sarò capace?", "sono quello/a giusto?".
Nessuno fraintenda e si scandalizzi fin da subito, il problema del "Papa morettiano" non è la perdita di fede bensì la coscienza della sua umanità ed i rimpianti (e forse le invidie) di quello che non è stato.
Questo ragionamento, a mio parere, può benissimo essere esteso anche alla figura del Santo Padre e non mi capacito del perchè il film (da alcuni ancor prima di vederlo) venga tacciato come blasfemo ed irriverente e dunque da boicottare.
Comprendo il pensiero di chi ritiene che la "posizione occupata" dal Papa trascenda dall'umano allo spirituale e, quindi, capisco chi può pensare che l'"investitura" papale derivi strettamente dalla volontà di Dio e che, (ri)quindi, la volontà divina debba (ma che cavolo, sei un religioso!? E allora comportati da religioso, no!) prevalere sulle umane insicurezze.
Comprendo ma non condivido.
L'idea di Moretti, per come l'ho vista io, è buona e nuova.
Il Papa è sì la guida spirituale di qualche miliardo di persone, ma, al contempo e prima di tutto, è un uomo.
Lo sviluppo psicologico del film sulle insicurezze, sulla fragilità e sulla umanità del futuro Pontefice è stato assolutamente interessante e magistralmente portato sul grande schermo da Michel Piccoli (ed il finale, che non svelo come in un miglior giallo, ne è la ciliegina sulla torta).
Ora viene la parte che mi ha convinto poco poco, ovverosia tutto il resto.
Umanizzare il Papa non era sufficiente?
Non mi sono chiare molte delle scene in cui Moretti, ormai orfano del suo cliente fuggito per le vie di Roma, ha a che fare coi Cardinali rinchiusi ancora in Vaticano.
Certo, molte battute che li coinvolgono sono intelligenti e di un'ironia tanto sottile da raggiungere il risultato sperato, ovverosia non capirle; in sala la gente rideva infatti delle cose più banali e scontate (Moretti, perdonali!)
Ma la partita di pallavolo? In molti la considerano una genialata, io l'ho trovata insignificante e senza una spiegazione (che gradirei mi venisse fornita da chi avrà il piacere di commentare).
Così come la scena degli australiani che vogliono andarsene a visitare la Città Eterna quando il Conclave non è ancora sciolto e, una volta impeditogli, ordinando ironicamente "almeno un cappuccino caldo" (ma che vor dì? boh?).
Non ho capito la relazione Moretti-Cardinali, insomma. E sotto questo profilo penso che possa essere in parte giustificato chi "accusa" il regista di ridicolizzazione, a scapito dell'umanizzazione - se questa era poi veramente la volontà dell'autore -, del Vaticano (si badi, ho scritto Vaticano), disegnato più come un ospizio che come luogo (anche terreno) di preghiera e raccolta di fedeli.
Certo, un break del "monologo" di Piccoli ogni tanto si rendeva necessario (altrimenti sarebbe risultato forse un po' pesante) ma quest'ultima idea del regista - salvo, come detto, alcune sue battute memorabili e la sua perfetta interpretazione dello pscicologo "più bravo" - non mi è proprio piaciuta.
Spiegatemela!

A chi interessasse, ecco il link del sito ufficiale: qui.

martedì 10 maggio 2011

Fanculo. E scusate il francesismo.


“Non vi salva nemmeno Padre Pio”.
Ecco, appunto.
Fulgido esempio di sano sfottò, questa frase mi tornava alla mente di quando in quando, come un sinistro presagio, quasi a volere che io prendessi contatto con una parola (retrocessione) che da spauracchio stava diventando scomoda e fastidiosa realtà.
Ma io, da buon sampdoriano, positivo anche nei momenti più difficili, ho archiviato il tutto alla voce “gufate di un genoano che non si fa i cazzi suoi quando dovrebbe” e me ne sono andato – baldanzoso – allo stadio.
Poi c’è stata la partita, altra perla – l’ultima? – di un destino beffardo in un’annata disgraziata. La capocciata ossigenata di Floro Flores e il chirurgico mancino di Boselli somigliano ad una sentenza di condanna. Inappellabile. Giunta all’ultimo respiro, quando ormai il pareggio (peraltro inutile) sembrava scritto. Quasi che il destino abbia voluto legare per sempre la nostra retrocessione alle gesta di un genoa spietato (ma quando mai) e al nome di un bomber altrimenti avviato verso un inglorioso ritorno in patria.
Resta la quasi certa discesa agli inferi e un’immagine. L’esultanza quasi incredula e perciò amplificata dei cugini e gli sguardi vuoti e smarriti dei vari Palombo, Mannini, Tissone, Poli, Lucchini, Volta, Pozzi. Come dopo il triste epilogo del preliminare con il Werder, ma con una – per me sostanziale – differenza. Allora tutti i giocatori erano venuti a rendere omaggio a chi li aveva sempre sostenuti, domenica nessuno ha avuto il coraggio di salutare e ringraziare i tifosi, spettatori inerti ma sempre presenti e festanti di una sconfitta lunga nove mesi.
La serie b è probabilmente giusta, meritata, forse addirittura cercata, ma non per questo meno amara. Abbiamo vissuto una splendida favola ed è stato bellissimo. Il peccato mortale è stato averla interrotta sul più bello, con ancora negli occhi la poesia di Cassano, le magie di Pazzini e i voli di Storari.
Chiudo con una domanda, velata di malinconia e impregnata di qualunquismo fino al midollo. C’è chi dice che fritta è buona anche la merda. Può darsi, ma se togliete il fritto cosa rimane?Esatto.
Fanculo. E scusate il francesismo.

lunedì 9 maggio 2011

IN LUTTO

Abuserò dello spazio concessomi in questa rubrica per dedicare qualche parola ad un grande personaggio che da questa notte, purtroppo, non è più tra noi.

Di lui non leggerete sui giornali o sui rotocalchi, non ve ne parlerà Bruno Vespa e non lo troverete tra qualche anno sui libri di storia, ma lui, Davide, ha vissuto ed ha vissuto proprio qui, nella nostra città, a Genova ed io ho avuto la fortuna di conoscerlo un paio d'anni fa e di averlo come amico in tutto questo breve tempo.

Una fortuna che tutti dovrebbero avere, perché Davide era una di quelle persone che nella vita si spera sempre d'incontrare. Aveva studiato economia come me ma, a differenza mia, non era stonato ed amava cantare, perciò, vorrei dirgli ciao con una canzone...

cliccate tutti sul TITOLO e dite forte con me: Ciao campione!

Dott. A.

Mauro Boselli


Cari lettori di in-coscienza, prima di lasciarmi cullare dolcemente tra le braccia di Morfeo (intendendo la divinità greca e non il Domenico ex-calciatore) voglio raccontarvi la parabola del buon Mauro.
Nato a Buenos Aires il 22 maggio del 1985, si scopre fin da subito essere discreto giocatore di futbol.
Spronato dai genitori e dalla sua forza di volontà approda nel Boca Juniors, uno dei principali club argentini.
Non sentendosi però realizzato comincia il suo pellegrinaggio in diverse squadre (Malaga, Estudiantes, Wigan) finché non sbarca in prestito in Italia.
Fin da subito la sorte gli è avversa e, complice anche un infortunio, è costretto a vedere sgambettare i suoi compagni e dalla tribuna e dalla panchina.
"Oggetto misterioso" si sente sussurrare per le vie della città.
Ma il tempo passa e Mauro si riprende.
Nonostante tutto viene comunque lasciato in disparte "è fuori condizione!" si giustifica l'allenatore.
Ma i maligni la pensano diversamente. Nella sua società Mauro è in prestito (con un elevato costo di acquisto), giocando toglierebbe spazio a chi invece è di proprietà facendone scendere il valore e, di conseguenza, i dindini nelle casse societarie.
Sfortunato.
Ma Mauro ha il carattere dalla sua, non si perde d'animo e l'08 maggio 2011, mentre i suoi compagni stanno giocando una partita molto sentita che si sta avviando verso un "dolcissimo" pareggio, viene avvicinato dal mister che gli dice "te la senti di fare qualche minuto?", l'idea è più che altro perder tempo.
Mauro non esita ed al 97esimo succede l'incredibile.
Grazie Mauro, ovunque tu sarai l'anno prossimo io ti ricorderò sempre.
Non succede, ma se succede...

domenica 8 maggio 2011

Sciopero


Lavoro tutta la settimana come un negro, ma venerdì scorso, proprio mentre stavo in ufficio, c’è stato lo sciopero generale dei lavoratori al quale ho deciso di aderire qui sul blog, nonostante qualcuno mi abbia ricordato che una volta ho detto che la flessibilità è giusta. Lo confermo, ma se si rischia di rubare il futuro ad un'intera generazione allora vale la pena scioperare.
Dott. A.

venerdì 6 maggio 2011

Prossimamente sul mio comodino...

Periodicamente sento il bisogno di andare in libreria.. passare tra gli scaffali, guardare le copertine, leggere le trame dei libri che potrebbero interessarmi, é una cosa che mi rilassa.
Qualche giorno fa ho fatto così.. ho adocchiato qualche libro, ho cercato qualche recensione su internet e poi sono passata all'acquisto (ed ogni volta mi stupisco dei prezzi dei libri!).
Ecco i libri che ho comprato...




Premessa: mi piacciono particolarmente i libri che narrano la storia di una famiglia, con i suoi personaggi e i suoi aneddoti (consiglio a chi piace il genere "ogni casa ha bisogno di un balcone" di Rina Frank, "é andata così" di Meir Shalev) e "un filo d'olio" mi é sembrato quello giusto o almeno spero!








Dell'autore, Marco Malvaldi, ho già letto "odore di chiuso", un giallo ambientato alla fine del 1800 in un maniero della maremma toscana. Il tono ironico che caratterizza la scrittura del Malvaldi rende il romanzo non il solito giallo, ma qualcosa di più, lo consiglio!
E spero di potervi consigliare prossimamente anche "la briscola in cinque"..






Un po' da sana chick lit!
Mi ha incuriosito il titolo e mi hanno convinto le varie recensioni, tutte positive, trovate su internet ed, in modo particolare, quella letta sul n. 16 di Vanity Fair del 27/4/2011...scritta da un uomo!









Non avete letto "studio illegale" di Duchesne (Federico Baccomo)??Fatelo!!
Quello che ho comprato io é il suo secondo romanzo.. ed in realtà é già sul mio comodino (ed in borsa facendomi compagnia durante i miei viaggi in treno casa-lavoro e lavoro-casa) e devo dire che promette bene!

giovedì 5 maggio 2011

L'opinione di un cretino


In occasione della votazione tenutasi mercoledì 04.05 u.s. relativa alla missione dell'Italia in Libia, il nostro amatissimo senatur, sempre coerente, ha ribadito ancora una volta di più, in tema "ma n'do vai se la banana non ce l'hai", il seguente concetto: "la Lega [...] ce l'ha sempre duro!".
Fino a poco tempo fa, tra un "bunga bunga con Lele" ed un "bunga bunga con Fede" chi sembrava averlo veramente duro era Mr. B. (e non Mr. T, noto wrestler ed interprete della famosa serie tv degli anni '80 A-Team); c'era addirittura chi lo definiva "sempre pronto", ma a far cosa non si sa'.
Ormai delle Olgettine non ne parla più neppure il Tg1 di Minzolini, ah, no, beh, in verità ho citato forse l'unico telegiornale che non ne ha mai parlato.
Ricomincio.
Ormai delle Olgettine non ne parla più neppure il tg de La7 col "mitragliaMentana" che, fortuna sua, riusciva ad occupare buoni 25 minuti del suo tiggì. Ma ora che fa? Si barcamena con notizuole stile "balla di fieno che rotola nel deserto". Fortuna che è stato ammazzato Obama, ops, scusate Osama, sennò di che aveva da parlà?
In questo assordante silenzio (ossimoro ormai inflazionato) che difinirei "erotico" ci ha, dunque, pensato il leader del Carroccio a riscaldare i bollenti spiriti.
Ma mi sorge il solito dubbio. Chi se l'è preso in quel postaccio?
Vuoi vedere che Mr. B. per rimanere al suo posticino, si è una volta ancora chinato a raccogliere la saponetta?
A voi in-coscienti l'ardua risposta.

martedì 3 maggio 2011

Bricklane


Wake up Genova, brit-pop is back!
Tornano ad incantare la movida genovese i Bricklane che con il loro EP d'esordio, "Same chords 'till 4am", hanno riempito di note in pieno stile british il teatro Hops Altrove, alternando adrenalina pura a ballate in pieno stile "accendino in mano e vai di limonata".
Nell'estate del 2009, il chitarrista Alfredo "Cantellone" Cantelli ed il batterista Eugenio Ruocco vengono colpiti da una vampata di calore e nel delirio del momento sfornano un'idea che razionalmente fiorisce e sboccia nel giardino della Biblioteca Berio, a Genova, dove senza troppi fronzoli Francesco Calore mette a disposizione il suo timbro vocale, Matteo "Mela" Milazzi gli va dietro donando gentilmente anche gli accordi della sua chitarra e Stefano Russo fa il resto, travolgendo il tutto col suono del suo basso: ecco nati i Bricklane.
La prima info che vi offro segue a ruota la banale domandina che per prima tutti si pongono: "che cazzo vuol dire Bricklane?". Bricklane è semplicemente rendere omaggio ad una strada che per oltre un chilometro attraversa uno dei quartieri più multietnici di Londra. Tutto qua. Ed il suo suono very british fa il resto.
"Non definiteci un gruppo indie-rock!!!", tuona Matteo "Mela" Milazzi. "Sarebbe banale. Piuttosto siamo dei brit-poppers. Anche se nel nostro EP le contaminazioni musicali sono tante, dal momento che abbiamo tutti gusti diversi".
Ascoltato il cd, la seconda question vien da sé: chi scrive i testi? Gli autori sono, principalmente, Matteo "Mela" Milazzi e Francesco Calore che insieme con gli altri componenti del gruppo si accomodano, poi, in saletta e offrono "sangue, sudore e lacrime" (per dirla alla Churchill) con l'intento di regalare melodie coinvolgenti e reef che, a detta dei più, "fanno godere!".
Gli assoli di Alfredo "Cantellone" Cantelli (con la sua Epiphone ed il pedalino personalizzato), l'indispensabile collante sprigionato dal basso di Stefano Russo e le incessanti rullate di Eugenio Ruocco, beh, "that's all folks!".
I quasi 27 minuti dei loro brani inediti tracciano una linea di confine tra quello che sono i Bricklane e tutto il resto.
Dai ritmi incalzanti di "And I Know" e "Getting Born Again" alle più dolci note di "Road to Nowhereland" ed "Orange Amber" (mia preferita) - con le tastiere strofinate da Alfredo Sarpero -, il tutto con in mezzo "Stay" ed il non plus ultra dell'omaggio ad uno dei videogiochi più videogiocati di sempre: Crash Bandicoot diventa protagonista anche di "Mr. Redfox".
Tranquilli, tranquilli, non mi sono dimenticato della traccia #1.
Il disco, infatti, si apre con quello che è anche il loro primo singolo, ovvero "Apple Juice" che presto diventerà un video girato da Mario Aloi (aspettiamoci ulteriori fuochi d'artificio); qui potete vedere una perfomace dal vivo (nella quale tuttavia manca Francesco Calore, all'epoca ancora in Finlandia).
Intasate la loro pagina MySpace (ecco l'indirizzo http://www.myspace.com/bricklaneband) e seguiteli anche su Facebook, meritano decisamente!
Io cos'ho fatto? Beh, mi sono procurato il cd e l'ho caricato sull'iPod.
Play.
E voi? Cosa aspettate?

(foto tratta dal sito http://www.myspace.com/bricklaneband/)

domenica 1 maggio 2011

Momenti

Ci sono momenti in cui senti che tutto ti sta scivolando via dalle mani..
Ci sono momenti in cui ti senti terribilmente sola..
Ci sono momenti in cui tutto ha un aspetto diverso dal solito..
Ci sono momenti in cui il solo pensiero di dover andare avanti come se nulla fosse ti fa rabbrividire..
Ci sono momenti in cui credi e temi che questi momenti non passeranno mai..
In questo momento sto vivendo tutti questi momenti..fortunata eh??
..ma nella vita tutto passa, purtroppo o per fortuna..
Aspettiamo.
(ci vorrebbe una bella vetrina di Tiffany..)