martedì 23 dicembre 2014

on air.






"So don't go away, say what you say 



Say that you'll stay, forever and a day 

In the time of my life".






Oasis - Don't go away -

domenica 9 novembre 2014

"Momenti di quasi gloria" nel racconto di Christian Roccati By Dott_A


"E' una biografia di 15 anni della mia vita. Da quando sono un ragazzino a 23 anni. Ci sono circa 10 anni di competizioni... faccio capire tutto ciò a cui si deve rinunciare per arrivare a certi livelli. Un inseguimento continuo in cui parlo di cose molto personali... La forma e il livello tecnico salgono, ma mai fino alla vittoria su tutto. Non arrivo mai a essere il più forte, sono uno molto molto forte, ma non primeggio, ci sono record e vittorie una dietro l'altra ma anche sconfitte e mancanze e  poi mille cose divertenti aneddoti avventure, di tutto un po', mentre pochi anni passano ma sembrano tantissimi e cambiano le mode, le usanze, le canzoni e via discorrendo..."
Christian Roccati

Buonasera Roccati e ben tornato su In-Coscienza!
 
Non ho ancora finito di leggere la guida sulle ferrate (n.d.r. si veda l'ultimo post del Dott_A) che già la trovo sulla copertina di un nuovo libro, con pizzetto curato ed un quadricipite d'acciaio.
Per un attimo ho pensato fosse la biografia di un passato da tronista, ma se non erro lei non ha mai fatto parte della scuderia di Lele Mora, per cui ci aiuti a capire meglio, anzitutto il titolo, perché Sette Nero?

CR:
Buonasera a voi! ...è un piacere tornare! Non ho la televisione da anni, eppure ho capito la battuta... ciò a dice lunga sul lato oscuro della forza della scatoletta colorata che fa casino. Dunque partiamo dallo spoiler: se vi dico perché si chiama Sette Nero, che lo prendete a fare il libro? Diciamo che chiunque capirà il significato del titolo durante la lettura e che un agonista certamente sarà in grado sentirne appieno l'importanza.

Dott_A: Tutti amiamo leggere le storie dei primi, dei campioni e tutti ci esaltiamo rivivendo le vittorie degli atleti leggendari mentre, da come ne parla lei, questa sembrerebbe più la biografia di una vita da mediano é così o c'è di piú?

CR: In questo libro cerco di far capire cosa ci sia dietro un'immagine, quella del campione. Le persone pensano sempre al numero uno, il quale deve soltanto correre, basta quello. Il fortissimo è nato così, confezionato alla nascita, pedone di un destino immutabile. In realtà nessuno ha in mente quanto si possa sacrificare per credere in un ideale, in un sogno, in una fede. La maggior parte delle persone preferiscono andare allo stadio stando a guardare e poi affermare "noi abbiamo fatto, noi abbiamo giocato". Il campione è un alieno, uno fuori dal branco, uno che non esiste, e può vantare gloria e fortuna, ma lo stesso non può accadere a uno di noi, a uno "normale". In Sette Nero cerco di far capire alle persone, che volendo con determinazione assoluta, con sacrifici enormi, è possibile raggiungere ciò che si desidera. E se anche non si ottenesse la gloria assoluta, la vittoria suprema, ma "solo" una quasi-gloria, si vivrebbe un'esistenza davvero unica. Basta credere fermamente e non arrendersi. Quanto al mediano... che cos'è la gloria? Quando una persona davvero ha vinto? Avete presente quando guardate le Olimpiadi e focalizzate l'attenzione sul campione assoluto? Tutti sanno chi è Usain Bolt giusto? Ma chi presta attenzione al quinto o al sesto? Provate a pensare per esempio al nono centometrista al mondo, quello escluso dalla finale: si tratta di un uomo che può dire che ci sono solo otto persone in tutto il pianeta in grado di batterlo, e nemmeno sempre ma solo quella volta lì, ma lui è più veloce di altri sette miliardi di persone! Se riportiamo il discorso a noi stessi: se vi dicessero che voi siete il nono uomo più veloce al mondo? Allora quella posizione sarebbe una cosa incredibile, a dir poco inconcepibile... La gloria è solo un punto di vista, a qualsiasi livello.


Dott_A:
Questo è il suo ventiquattresimo libro, ed ormai abbiamo capito che non lo fa per soldi, allora che cosa l'ha spinta questa volta? La ricerca del quarto d'ora di celebrità che ha mancato in gioventù o forse il pensiero che anche una vita normale merita di essere raccontata? 

CR: Bella domanda questa, bravo...è molto semplice... io non faccio lo scrittore, io sono uno scrittore. Non posso non scrivere. Non mi interessa che il mio volto sia conosciuto, anzi se potessi restare per sempre non riconoscibile sarebbe ideale... Ma le mie parole, quelle si, non posso non condividerle. Il racconto nella mia testa non si interrompe mai, semplicemente ogni tanto lo trascrivo e condivido. Ora dirò una cosa per cui diverrò antipatico a tre quarti della gente che legge, ma mi piace la sincerità. Non mi interessa diventare ricco, non voglio essere l'amministratore delegato di una multinazionale, il padrone di chissà che ditta, o il miliardario di turno, non desidero vincere alla lotteria ma voglio "diventare Roccati". Mi spiego: nella prima metà del '900 ci saranno stati dei mega dirigenti milionari giusto? Vi ricordate i loro nomi? Io credo di no, eppure, Ernest Hemingway scommetto che sapete chi è. E alla fine dell'800 ci saranno stati degli uomini ricchi e potenti, vi ricordate qualche nome? Non penso, ma credo che Jack London invece sappiate chi sia. Ernest credeva di essere Hemingway come John Griffith pensava di poter diventare Jack London, erano tutti gli altri a non saperlo. Sto facendo la mia lunghissima gavetta e mi ci vorranno ancora anni di questa palestra letteraria prima di poter produrre i libri che ho nel cassetto, facendoli uscire come li ho in testa... pian piano ci sto arrivando... Christian vuole diventare Roccati. Ho solo settant'anni davanti, se proprio mi va bene... è una corsa velocissima contro il tempo. Poi aggiungo... con la mia opera letteraria collaterale, guide, manifestazioni, conferenze e via discorrendo, ho migliorato parecchio il piccolo mondo che ho vicino... ho contribuito all'economia di vallate depresse, ho sostenuto progetti a favore dell'Africa, del Nepal e di svariate altre aree, vicine e lontane, ho sostenuto la sicurezza sul lavoro e l'ecosostenibilità, fatto migliaia di ore di volontariato per fini sociali... la mia penna può piacere o meno, ma a qualche cosa serve al di là del fine personale.


Dott_A:
Prima di salutarla, come sempre, le domando se abbia qualcosa in programma per il futuro? E scommetto che non ci deluderà.

CR: Trascurando i progetti accantonati o saltati, sempre molti, al momento sto preparando i vari calendari di serate e conferenze, ultimando una guida alle racchette da neve che uscirà a gennaio 2015, impostandone due di escursionismo molto particolari per la fine della primavera e per l'estate, evolvendo la biografia di un atleta tra i più forti al mondo, forse per fine anno. Nel frattempo ho ultimato un libro di racconti che però evolverò ulteriormente per l'anno venturo, cioè il 2016. Ho già moltissime richieste per il 2016 e 2017... se avrò il livello necessario, mi farebbe piacere iniziare finalmente con i romanzi, il teatro e le mostre pittoriche per quel periodo. Vedremo se sarò pronto. Panta Rei. Io ci credo.
 
Bene Roccati, vedo che non ha ancora acquisito il dono della sintesi e questo mi fa molto piacere. Il giorno in cui risponderà alle mie domande con tre parole preconfezionate significherà che qualcosa si è spento e non sarà diverso da un qualsiasi calciatore che va ad incassare un gettone di presenza a "Quelli che il Calcio". Per il momento, invece, a noi piace così e la aspettiamo con i suoi prossimi progetti augurandole come sempre di realizzarli tutti!
 
By Dott_A
 
 

mercoledì 8 ottobre 2014

Camminando in bilico su "Le più belle ferrate sulle montagne del nordovest"


La nuova guida di Christian Roccati
Intervista by Dott_A
Formato 13x21_208 pagine_Edizioni del Capricorno
 
Un libercolo di 208 pagine per raccontarci itinerari per tutti i gusti. Dalle grandi salite classiche a quelle poco conosciute o di recente realizzazione; percorsi con diversi gradi di difficoltà, adatti anche a chi per la prima volta si cimenta con i sentieri attrezzati. Dalle Alpi del mare in Liguria, tra la val d’Aveto e il promontorio di Portofino, ai percorsi al cospetto dei maestosi giganti di pietra e ghiaccio valdostani, passando per gli impressionanti orridi piemontesi.
Il volume contiene anche un vero e proprio «manuale del ferratista» con la storia dei percorsi attrezzati, le indicazioni sulla preparazione necessaria per affrontare al meglio gli itinerari presentati e nozioni su attrezzatura e vestiario adatti a questa disciplina. E in più, dettagliate cartine che illustrano il percorso e schede tecniche con tutte le informazioni utili al lettore.
 
Ma facciamo raccontare meglio di cosa si tratta direttamente dall'autore:

Dott_A: Buonasera Roccati e ben tornato su In-coscienza! Ci racconti un po' che cosa significa andare per ferrate. E' una cosa da duri o una disciplina alla portata di tutti?
 
C.R.: Buongiorno a voi, è sempre un piacere e non è circostanza! Venendo alla domanda...né l'una, né l'altra al momento, ma con le dovute accortezze, potrebbe diventare davvero una disciplina per tutti. Più di mezzo secolo fa i percorsi attrezzati, figli di storici natali, erano sentieri di avvicinamento per alpinisti a ovest e raccordi agevolati per soldati a est. Nella scorsa decade le ferrate vennero ingiustamente relegate a terreno per escursionisti attrezzati. Oggi il ferratista è un appassionato outdoor dotato di preparazione ed equipaggiamento tecnico a norma.
Si può quindi affermare che andar per ferrate, adesso, possa essere una disciplina a misura d'uomo, di qualsiasi appassionato, a patto che egli sia consapevole e addestrato.

 
Dott_A: Parliamo un po' di sicurezza. Quest'estate sulle ferrate di tutta Italia si sono registrati diversi incidenti mortali e numerosi interventi dei volontari del Soccorso Alpino e delle forze dell'ordine. La maggior parte di questi incidenti, bisogna dirlo, sembrano dovuti all'incompetenza o alla "leggerezza" di chi affronta i percorsi, spesso non equipaggiato. Dove sta il problema? Siamo noi italiani ad essere superficiali e disattenti oppure non si è fatta ancora sufficiente informazione in questo ambito?

CR: È esattamente ciò di cui parlavo. Le persone in genere non concepiscono la differenza tra rischio e pericolo: il primo è la percentuale d'incorrere nel secondo. Le ferrate sono percorsi agevolati a basso rischio, in quanto è molto difficile cadere, ma in caso di incidente esse hanno un pericolo potenziale molto alto. Cadere da una parete, ferrata o meno, non cambia! Il ferratista si espone ad alti fattori di caduta per ragioni tecniche che non sto ora qui a spiegare. Per questi motivi un addestramento specifico e il dovuto rispetto, trasformano percorsi potenzialmente pericolosi in itinerari davvero sicuri e alla portata di tutti. È semplicemente una questione culturale. ...Quest'ultima frase del resto si può applicare a moltissimi ambiti in Italia.

Dott_A: Parliamo ora di equipaggiamento, qual è l'attrezzatura minima che occorre per affrontare una ferrata? E' una mera evoluzione dell'escursionismo, e quindi bastano un paio di scarponi ed una giacca a vento, oppure c'è di più?

CR: Un ferratista dev'esser dotato di imbrago consono, casco e kit da ferrata, ovviamente certificati a norma. Guanti, scarponi, vestiario, devono seguire le moderne evoluzioni e la stessa regola deve esser seguita per i suppellettili di emergenza, dal primo soccorso ai teli alluminati. Chi si approccia deve non solo conoscere questi DPI (Dispositivo di Protezione Individuale), ma anche saperli usare.  Non posso salire in macchina senza saper nulla e tentare un viaggio di fortuna giusto? Perché allora dovrei poterlo fare in parete?
Quanto alle ferrate come evoluzione dell'escursionismo: no, non è così, la storia ce lo insegna, sia quella delle ferrate, partite con una delle prime ascensioni alpinistiche in Francia, (1492 Antoine de Ville, mont Aiguille), sia quella dei citati incidenti...
 

Dott_A: Abbiamo parlato di sicurezza e di equipaggiamento, ora non resta che comprare il suo libro e partire, ma prima di mettersi in macchina ci dica  due cose:
- qual'è il suo itinerario preferito tra quelli presentati nella guida? 
- il lettore che prima di partire avesse qualche dubbio dove può contattarla?

CR: Reputo che un ferratista dovrebbe acquistare un libro solo dopo il dovuto addestramento e poi godersi le meraviglie che questa nostra magnifica Italia ci dona, attraverso la guida.  Dato che spesso non è così, nei miei libri dedico sempre una copiosa porzione iniziale alla manualistica. Anche in LE PIU' BELLE FERRATE DELLE MONTAGNE DEL NORD OVEST ho dato un ampio spazio a un manuale che tratti tutti gli argomenti prima citati. Non posso sostituirmi con le parole all'addestramento che un ferratista dovrebbe possedere, ma provo in qualche modo a stimolare le coscienze.
Nella guida ci sono molti percorsi, è davvero difficile dire il più bello...hanno peculiarità, quote, caratteristiche tecniche e ambientali, completamente diverse. Ci sono giri lunghi, corti, con poco o tanto sviluppo, più o meno rocciosi, più o meno cablati. Credo che il lettore potrà dare la vera sentenza, del resto è lui il protagonista del libro.
Quanto al contattarmi...chiunque può scrivermi in qualsiasi momento, rispondo ogni notte: www.christian-roccati.com mi sembra il minimo che qualsiasi autore di qualsiasi tipologia di libro dovrebbe fare.

Grazie Christian Roccati e buone ferrate a tutti!



lunedì 29 settembre 2014

Ultimamente, due cose mi vengono particolarmente bene:

1. sognare ad occhi aperti;

2. mandare il curriculum a destra e a manca.



http://www.bonsai.tv/foto/le-geniali-vignette-di-nabhan-abdullatif_8509.html

sabato 23 agosto 2014

Intervista a Christian Roccati by Dott_A

Carissimi lettori, dopo la pausa estiva torna La Punzicata del Dott_A con un'intervista inedita a Christian Roccati!

Vi starete chiedendo chi è questo qui e perchè non abbia scritto un bel post sul bikini della Boschi con ampi dettagli del suo culone burroso. La risposta è semplice, la Boschi mi sta sulle palle e scoprirete che Roccati, seppur piú peloso, è un personaggio molto interessante, non come una cubista californiana, ma comunque tutto da scoprire!

Roccati è scrittore, alpinista e storico, accademico e testimonial del GISM, ex membro della commissione centrale delle pubblicazioni del CAI. Ha al suo attivo la produzione di 24 libri, centinaia di articoli e foto, numerose mostre, 3 premi letterari nazionali, 7 incarichi da addetto stampa nazionale, 130 conferenze. Presiede la delegazione ligure dell'Accademia d'Arte e Cultura Alpina. Ex Atleta con 8 podi campionati italiani e numerosi record in atletica leggera, pratica ogni disciplina in ambito naturale: scalata su roccia e ghiaccio, canyoning, speleologia, ultratrail, escursionismo invernale ed estivo, alpinismo, mtb, sci, tree
climbing, slack line e subacquea. 


E allora che intervista sia!

Dott_A: "Allora Roccati, anzitutto benvenuto su In-Coscienza. Lei è un po' un Maestro Do Nascimento per me, ma questa è La Punzicata per cui dovrò essere imparziale e sgradevole come piace ai miei lettori...Vediamo un po', lei scrive libri, è stato atleta, arrampica, pratica l'alpinismo, gira in mountain bike, rilascia interviste su TV e giornali, dimentico qualcosa?"

CR: "...La parte fondamentale, sono una sorta di asceta. Tutto ciò che faccio è al servizio di una "missione", un evoluzione personale trascendente che spero mi permetta di andare oltre e di migliorare il mondo intorno a me. Il canyoning, la speleologia, le tante attività, le pubblicazioni, sono tutti sintomi al servizio di questa "malattia". Malato di "Oltre" e di "crocerossismo" per il mondo con cui cerco d'essere in totale contatto."


Dott_A: "Fare così tante attivitá non è da tutti, ci dica la veritá, lei usa il viagra? E se non lo usa ci sveli il suo segreto, dove prende l'energia per tutto questo?"


CR: "Ho il "problema" contrario... Non posso non vivere al 1000%. Non è sempre una cosa positiva. Anche nei rapporti, non ho filtri, vado sempre al cuore. Sempre. Non tutto il mondo gradisce una persona per la quale si è trasparenti. Non posso non inseguire la mia "missione", sono Shark, se mi fermo, soffoco."


Dott_A: "Cambiando argomento, io l'ho conosciuta in qualitá di conferenziere un lontano venerdì sera. Lei tiene le sue conferenze gratis, spiega ai dilettanti come il sottoscritto il modo di godersi la montagna senza morire tra atroci dolori e regala pure buoni sconto ai partecipanti (n.d.r. io ho partecipato alle conferenze di Christian Roccati presso il Salewa Mountain Shop di Genova). Insomma, non sarebbe meglio se andasse per figa il venerdì sera? Cosa la spinge a fare questo e cos'ha in programma per i prossimi mesi?"


CR: "Le conferenze alla Salewa sono soltanto una piccolissima parte di quelle che tengo. Ne orgnizzo (o vengo invitato) tutti i mesi, al momento nel nord Italia e da molti anni. E' uno dei miei modi per migliorare il mondo intorno a me con ciò che posso dare. Organizzo anche una quantità vastissima di corsi di tante discipline, agisco sul territorio fisicamente per porre rimedi a varie problematiche e stimolare turismo 
ecocompatibile, insieme a un piccolo manipolo di appassionati, sempre le stesse facc ovviamente, dato che non lo facciamo solo gratis, ma anzi a nostre spese! L'elenco sarebbe lunghissimo a partire dai raduni per donatori di sangue, ai contributi con UISP, o con il GISM, o PER Finale for Nepal, o con la Outdoor Liguria, o con l'AIC, o per i vari CAI, o fra poco con la Sisport, prima con l'atletica, ecc... ecc... Al momento ad esempio sto contribuendo a organizzare il citato meeting internazionale di Finale le cui conseguenze dirette sono ad esempio la costruzione di scuole per bambini in Nepal. Presto supporterò un progetto UISP sul Kurdistan avviato (non da me) lo scorso anno. Si può fare molto per il mondo, questo è il mio modo di fare politica, parola estremamente nobile, oramai appaiata al "male". E capita magari che qualcuno veda un ambiente migliore intorno a sé e che qualcun altro abbia la vita salva o semplicemente più bella, quindi perché non farlo. Quanto all'andare per figa... faccio ogni cosa con pile inesauribili."


Dott_A: "Io amo leggere di montagna e sui libri dei grandi del passato come Walter Bonatti e Reinhold Messner ho spesso trovato critiche all'alpinismo moderno per la troppa tecnologia applicata alla montagna. Oggi, invece, personaggi come Simone Moro o David Lama postano i selfie delle proprie scalate e portano i droni in Himalaya. Lei che è anche     scrittore cosa ne pensa di tutto questo? È giusto che i grandi alpinisti oggi postino sui social le proprie imprese o servirebbe un ritorno alla tradizione?"


CR: "É una domanda molto interessante che ho più volte affrontato in accademia e nei convegni. E' da tagliare per orizzontale a mio parere. Non c'è divergenza con il passato, ci sono alpinisti di punta che sognano di viver di montagna e lo fanno con i mezzi che hanno. La maggior parte degli scalatori sono incredibili narcisisti e dev'esser così o morirebbero in parete. Moro è un bravo ragazzo che ha fatto grandi cose e quanto alla propria presentazione non diverso dai suoi patriarchi. Messner è stato il primo veicolatore d'immagine su vasta scala, non solo per le pubblicità ma per 
tutto l'insieme di proposte del proprio personaggio. Molti lo hanno criticato per la ricerca spasmodica del guadagno, ma non è così, si tratta principalmente di invidia. Messner ricercò il limite mentale, a ciò conseguì quello fisico. Ricordiamo il VII grado, l'Everest senza ossigeno. Per fare questo entrò nella macchina del lavoro. Un imprenditore qualsiasi non fa lo stesso? Bonatti, altro grandissimo, era il volto di "Epoca", non dimentichiamoci la quantità di interviste libri e riedizioni... potremmo aprire un capitolo. Tutti gli alpinisti di punta entrano in questo meccanismo e molti ci lasciano la ghirba, si pensi al più grande poeta Patrick Berhault. Allora tagliamo in orizzontale... ci sono loro e ci sono gli altri, quelli sconosciuti, quelli che vanno in montagna per andare in montagna. Quelli di cui non sapremo mai e che non necessitano di tutta questa carica mediatica. I personaggi c'erano prima e ci saranno poi. Puri e meno puri. Tra i VIP e tra i non VIP, ci saranno sempre e comunque le persone alla ricerca di trascendenza e quelle che invece non provano nulla. Penso che in cima alle montagne si posino pensieri... chi ci trova sogni e dei e chi immagina non ci sia alcunché. Una volta raggiunta la cima ognuno scorge ciò che lì vi ha posato. Alcuni solo "ombre e polvere"."


Dott_A: "Come sa io parlerei di montagna per ore ma temo di aver tediato abbastanza i miei lettori e mi giocherei un braccio che in questo momento sono già sintonizzati su you porn, perció sará meglio concludere...Prima di salutarci peró ci lasci con qualche bomba alla Maurizio Mosca e un messaggio per tutti quelli che ancora preferiscono la riviera romagnola ad una sana dormita in rifugio con meno 10 gradi"


CR: "Scrivo tante tipologie di libri anche se sono un narratore. Credo che i miei lettori trovino nelle mie pubblicazioni guidebook possibilità per godersi la natura nella totale rilassatezza, tra giri in cascate, laghi, pareti e persino spiagge, con escursioni da dieci minuti a venti ore. Ce n'è per tutti. Quindi non dite mai "se", non usate mai il condizionale, la natura è davvero per tutti. Avete voglia di vivere, prendete un libro e andate! Per quanto mi riguarda, mi sto addestrando per alcune concatenazioni molto difficili che spero di poter concludere nel prossimo anno. Nel fratempo finirò tre libri di narrativa, che usciranno uno dopo l'altro entro 20 mesi. Il primo di essi, "Sette Nero" lo consegno lunedì... Chi lo legge? Fra un mese è fuori! Buona Montagna ragazzi!"




Testato dal Dott_A



Testato dal Dott_A





domenica 3 agosto 2014

Domenica sera.

Mamma: "cosa mangiamo stasera?"
Amarillys: "io avrei voglia di pizza!" (come sempre, direbbe qualcuno)
Mamma: "ok, impastiamola!"

E dopo più di un'ora ne è uscito un CAPOLAVORO.

http://instagram.com/p/rPyshCGKqH/

mercoledì 21 maggio 2014

lunedì 7 aprile 2014

Lunedì.

Questa mattina il dentista mi ha tolto il dente del giudizio ed io mi sono presa una giornata di pausa dal lavoro.
Cose fatte,nell'ordine:
- the good wife: la 5x16, quella in cui dicono (NON CONTINUARE: SPOILER!!!!!!) ad Alicia che Will e' morto. Io speravo di essere da sola a casa a guardare questa puntata,proprio questa puntata,per immergermi senza vergogna nella valle di lacrime e invece..
- the big bang theory: ne avevo bisogno per riprendermi dalla morte di Will e, grazie a Dio, Shelodon e' sempre una garanzia.
- tazzona di gelato e brufen, ahimè, l'effetto dell'anestesia dura sempre troppo poco.
- letto e libro:sto leggendo vento scomposto della Hornby e mi ha sorpresa, davvero bello, ve lo consiglio!
- dormita di un'ora e mezza.
- pranzo all'ora della merenda: una frullata di frutta e yogurt e altro gelato - fortunata - direte voi - voglio una pizza - dico io.
- Grey's Anatomy: bah, finora nessun pazzo che entra e spara a tutti, nessun aereo che cade, insomma, sono ancora tutti vivi. Shonda, non ti riconosco quasi più.
- ancora letto, ancora libro e altra mezz'oretta di sonno.

Peccato fosse il quarto e ultimo dente del giudizio..

venerdì 21 marzo 2014

Oggi ho compiuto gli anni, 30 per la precisazione, ma grazie a mia madre mi sento sempre una bambina.

Conversazione di questa mattina:

"se ti prepari il pranzo stai attenta a come apri la scatoletta del tonno!"

"certo mamma.."

mercoledì 19 marzo 2014

Shantaram.

Nel momento in cui mi rendo conto di essermi affezionata ai personaggi, ecco, in quel momento lì capisco che il libro che sto leggendo mi piace.

Ma, per shantaram, non è solo questo, è diverso.




Mi mancano 6 pagine per finirlo e continuo a posticiparne la lettura: da una parte voglio sapere come finisce, ma, dall'altra, non posso accettare che finisca!

E' tanto scorrevole nella narrazione, quanto pesante, fisicamente parlando, e da qui l'assoluta necessità del kindle. Sempre così, per dire.

sabato 8 marzo 2014

Per dire.

"Certo che i miei viaggi in treno sarebbero tutta un'altra cosa con l'ipad."

Disse la fanciulla a due settimane dal suo compleanno.

venerdì 7 marzo 2014

on air.


"Disegnavo sulla sabbia i miei progetti esistenziali, miraggi nel deserto, gabbiani senza ali, fervevo di ambizioni di improbabile attuazione, cercavo il treno giusto ma non ero alla stazione
e il destino non deraglia per venirti a cercare "trovare i binari per farsi investire!"
diceva mio nonno capostazione che vide da vicino le ruote di un vagone
nell'ultimo istante prima di morire ed io che pensavo continuasse a scherzare
ma l'unico modo per fare è fare sul serio"

nobraino - i signori della corte -

lunedì 17 febbraio 2014

Domenica.

Brioches e caffè con panna per colazione.
 I colori del mondo a Palazzo Ducale, la nostra mattinata.
In famiglia, per il pranzo.
E nel pomeriggio cinema. Abbiamo visto a proposito di Davis: triste - per me - malinconico - per lui - comunque da vedere.


Cena leggera - nei miei programmi - maccheroni con il sugo e le polpette - nei programmi di mia madre - e come puoi rifiutare?!
Poi cazzeggio: doccia lunga e calda, camomilla e vanity fair.
E oggi si ricomincia.. buon lunedì a tutti!




mercoledì 5 febbraio 2014

12:29



Spiedini di carne di manzo macinata, con cipolle e spezie accompagnati da riso basmati allo zafferano e una salsa di yogurt e spezie.

Ecco cosa ho mangiato ieri sera al ristorante persiano SORAYA di Genova Nervi (prima mi sono concessa un antipasto di melanzane lavorate con yogurt e spezie e dopo il budino al pistacchio).

Locale accogliente, mi ha dato l'impressione di essere a casa della nonna con queste pareti ricoperte di tappezzeria di un azzurro tenue e le vetrinette piene di posate e vassoi in argento.

E il cibo? Otimo! In realtà abbiamo avuto l'impressione che avremmo mangiato bene appena entrati nel locale per la presenza di "autoctoni" che, ormai, consideriamo un valido criterio per valutare un ristorante (criterio collaudato con successo al ristorante peruviano).

La prossima volta, però, mi sa che anch'io opterò per il tè al cardamomo da sorseggiare dopo aver messo in bocca una zolletta di zucchero.
E poi, ma avete visto la tazzina?