venerdì 30 novembre 2012

Torta gorgonzola e pere

Potrebbe essere una buona idea come antipasto in vista delle abbuffate natalizie o, se come me amate le torte salate, vi ritroverete a mangiarla anche a merenda.

Livello di difficoltà - se ci riesce mia sorella.. -

INGREDIENTI: 

- pasta sfoglia;
- 250 gr di gorgonzola dolce;
- 2 pere kaiser mature;
- una manciata di parmigiano.

Tagliate una pera a fettine sottili e l'altra a cubetti e mettetele in acqua fredda e limone. 
Prendete un tegame e ricopritene il fondo con carta forno (va bene anche quella che trovate nella confezione della pasta sfoglia).
Adagiate la pasta sfoglia nel tegame in modo da coprire anche i lati per poi fare il bordo (io prima l'ho stesa con mattarello e farina per renderla un po' più sottile), spargete sul fondo un'abbondante, naturalmente, manciata di parmigiano e il gorgonzola a pezzi.
Strizzate la pera a cubetti e aggiungetela al gorgonzola e mettete sopra la pera a fette.
Fate cuocere in forno già caldo a180 gradi per 40 minuti, quando vedete la pasta sfoglia ben dorata é pronta.
La prossima volta voglio aggiungerci dei gherigli di noci da mettere sul fondo della pasta sfoglia con il parmigiano e, magari, faccio qualche foto e aggiorno il post...

Buon appetito!

 

mercoledì 21 novembre 2012

Inutili consigli, n. 1.


Non penso mi siate mai stati a sentire, ma ciò non toglie che vorrei darvi un breve e saggio consiglio per non beccarvi il raffreddore o, quanto meno, per ritardarne l'avvento (giusto in tema prossimo natalizio).
Non mi dilungherò più di quanto non serva ed arrivo subito al punto.
Cari in-coscienti,
nelle fasi di vestizione, siano esse mattutine, post palestra, post allenamento, post sesso, beh, ricordatevi sempre di partire dall'alto.
Mi spiego.
Per prima cosa mettetevi sempre maglietta e maglioncino. 
Il motivo è semplice e me lo insegnò mio padre con una frase semplice ma al contempo incisiva che recita più o meno così: "guarda che l'uccello mica prende il raffreddore".
Parole sante che però con me non hanno funzionato.
Io ed il raffreddore, infatti, conviviamo pressoché da quando ho coscienza e, più o meno, mi soffierò il naso con due o tre rami di quercia al giorno a forma di Kleenex (il prossimo obiettivo di Greenpeace dopo le baleniere giapponesi, ahimé, sono io).
Quanto scritto, quindi, oltre che essere di cattivo gusto e piuttosto scurrile, non può che rilevarsi un consiglio del menga.
Ergo, se avete qualche suggerimento migliore non esitate, le sorti del mondo sono anche nelle vostre mani.

martedì 20 novembre 2012

Le certezze della vita.

Amo quando ti alzi la mattina, apri il giornale/accendi la radio/la tv e scopri che é la giornata mondiale di qualcosa: della gentilezza, della pace nel mondo, della gioventù, contro l'omofobia, per i diritti delle donne, dell'infanzia, cioè oggi, perché so che vi trasformerete (tutti, uomini e donne, in onore della giornata mondiale della televisione, che é domani)  in piccole Miss Italia piene di buoni propositi e darete il meglio di voi sui social network.




lunedì 19 novembre 2012

Argo (di Ben Affleck).


Chi mi conosce lo sa, ormai un po' come il buon Alessandro Borghese fa con la sua "spruzzatina di pepe", immancabile è ormai la mia breve premessuccia (senza mentuccia) al post che andrete ahi-voi a leggere.
Premettendo che Ben Affleck non si è mai affacciato alla finestra dei miei attori preferiti; premettendo che Ben Affleck non si è mai affacciato - seppur con 2, più questo - alla finestra dei miei registi preferiti; premettendo che film che trattano di argomenti su conflitti medio-orientali-occidentali non hanno mai destato il mio interesse (vedasi, per tutti, Syriana con un Clooney che, guarda caso, co-produce proprio questa pellicola); beh, terminate queste premesse devo ammettere che Argo è un gran bel film.
Tratto da una storia vera, e quindi difficilmente spoilerabile, Argo non è altro che il brillante strumento pensato dalla CIA per portare in salvo sei americani fuggiti dalla loro ambasciata in Iran, posta sotto assedio da un bel gruppetto di locali decisamente incazzati.
Eh già, proprio nel lontano 1979 o giù di li, forse prima ancora che sbarcasse nella balearica Ibiza, in Iran regnava "barra" governava un soggetto chiamato pascià.
Questo pascià iraniano, però, era considerato troppo occidentalizzato e filo-americano per il conservatissimo popolo locale il quale, con la benevolenza che lo contraddistingue, ben riteneva opportuno che la sua fine fosse una serenissima impiccagione di piazza.
Gli amerregani, mai che si facciano li cazzi loro, con un gesto di somma umanità hanno così deciso di  salvare il pascià "ospitandolo" nel proprio paese.
Conseguenza: gli iraniani, già incazzati, sono andati su tutte le furie e da popolo notoriamente pacifico hanno ritenuto opportuno dare la caccia ad ogni americano che legittimamente o meno si trovasse nel loro territorio, mettendo nel mirino quale primo obiettivo proprio l'ambasciata.
Il film inizia con questa ricostruzione, seguita poi dalla vera e propria missione di recupero (esfiltrazione) orchestrata da un barbuto Ben che, commenti del pubblico in sala a me più vicino, "ahahah, sembra Walter Nudo!".
Detto ciò, pur trattando un argomento non propriamente leggero ed "accattivante", il film scivola invece via con una semplicità disarmante, agevolato in questo dalla ingegnosa alternanza tra momenti di tensione e sarcasmo allo stato puro (con un John Goodman ed un Alan Arkin veri maestri, eccezion fatta per l'orribile doppiaggio di quest'ultimo).
Insomma, per sapere come finisce il film non è necessario spendere 7 euro per vederlo, senza violare la legge con inutili download (la parte del puritano non mi si addice) è infatti sufficiente una semplice googolata; se però volete vedere uno dei più bei film, a parer mio, in circolazione, beh, allora vi consiglio vivamente di rinunciare a 7 caffè (sempre che anche da voi il caffè sia caro come qui).

venerdì 16 novembre 2012

Il Derby dei misci.


C'era una volta il due contro zero.


Già, potrebbe iniziare così il primo post dell’ultimo arrivato.

C’erano una volta, stavamo dicendo, i derby di Milito, Palladino, Motta e poi di Palacio, da una parte e di Cassano e Pazzini, Maggio e Campagnaro, dall’altra. Ora loro (perlomeno molti di loro) il derby continuano a giocarloMagari chi giocava insieme si ritrova avversario, chi lo giocava da avversario si ritrova compagno di squadra. Insomma un casino. Ma intanto giocano, segnano, fanno (chi più, chi meno) impazzire lo stadio.

Lo stadio sbagliato, però.

Questo calcio fa SKYfo, si diceva in gradinata.

Ma pare, ci dicono, che sia l’unico modo per vedere la serie A qui a Genova. In alternativa, c’è SKY GO. Con quello, la serie A, la vedi pure in seggiovia.

Così se, per caso, domenica sera qualcuno di voi si ritroverà su una seggiovia, dimenticato dall’omino degli impianti che aveva fretta di andarsi a bere il tanto agognato settimo bombardino del pomeriggio, potrà togliersi i guanti, aprire l’APP più figa dell’APPstore e, dopo essersi rimesso i guanti, guardarsi il Derby della Lanterna.


Quello che, se le cose domenica (pomeriggio) dovessero andare come NON devono andare, vedrà affrontarsi la penultima e l’ultima in classifica. Che se non è un record, poco ci manca.

Già, perché dal due contro zero, dicevamo, se ne è fatta di strada. A ritroso, ma se ne è fatta. Dal due contro zero si è arrivati al 7 contro 5. Vuoi mettere? Grave però che questa volta non si parli di giocatori rossoblù involati nella metàcampo avversaria verso il povero Castellazzi (toh guarda, un altro emigrato). Vuol dire solamente che Genova le due squadre, in circa due mesi, han fatto zero punti. Una collezionando sette sconfitte consecutive, l’altra solo cinque.  Che, anche qui, se non è un record… Beh, no, questo un record lo è, eccome.

Tornando però allo spettacolo che si potrà godere il nostro malcapitato sciatore ritardatario (anche perché tra poco gli si scaricherà la batteria) non possiamo che immaginare una stracittadina all’insegna della paura. Di vincere? Ma quando mai. Della paura di perdere, altrochè.

Della paura di perdere e di non potersi più consolare guardando l’altra metà della città.
Della paura di perdere e ritrovarsi in una posizione di classifica che se non imposti bene l’immagine del televisore, non trovi la tua squadra, perché è lì in basso, a destra, in fondo in fondo.
Della paura di perdere e ritrovarsi nella bratta, per davvero.
Ma dato che nessuno vuol far passare una nottata ancor più del menga al nostro povero sciatore distratto dimenticato in seggiovia, gira voce che gli si voglia far gustare qualcosa di dolce... Quella cosa che però non si dice, perchè fa ingrassare… e farebbe ingrassare soprattutto il sempre famelico procuratore Palazzi.
Però siamo a novembre, gli impianti sciistici, ahimè, sono ancora chiusi e, quindi, sulla seggiovia, pure impegnandosi, il nostro tifoso non può rimanerci.
E allora?
Allora che lo giochino davvero sto derby. E che vinca il… meno peggio. Ma che almeno si possa essere orgogliosi delle proprie squadre. O perlomeno di una.
Che ci si possa sfottere tra amici, parenti e colleghi.
Che ci si possa campanilisticamente vantare con gli amici di fuori della bellezza del derby più bello d’Italia.
Di un derby che… “Oh, merda, ce la beviamo una birra prima dello stadio?

mercoledì 14 novembre 2012

Nuovo writer e nuova rubrica.

In-coscienza fa +2!

Un po' come le preferenze di Google, delle quali ancor oggi non ho a pieno compreso l'utilità, il più simpatico, irriverente, frizzante e nullo tra i blog aggiunge alla sua sgangherata orchestra un nuovo writer ed una nuova rubrica.
Considerato il momento no del sottoscritto, l'ormai atavica assenza di boh!, la casualità degli interventi del Dott. A. ed il fatto che la sola Amarillys stava quasi per finire le cartucce, una ventata di fresca mezza gioventù era necessaria.

Ecco quindi LoZio!
Spiccato sense of houmor, british style e, a detta di tutti, veramente, ma veramente simile ad Ewan McGregor.
Fan sfegatato degli Elio e le storie tese e di un Max Pezzali d'annata, ha recentemente partecipato con interesse e "attivismo" al concerto di Cesare Cremonini.
Genoano.
La sua battuta è pungente quanto uno spadino con un tappo sulla punta, ma se togliete il tappo, beh... attendete e vedrete.

La seconda newwwws è la rubrica Sportshub che integrerà (o sostituirà) la già esistente (in)Sport.
Poche notizie ma condite da una satira che spero vi farà, da un lato, divertire e, dall'altro, non assottigliare ancor di più il già risicato numero di followers presenti, anzi.
Vi comunico già che la prima uscita, ad opera de LoZio, sarà proprio questo venerdì ed avrà ad oggetto il derby della Lanterna.

Come dico sempre, enjoy!

lunedì 12 novembre 2012

Band of Horses.


04 novembre 2012 @ Alcatraz - Milano
Band Of Horses

Ben Bridwell pensavi forse di stupirmi?
Beh, ci sei riuscito.
Mai sentiti live prima d'ora, mai creduti così cazzuti.
Non pensavo, infatti, che le ballate ascoltate in cuffia potessero trasformarsi in pezzi così carichi e pieni d'enfasi da far dimenare perfino la "cugina" di Valderrama che - aihmè - avevo di fianco.
Tra boccoloni biondi che ondeggiavano, mani che tenevano il ritmo di pezzi come Is there a ghost (qualche secondo anche in Fringe, stagione 2, ep. 20), accendini che (sdoganatamente) accompagnavano assieme alla chitarra di Tyler Ramsey la voce di Bridwell intonante On my way back home, sono riuscito a gustarmi The funeral e, soprattutto, The general specific.
Il nuovo album (tra le cui mie preferite rimane - anche dal vivo - Knock knock) ha poi fatto da corollario folk a tutto il resto in un tripudio, nel pubblico, di camicioni (di flanella?) a quadrettoni, un po' retrò, ormai, rispetto al look "maglietta, berrettino e bottiglia di vino" sfoggiato dalla band (si, vabbé, nella foto ci saranno pure camicie, ma la frase mi garbava, oh).

Beh, insomma, io c'ero e tu perché no? (a buon intenditor...)

Mi devo scusare anzitutto per aver fatto delle foto, su Twitter non è stata trovata uscita geniale (tié).
Mi devo poi scusare per le foto in senso stretto, a causa di un Cuba (peraltro malamente retto), patatine e sigaretta (oltre a piogga torrenziale, pizza sulla giacca and co.) non sono riuscito ad andare più vicino.




venerdì 9 novembre 2012

Come promesso

Ecco la ricetta del sugo di salsiccia, sì, proprio quello.

Livello di difficoltà: -se ci riesce mia sorella é un miracolo!-
Ingredienti per sei persone se volete fare il bis, considerate che noi eravamo in dieci:
- salsiccia 800 gr;
- carota, cipolla, alloro, rosmarino;
- salsa di pomodoro (bottiglia da un litro);
- polenta istantanea, una confezione.


Fate un fondo di oilo, carota, cipolla e rosmarino tritato. Quando la cipolla inizia a rosolare aggiungete la salsiccia tagliata in pezzi lunghi più o meno 10 cm.
Fate andare per qualche minuto poi aggiungete mezzo bicchiere di vino rosso e fate evaporare.
Aggiungete la salsa di pomodoro e le foglie di alloro. Io ho usato la salsa fatta da mia madre che è abbastanza liquida e, quindi, ho fatto cuocere il sugo per un paio d'ore, se usate quella comprata probabilmente richiederà meno tempo per cuocere, comunque il sugo non deve essere troppo asciutto.





Quando il sugo é pronto iniziate a fare la polenta. Io ho usato quella istantanea, in pochi minuti é pronta e poi non ho idea di come si faccia la polenta se non così!

Buon appetito.

giovedì 8 novembre 2012

Muse -madness-

Questa canzone non mi fa impazzire, ma lui con quella voce potrebbe anche cantare quarantaquattrogattiinfilaperseicolrestodidue che a me andrebbe comunque bene.





martedì 6 novembre 2012

Mens sana in corpore sano

Prima di fermarmi dal lavoro per studiare, andavo in palestra 4 volte a settimana durante la pausa pranzo (my name is nick può testimoniare in quanto compagno di allenamento).


Premetto: non sono una di quelle fissate con la palestra, non mangio solo proteine né mi presento in tutina alla jane fonda, ormai per me é una piacevole abitudine, io e my name is nick abbiamo fatto gruppetto con altri frequentatori della palestra e più che un vero e proprio impegno é diventato un modo alternativo per trascorrere le due ore di pausa pranzo conciliando il mantenersi in forma ad un po' di cazzeggio.







L'istruttore (per noi simpaticamente il maestro) non ci ha preparato una scheda, ma ci segue passo passo durante l'ora di allenamento dandoci sul momento gli esercizi da fare, fino ad arrivare ad allenarci in perfetto stile marines e, fiera di me, riuscivo a fare 12 piegamenti sulle braccia!
Vi dico solo che il maestro verso fino giugno, dopo mesi di allenamento, con occhi pieni di soddisfazione mi dice non ti davo due lire e invece mi hai stupito, hai la testa dura! Lo prendiamo come un complimento..Poi a fine luglio interrompo l'allenamento. Rientro in studio dopo l'esame e, quindi, torno ad allenarmi.

Ieri primo giorno di palestra dopo due mesi e mezzo di stop. La morte.

Da 12 sono passata a 6, massimo 7 piegamenti sulle braccia, ho lasciato a metà un esercizio per le spalle provocando il dissenso de il maestro, invece di 15 squat ne facevo 10 (spero non legga il blog) e mi sono rifiutata di fare gli affondi con annesso saltello per timore di sbattere in terra, insomma, la schiappa di un tempo.