giovedì 31 maggio 2012

#taci per favore #taci

Ore 8.15 circa.

Treno.

Avendo dimenticato in studio il libro che sto leggendo, cazzeggio su twitter  e accanto a me sento un tizio dire, rivolgendosi ai suoi compagni di viaggio: "ah no, la ballerina (intesa come scarpa) é anti-trombata!"

Alzo lo sguardo io, estimatrice delle ballerine, e lo rivolgo al tizio: jeans,sneakers e tra i due il calzino bianco di spugna. 

Santiddio parli?!ma ti sei visto?!

Lo sguardo prosegue e, superata la banalità della felpa e della polo indossate dal tizio, si posa sul BORSELLO!

Davvero?!A tracolla hai un borsello?!E continui a parlare?!

Il mio sguardo fugge spaventato, il mio buon umore mi impedisce di lanciargli una battutina (che poi sarebbe stato come sparare sulla croce rossa) ed io cerco sollievo condividendo tanto buon gusto nel vestirsi e tanta presunzione nel giudicare le donne con le ballerine su twitter (trovando un my name is nick stupito quanto me per il borsello) perché certe cose é giusto che si sappiano!

mercoledì 30 maggio 2012

Pensieri su di una Vespa.


Dovete sapere che qualsiasi sia il tempo, la Vespa è l'unico mezzo di trasporto che mi conduce sul luogo di (pseudo) lavoro.
La sera, nel tornare a casa, mi capita spesso di pensare (al mattino è impresa assai ardua). Pensare un po' a tutto, ed un po' a niente. Ad argomenti "seri" come a cazzate senza senso.
Intanto penso a quanto la gente sia rincoglionita nel guidare un'auto o un motorino, così tanti vaffanculo come quando sono in Vespa non li tiro neanche... Beh, si dai, neanche.
Spesso mi capita di pensare a tutto quello che mi gira attorno, che vedo mentre vado. Che in fondo, poi, quello che mi passa attorno è ormai lo stesso paesaggio da almeno 15 anni a questa parte, coi suoi piccoli o grandi cambiamenti. Cemento, verde, palazzi. Ecco, i palazzi. Mi chiedo sempre come sia possibile che si riesca a costruire un palazzo di 30 piani in minor tempo rispetto ad un sottopassaggio di 8 metri. E poi allora penso a come sia possibile che a Genova ci sia la metropolitana più inutile della storia ma al tempo stesso con una infinita serie di record: 1) la più corta; 2) la più cara in proporzione costo/chilometraggio; 3) inesorabilmente la più lenta a costruirsi della storia. #soncose.
Spesso poi mi capita di pensare come sia caduto in basso il nostro bel paese, la culla del romanticismo, dell'arte, della scienza, finita a rincorrere salsiccia e crauti, a farsi dare ordini a suon di baguettes sulla testa e sghignazzamenti sotto i baffi. Meno male che uno dei due "baffetti" non c'è più, l'altra (e forse unica baffuta) ha la sua credibilità "crepata" come quel famoso muro nel finire dell'89. "Chi semina vento raccoglie tempesta", come mi è sempre piaciuto questo detto. Beh, due su tre in verità non ci son più. E se "non c'è due senza tre", sempre in tema di detti...
Spesso poi penso alle coincidenze che mi son capitate nella giornata. Io non credo alle coincidenze, però cavolo. Esco dalla palestra, mi viene in mente una persona improbabile ed ecco che pochi metri dopo la incontro. Cazzo il 17. Non sono scaramantico ma ogni volta che guardo l'orologio becco il 17. 09.17, 13.17 e poi le inesorabili 17.17. Penso anche, ritornando al discorso gente, che sì, gente che mi sta sul cazzo ce n'è e parecchia. Ma mi lodo anche perché, secondo me, son bravo nel non darlo a vedere. "Diplomazia cara Iaia, diplomazia".
Diciamo anche che in "20 minuti se non c'è traffico" hai voglia se ci son cose di cui pensare. Tanto è tempo morto. Ecco, poi penso al tempo morto. Non ha senso che ci siano momenti della vita nei quali non si fa niente. In treno è obbligatorio leggere, altrimenti si uccide il tempo. Ascoltare musica ni, leggere si. La musica la si può ascoltare facendo altre cose o prima di dormire. Leggere no. Leggere è una cosa che si fa, quindi, non si perde tempo.
Beh, ho altre cose a cui penso ma penso di avervi tediato abbastanza. Ah, no, in tutto questo po-po' di sensatezza giusto l'altro giorno ho rischiato di mettere sotto uno sulle strisce. Mentre lo stavo mancando per questioni di millimetri, da educato, gli ho gridato "scusa, scusa, scusa". Gentilmente non mi ha nemmeno mandato a cagare. Chapeau.

lunedì 28 maggio 2012

E figuriamoci se potevamo mancare noi.


La cosa tragica di tutto quel che è la questione calcioscommesse è data dal fatto che io tranquillo proprio non ci posso stare, anzi, proprio non mi ci fanno stare.
Mi spiego.
Calcisticamente parlando ho passato un anno di merda.
Il Genoa si è salvato all’ultima di campionato dopo una stagione aberrante sia dal punto di vista delle prestazioni sul campo, sia dal punto di vista ambientale. Mi sono divertito 0 ed incazzato 100, mi è sbucato qualche capello bianco (fa style, lo riconosco, e forse non è nemmeno tutta colpa del Genoa), ho volutamente saltato qualche partita, a testimonianza del drammatico scemare della mia passione. Segnali forti.
Ed ecco che quando si tratta di casini vari il Genoa, direttamente o indirettamente, ci finisce dentro.
Scottato forse dall’affaire valigetta del lontano 2005, ogni volta che si sente parlare di illeciti sportivi, loschi traffici, rigiri di denaro e combine di partite, chissà come mai mi cago sotto. Sarà il mio essere genoano, ovvero pessimista per antonomasia, mi conforto.
Questa mattina, e sottolineerei puntualmente, mi ritrovo sulle prime pagine di ogni giornale on line le foto di Milanetto, Criscito, Sculli e Kaladze, tutti rigorosamente con maglia rossoblu anche se il primo ora è a Padova, il secondo a far vita in Russia ed il terzo ai tempi del fattaccio alla Lazio. Sticazzi.
Certo, un po’ di coerenza vorrebbe che venissero pubblicate foto dei giocatori o con le maglie che indossavano al momento del fatto oppure quelle della squadra in cui milita ora. Stranamente, invece, quelle che vedo son tutte rossoblù.
Fermo restando il dettaglio di cui sopra, che mi colpisce perché è proprio ed unicamente la maglia ciò a cui sono legato (chi la indossa, come si nota, va e viene), porca troia, stranamente ci siamo di nuovo dentro.
Cosa succederà non lo so, “serie A o serie B u grifun l’è sempre chi”  un coro, e cazzo che due coglioni.
Vorrei infine riflettere su ciò che leggo in giro. Io non mi sono mai eretto, non mi ergo e mai mi ergerò a paladino della Giustizia intesa come: sono genoano -> non toccatemi il Genoa -> tutti sono innocenti a prescindere. Dove al posto di “genoano” e “Genoa” può essere messa una X.
Pensando e leggendo in giro penso che l’Italia sia un paese proprio buffo, nei casi di efferati omicidi sono tutti pronti a ricercare il colpevole ad ogni costo. Quando si tocca il calcio, invece, guai, e l’immediata levata di scudi nei confronti del maggiore azionista della Cesare Ragazzi (peraltro corretta perché fino a prova contraria tutti sono innocenti) oltre ad essere pressoché ridicola nei toni, ne è proprio la testimonianza.
Chiudo chiedendo al buon Luca Bizzarri di ri-scrivere due colonnine su quello che purtroppo è il maggior quotidiano genovese, spiegandoci come mai quell’anima pia ed immacolata che è il suo carissimo amico Omar Milanetto (ad oggi innocente, per carità) è stranamente finito in questo pasticciaccio.
Secondo me qualcuno in quell'incredibile derby aveva il compito di dire qualcosa a Boselli, e mi fa strano che proprio due delle persone citate in questo post si siano così tanto incazzate nei confronti di una gradinata che chiedeva solo una cosa: vincere onestamente.

thanks God it's Monday (?!)


E succede che di lunedì io sono di buon umore.

Sono propositiva, ho voglia di fare, progetto gli impegni della settimana, lavorativi e non.


Google images

Lo scorso lunedì l’istruttore in palestra mi ha detto che mi vedeva carica!

Pensate che il lunedì mattina metto in ordine la scrivania in ufficio! E ho detto tutto.

Sarà uno strascico del week end, sarà che la cena della domenica in casa mia ti dà un apporto di calorie ed energia tale da poter vivere di rendita tutta la settimana..

Pensate che prima di mettermi a lavorare, poco fa, ho cercato su internet qualche consiglio per iniziare a prepararmi una colazione sana (frullati di frutta, cereali, yogurt magro, sostituire lo zucchero con il miele o, addirittura, eliminare lo zucchero).
Io. Cibo. Sano.
Non si è mai visto su!




E quindi mi rappresento la possibilità di anticipare la sveglia di almeno mezz’ora per i giorni successivi, alzarmi con calma, prepararmi la colazione sana di cui sopra, magari trovare anche 5 minuti per truccarmi e magari, che ne so, leggere o sfogliare una rivista in tranquillità mentre faccio colazione (sempre quella sana eh) senza dover aggiungere il latte freddo al caffè perché, “cazzo, è bollente ed io tra 10 minuti ho il treno!”

Di lunedì sono sorridente, positiva, ottimista.

E poi, niente, arriva il martedì.

domenica 27 maggio 2012

Consigli per sopravvivere ad un matrimonio.


Io non avrei mai pensato di finire a ballare Eu seu te pego (non so se si scrive così, non ho nemmeno la voglia di googlizzare), #einvece!
Ai matrimoni non sai mai quello che può accadere e che poi accade.
Magari parti dicendo "questo sarà un matrimonio a Coca-Cola". Finisci poi che la Coca-Cola ce l'hai anche in mano ma solo dopo che il barista del locale ti dice "basta alcol, ve ne abbiamo dato fin troppo", ed allora sì che capisci che le tue intenzioni sono state solamente un grandissimo #epicfail.
Diciamo la verità, alla fine comunque ero sobrio. Il trucco è partir forte e poi scemare sempre più. Chi non ci riesce finisce poi a biascicar parole senza senso, sempre all'interno di in un contesto di generali allegria.
Eh, già, perché ad un matrimonio vedi proprio di tutto.
Puoi vedere il tipo che ti saresti immaginato in disparte per tutta la sera che al terzo prosecco intermezzato da due spritz afferma spavaldo: "vedrete". Cazzo se ho visto. Probabilmente dopo aver mantenuto un alcoolico ritmo costante, ha slacciato il nodo della cravatta, sbottonato qualche bottone di troppo, alzato le mani sulle note di non so che canzone e manco fosse la più figa delle cubiste ha aperto le danze, il tutto nella pausa tra il risotto di mare ed il trancio al forno, proprio così.
Puoi vedere poi la tipa che probabilmente da fidanzata di un amico dello sposo o della sposa non sa nemmeno il nome dello sposo e/o della sposa e si presenta con un paio di jeans rosafucsiaacceso in tono con il reggiseno che, molto finemente e nel contesto giusto, si più che intravede dalla camicetta trasparente. L'ultima tentazione per lo sposo? No, tranquilli, per tutta la cena e dopo ha becciato di furesta con il suo (medio) lui. Invidia generale perché mezzo gnocca? Bah, non saprei.
Occhio poi all'inculata del passaggio. In questo contesto il problema non è tanto la vostra stanchezza o la vostra voglia di andar via condizionata a chi avete in macchina; o meglio, magari questo è uno dei problemi, ma IL problema è scegliere CHI avere in macchina. Se uno dei vostri compari è strasbronzo, infatti, sono cazzi per vari motivi. Motivo uno, è ingestibile una sua fuoriuscita dalla festa in quanto trovasi in regime di anarchia allo stato puro. Motivo due, la più grossa fortuna che potete avere è che appena toccato il sedile prenda una piomba colossale, le conseguenze inverse sono un immancabile appuntamento con l'autolavaggio.
Insomma, la mia transaminasi magari un po' ne ha risentito, ma sono stato bravo. La tettona che mi ha prelevato il sangue l'ultima volta mi sta aspettando per nuove e più regolari verifiche. Ah, di questo non ve ne avevo parlato? Beh, sarà per la prossima volta.

mercoledì 23 maggio 2012

Memory lost.


La cosa bella della mia memoria-non-memoria è che quando mi viene un'idea geniale mi esalto, la dimentico, mi ri-viene e mi ri-esalto. Un continuo trip emozionale positivo.
Quando faccio una cazzata, invece, la faccio, la dimentico, la rifaccio ma è come se mi incazzassi per la prima volta. Percepisco così un unico trip negativo.
Figo.
A cosa stavo pensando?
Ah, già, boh (ma non "boh!").

(foto tratta da http://www.flickr.com/photos/96614226@N00/4853001052/)

lunedì 21 maggio 2012

Dark Shadows (di Tim Burton).


Doppietta di Tim Burton nella rubrica in-cinema.
Domenica scorsa vi ho parlato di Big Fish, oggi è il turno di Dark Shadows.
Allora, allora, allora. Vado subito dritto al dunque: piaciucchiato, niente più.
Sono da sempre un fan del vecchio (manco tanto) Tim, ma questo film non mi ha convinto del tutto.
Alcune parti sono sottilmente esilaranti al limite del pianto, altre mi han lasciato un enorme punto di domanda manco fossi l'enigmista (e per fortuna che quel Batman non l'ha diretto Burton, l'avrei rinnegato).
Sulla scia pseudo-vampiresca, il regista si lancia a raccontare una strampalata storia d'amore al sapore di mare dove il protagonista è Barnabas Collins (Johnny Depp), erede di una famiglia che ha lasciato Liverpool per il Nuovo Mondo, trovando una considerevole fortuna grazie all'ittica. In concreto, han fatto soldi col pesce (e nessun doppio senso).
Una servetta di nome Angelique (e dalle forme di Eva Green) si innamora di lui - e scusate se è poco, lei è Eva Green, mica Gegia, con tutto il rispetto - ma lui, ammaliato dal suo vero amore, non la ricambia. Lei, risentita, fa suicidare la "rivale" e trasforma lui in un vampiro e lo rinchiude per circa 300 anni in una bara accuratamente sepolta sotto terra (sia mai che arrivasse "la sposa" di Tarantino). Ovviamente Barnabas si risveglia catapultato nei fantastici anni '70. Ah, già, dimenticavo, Angelique è una potentissima strega.
Non ho spoilerato nulla, tranquilli, queste 9 righe sono i primi 6/8 minuti dell'intro del film.
Piacendomi Burton sono abituato ad opere strampalate ma questa, a parer mio, decolla proprio per miracolo. Alcuni passaggi sono gettati lì, arrivano in un secondo e poi se ne vanno. Altri durano forse fin troppo.
Devo dar merito dell'eclettismo e della varietà di generi tutti mescolati a dovere in quasi due ore di film. C'è il petalo con su scritto "gotico", quello "splatter", quello "romantico", basta saper sfogliare al momento giusto la margherita che ti viene offerta.
Sarà che le aspettative che nutro ogni volta che esce un suo film sono altissime, ma anche questa volta (l'altra era su Alice in Wonderland) non sono uscito soddisfatto come mi auguravo.
Amen, avanti il prossimo.

P.S.: una Michelle Pfeiffer dal fascino intramontabile.

venerdì 18 maggio 2012

e adesso vi sentite migliori?

ieri é stata la giornata contro l'omofobia.
cosa vuol dire?
niente.
se non che su twitter girava l'hashtag #noomofobia e qualcuno su fb ha condiviso una citazione di woody allen (che sforzo eh..).

é un po' come il giorno di Natale, si é tutti più buoni (e ipocriti), ma dal 26 dicembre...

(che poi, diciamolo, dedicare una giornata ad un tema come quello dell'omofobia per sensibilizzare la gente non é un traguardo, né un punto di partenza).

giovedì 17 maggio 2012

L'ultima trovata in fatto di droghe: Game of Thrones.

Attenzione: post sconsigliato a chi soffre di dipendenze di ogni genere e specie, che cade facilmente in tentazione e che non ha la forza di volontà di smettere.


Vi ho avvertiti per tempo e vi riavverto "Game of Thrones" crea dipendenza.
Siano i libri oppure le serie tv, una volta presi in mano o guardati non potrete più smettere, e più finiscono più ne vorrete altri, ancora e ancora.
Io sono fan del genere fantasy antico. Spade, castelli, magie, cavalieri mi hanno sempre stregato, ma nella serie di George R. R. Martin c'è molto di più. Anche un profano si appassiona agli intrighi, alle cospirazioni, agli amori, alle ascese ed alle cadute; ci si affeziona a qualche personaggio, si spera che viva per tutti i racconti e lui muore, si odia un personaggio e si spera che muoia... e muore.
Insomma, senza spoilerarvi nulla dei primi 7 libri che ho letto vi dico che l'imprevisto ed il colpo di scena sono sempre dietro l'angolo. La noia viene liquefatta come un'ombra a mezzogiorno.
Consiglio di cominciare dai libri, potete almeno immaginarvi i personaggi e le incredibili ambientazioni.
Lo so che sono tanti. In Italia ne sono usciti 10 da 400 pagine circa, per ora. Tutti sperano che Martin non crepi prima di finire l'intera opera; io non sarei l'unico, se dovesse succedere, a pregare che la sua anima vaghi in eterno oltre la Barriera.
La serie tv, invece, è alla sua seconda serie ed ogni serie è composta da 10 episodi che coprono 2 libri (già perché la versione inglese dei libri ne copre due, mi spiego 1 libro inglese = 2 libri italiani. Gli editori italiani han deciso così, non so che dirvi). Non è male, tutt'altro. Avendola vista prima di finire "i 10" forse mi vincola un po' l'immaginazione di cui sopra. Tuttavia non posso dire che non meriti la visione.
Insomma, andate in libreria, comprate Il trono di spade ed iniziate l'avventura.
Ricordatevi di scegliere: leone, cervo, meta-lupo o drago, il destino dei "Sette regni" è nelle vostre mani (che frase d'effetto dimmerda).

King in The Nooooorth, PRRRRRRRR!

Chi "prenderà il nero" (o meglio grigio) qui sopra, saprà cosa ne penso di uno dei personaggi. Piccolissimo spoiler, piccolissimo.

martedì 15 maggio 2012

Violet Friday.



Mentre un fottutissimo vigile era intento ad alzare il mio tergicristallo ed a collocare con sicura soddisfazione un bel foglietto giallognolo sul parabrezza della mia 500, da tutt’altra parte, di fronte al bancone di un bar ero prossimo a pregustarmi il mio gin tonic appena ordinato.
L’incertezza del mio compagno di bevuta ha fatto sì che fianco fianco a noi poggiasse i gomiti un uomo sulla 50ina che se si fosse trovato davanti a sé il dio Bacco o Vicky Vette state pur certi che avrebbe scelto prima il dio, poi, se in grado, avrebbe fatto raggiungere il paradiso alla seconda. Ma su questo non ho troppe certezze.
Con fare disinvolto, guarda il barista ed ordina: “il solito”.
Il barista gira la schiena e dopo aver giocato con alcune bottiglie torna con un intruglio dal color bluastro.
Il fascino di quel bicchiere di plastica con quel liquido blu, denso, che con lentezza e flemma si faceva largo nelle interiora di un’altra sostanza trasparente e piena di bollicine è stato attraente.
Scusami, ma cos’hai preso?”.
Il solito”.
Come, scusa?”.
Il MIO solito!!”.
Dopo questa breve conversazione, l’avventore, mezzo incazzato, se ne va trovando posto nel tavolo di legno proprio dietro di noi.
Il mio amico guarda il tizio, sposta lo sguardo sul barista, riguarda il tizio e chiede al barista: “mi fai il SUO solito?”, indicando il seguace di Bacco.
Il barista guarda il “possessore” del solito, sorride, si gira, gioca con le bottiglie e torna con lo stesso intruglio bluastro.
Il mio amico fa per bere.
Nemmeno il tempo di portare la piccola cannuccia nera alla bocca che il tizio, avendo assistito alla scena, a voce medio alta dice: “devi mescolarlo prima!! Tzé”. E scuote la testa.
Agli ordini e capo chino..
L’assenzio viola (la sostanza bluastra) si mischia così all’acqua tonica. Il tutto viene amalgamato dallo zucchero posato sul fondo.
Pronto.
Non so come si chiami questo cocktail, ma cazzo se è buono.
La morale di questo racconto è: non bisogna mai prendere caramelle dagli sconosciuti, ma farsi consigliare i colpi è tutta un’altra cosa.

P.s.: quel biglietto giallognolo mi intimava il pagamento di € 80,00. Fuck!

domenica 13 maggio 2012

Big Fish (di Tim Burton)


Correva l'anno 2004 e dopo 120 minuti sono rimasto a bocca aperta.
Per questa domenica ho deciso di fondere cinema e my name is nick dicendovi due parole su Big Fish, film che mi ha seriamente stupito e toccato, che mai e poi mai vedrà condiviso il suo posto nel mio scaffale neppure da un granello di polvere.
Una delle poche pellicole nelle quali Tim Burton non ha "usato" la sua musa ispiratrice (mi riferisco a Johnny Depp, Helena Bonham Carter ce la dobbiamo sussare pure qui) si rivela un qualcosa di emozionante e surreale.
Ewan McGregor e Albert Finney interpretano Edward, un uomo che nella sua vita racconta di aver visto giganti e streghe, di aver parlato con circensi gemelle attaccate siamesi (correzione voluta, vedere i commenti in basso), di aver visto posti incredibili. Un uomo che ha reso la sua vita una fiaba, una storia, un racconto.
E forse proprio questo è la sua vita agli occhi del figlio, un qualcosa di non vero, di inesistente, di bugiardo.
Un film che rievoca sentimenti che ognuno ha dentro, sopiti; quell'irrazionalità nel credere a qualcosa di assurdo che forse, sotto sotto, non era poi così una menzogna. Quella capacità di aprire gli occhi per vedere il mondo attorno da un altro punto di vista, e magari riuscire finalmente a catturare quel grande pesce che ti ha rubato la fede.
Bastano solo pochi secondi per capire cosa pensi di Big Fish. Provate a chiedermelo ma non vi risponderò subito. Non avrete una risposta banale; è infatti insensato dire "bello","veramente bello", "capolavoro", sono tutti giudizi superficiali. La risposta che prediligo, dopo il silenzio, è: "guardalo".
Non servono troppi giri di parole, quando si vuole che qualcosa che piace venga condiviso, fatto conoscere, essere diretti credo sia sempre l'atteggiamento giusto. Magari aggiungo un sorrisino, sia mai che sortisca l'effetto di incuriosire ancor di più.
Quindi cari in-coscienti, guardate Big Fish e poi mi direte.

venerdì 11 maggio 2012

Io mi chiedo perché..

..davanti ad un appartenente al genere maschile che fa una battuta volgarotta, fuori luogo (si stava parlando di lavoro) e per di più in presenza di una signorina di tutto rispetto come la sottoscritta, i presenti, in maggioranza anch'essi di genere maschile, si mettano a ridere e se mai fossi io a farla, quella battuta, le loro facce sarebbero queste O_O

E poi, perché tu dopo la battutona, in uno slancio di ipocrita cavalleria, ti giri verso di me e mi dici senza offesa?

Perché dovrei offendermi?
Perché la battuta era su una appartenente al mio stesso genere ed era a sfondo sessuale?
O perché mi hai ricordato che tu, nonostante tutto, appartieni al mio stesso genere, quello umano?

Spero che la mia risposta -non c'è problema, ci sono abituata- ti sia bastata.

Arriverà il giorno in cui la farò io una battutaccia..oh se arriverà!

Oppure, come dice il mio capo, tra qualche anno ti ritroverai a parlare di tette e culi..

giovedì 10 maggio 2012

L'"amico ritrovato".


"Cazzo, no, riprende a scrivere".
Eh già cari miei, il silenzio è durato abbastanza.
Cercando l'ispirazione per scrivere qualcosa di un non-so-che sensato, mi è venuto in mente il motivo dei miei disagi interiori, del blocco dello pseudo-scrittore, del mio silenzio.
Piero mi manca.
Esatto. Quell'indefinita forma tondeggiante, sotto sotto, ha lasciato un vuoto incolmabile.
E' un po' come se a Superman strappassero via Lex Luthor,  se a Tim Burton decapitassero Johnny Depp, se a Berlusconi tagliassero... beh, diciamo togliessero le donne.
Oddio, forse esagero. Nello studio T. non accadevano avvenimenti "eleganti" come le cene ad Arcore, né si improvvisavano "travestimenti", pardon, gare di burlesque o affini, però l'intrattenimento, di tutt'altro genere, era garantito.
Adesso, atti, atti ed ancora atti.
E' vero, si ricorda ancora con piacere il tempo che fu ma la serietà (oddio, serietà) si è impossessata di nuovo quello che dovrebbe essere un luogo di lavoro.
Quindi, poco tempo per pensare ad altro e, di conseguenza, meno post (dedico la sera alla lettura e/o a qualche film, telefilm, ecc. P.s. sono drogato di Game of Thrones, ma di questo parlerò più avanti).
Ma non preoccupatevi o Voi lettori, non vi lascerò solo con quello che ho scritto qui e qui, una mia amica ha avuto la fortuna di ritrovarsi proprio Lui come compagno di stanza.
Non vi dico l'invidia. Già lo odia, come sono felice! Argomenti, argomenti ed argomenti.
Volete serietà? Vabbé, allora commenterò la tornata elettorale, ma non adesso, lasciatemi godere al solo pensiero dell'"amico ritrovato" (Uhlman si rivolta nella tomba).

mercoledì 9 maggio 2012

Bea e le questioni di cuore

La scena tipo é questa: in bagno, io mi strucco, lei fa pipì.

Ci raccontiamo come é andata la giornata e poi le dico:

"ti ricordi la promessa che ti avevo fatto tempo fa?"

"quale?"

"di andare insieme in libreria così ti scegli un libro che ti piace..adesso che hai imparato a leggere."

"ma no..ne ho tanti di libri!"

-.-'  "ah ok..oggi ho regalato un libro a D!"

"Ci credo!é il tuo fidanzato.....e ha la barba!Ah Ah!"
(dovete sapere che a lei questo particolare fa ridere, ogni volta che le parlo di D. lei si ripete che ha la barba e ride!)

"Ma cosa ridi!il tuo fidanzato é sdentato!"

"Ma guarda che gli sono ricresciuti!"

giovedì 3 maggio 2012

Gli Ex-Otago ed in-coscienza.


"Come si fa, a trent'anni, ad essere in perfetta forma?"
Basta avere un concerto degli Ex-Otago alla settimana cui andare, direi.

Musica, movimento, bocce.
L'Associazione Bocciofila Genovese ha aperto le sue porte a questa "band emergente dal 2002" consentendole di infiammare il proprio pubblico, con un occhio di riguardo per le scatenate mamme-Otago.
Una lunga attesa colmata da un agguerritissimo e sentitissimo torneo di bocce è stata interrotta dall'ingresso del sestetto tutto camicie a fiori e polo viola che sulle note di non-ricordo-quale-canzone (forse "Gli ex-otago e la Jaguar gialla", direi di no per "Marco corre", memoriadimmerda!) hanno aperto le danze.
Quasi tutto "Mezze stagioni" è stato fatto ascoltare in una versione live che ha reso omaggio a quanto la sala di registrazione e le cuffie dell'iPod regalano ai possessori del disco.
Se l'acustica fosse stata lievemente migliore non sarebbe stato male, "ma in una bocciofila non si ascoltano concerti, nan", vero anche questo; alla mia affermazione è stata data una risposta quanto mai azzeccata. Ma si risponde alle affermazioni?
Detto questo, l'incremento di fan-sfegataggine è progressivo per questo gruppo di Marassi che con pioggia, sole, nuvole o sereno, con qualsiasi tempo ed in ogni stagione - anche mezza - riesce a raddrizzare una giornata "no" o anche solo "ni".

Oh, se nel vostro nuovo clip non mettete un pezzo del video dello Zio vedete. Lui ne è convinto.


"Patriziaaaaaaa.......".

"Belin se spacca figli degli hamburger".

martedì 1 maggio 2012

Demagogia e retweet.


Sentendomi toccato in the prufundis in quanto tifoso della squadra più antica d'Italia, ho aspettato qualche giorno prima di proferir ufficialmente verbo, giusto il tempo di far scemare dentro di me lo schifo che ho provato in quegli attimi e concedendo il medesimo tempo, più che sufficiente, affinché benpensanti ed opinione pubblica smaltissero, come usualmente avviene, l'interesse per un fatto portato alla ribalta come clamoroso per solo 2/3 giorni.
Ferma la mia più che totale condanna per ciò che è successo al L. Ferraris domenica 22 aprile attorno alle ore 16.05, mi devo tuttavia togliere due o tre sassolini dalle scarpe perché, a parer mio, la gente spesso parla a vanvera avendo la fortuna (ed il più delle volte troppa) di possedere una lingua e/o delle dita, ma più semplicemente un cervello.
Comincio.

1) Cari sigg. Presidente Abete e Presidente Petrucci, cosa ne sapete Voi di quel che significa indossare una maglia? In ambito calcistico non è semplicemente il gesto di far passare testa e braccia dai tre buchi che vi si trovano, no. In quest'ambito significa rappresentare - sportivamente - una città (nel nostro caso mezza) dinnanzi a tutta Italia.
Nel momento in cui chi mi rappresenta, per sue colpe, non è degno di farlo, chiedo semplicemente di non indossare più quel segno distintivo caratterizzante una situazione, un sentimento, una storia.
Questo discorso dovrebbe valere anche per altri ambiti extra-sportivi.
Come detto, i mezzi e le modalità sono stati errati, ma tutto il Vostro ciarpame mediatico è stato risibile e ridicolo. Pensaste più a sistemare un mondo marcio invece che a sedervi su poltrone, a sentenziare ed incassare stipendi. A populismo, perdonatemi, rispondo con populismo.

2) Cara @meurty, donna di Twitter che non seguo e della quale, purtroppo, ho visto ritwittata sulla mia timeline una frase che definire stupida e superficiale è riduttivo; anzi, più passa il tempo più ritengo che sia stata una vera cagata, da me ben epitetata.
La suddetta signorina, dopo Barcellona-Chelsea, scrisse: "I tifosi del Genoa prendessero esempio da quelli del Barca.".
One question: mi definisci "tifoso" del Genoa?
Non molto signorilmente, lo ammetto, ho risposto: "ma non diciamo cagate va. Io sono tifoso del Genoa e non ero certo tra quei 60 imbecilli. Gli altri 20.000 fischiavano quello schifo".
Non entro nel merito di quel che è accaduto che, a posteriori, non come modi ma come concetti in parte posso anche condividere (calcisticamente, chi retrocede sono io che ho pagato un abbonamento, non un calciatore che l'anno prossimo chiederà di andar via e giocherà di nuovo in Serie A, lasciando me nella cacca), da ciò prendo spunto per (a) richiedere ai twitteri di usare con parsimonia lo strumento del "retweet" e (b) ciò che leggerete nelle prossime righe.

Prendo ad esempio questa scaramuccia verbale per evidenziare ancora una volta come troppo spesso le persone perdano occasione per stare zitte.
Ma da ciò vado oltre, infatti se le notizie venissero date correttamente, forse non si cadrebbe in simili commenti, espressioni e banalità.
Ma come spesso accade i media tendono a dare risalto solo a quel che consente loro di far lievitare share e vendite nelle edicole.
Quel 22 aprile, infatti, seppur inebriato dall'"assenzio del moro", ho potuto constatare che su 20.000 persone, 60 erano a far casino, 19.940 fischiavano, o meglio buona parte di questi 19.940 fischiava, proprio verso chi quel casino lo stava facendo. Inoltre, all'uscita dal campo del Siena son piovuti applausi da parte di 20.000 persone, tutte, per una squadra che ha semplicemente fatto quel che doveva: onorare la maglia ed un campionato, rappresentando con tutte le sue forze la propria città ed i propri tifosi.
Ma questa, evidentemente, è un'altra storia poco interessante. Ciò che è sempre veramente importante è additare, puntare l'indice, ergersi a portavoce di falsi moralismi che questa volta sono capitati nel calcio, la prossima chissà.
Che tristezza.