mercoledì 8 ottobre 2014

Camminando in bilico su "Le più belle ferrate sulle montagne del nordovest"


La nuova guida di Christian Roccati
Intervista by Dott_A
Formato 13x21_208 pagine_Edizioni del Capricorno
 
Un libercolo di 208 pagine per raccontarci itinerari per tutti i gusti. Dalle grandi salite classiche a quelle poco conosciute o di recente realizzazione; percorsi con diversi gradi di difficoltà, adatti anche a chi per la prima volta si cimenta con i sentieri attrezzati. Dalle Alpi del mare in Liguria, tra la val d’Aveto e il promontorio di Portofino, ai percorsi al cospetto dei maestosi giganti di pietra e ghiaccio valdostani, passando per gli impressionanti orridi piemontesi.
Il volume contiene anche un vero e proprio «manuale del ferratista» con la storia dei percorsi attrezzati, le indicazioni sulla preparazione necessaria per affrontare al meglio gli itinerari presentati e nozioni su attrezzatura e vestiario adatti a questa disciplina. E in più, dettagliate cartine che illustrano il percorso e schede tecniche con tutte le informazioni utili al lettore.
 
Ma facciamo raccontare meglio di cosa si tratta direttamente dall'autore:

Dott_A: Buonasera Roccati e ben tornato su In-coscienza! Ci racconti un po' che cosa significa andare per ferrate. E' una cosa da duri o una disciplina alla portata di tutti?
 
C.R.: Buongiorno a voi, è sempre un piacere e non è circostanza! Venendo alla domanda...né l'una, né l'altra al momento, ma con le dovute accortezze, potrebbe diventare davvero una disciplina per tutti. Più di mezzo secolo fa i percorsi attrezzati, figli di storici natali, erano sentieri di avvicinamento per alpinisti a ovest e raccordi agevolati per soldati a est. Nella scorsa decade le ferrate vennero ingiustamente relegate a terreno per escursionisti attrezzati. Oggi il ferratista è un appassionato outdoor dotato di preparazione ed equipaggiamento tecnico a norma.
Si può quindi affermare che andar per ferrate, adesso, possa essere una disciplina a misura d'uomo, di qualsiasi appassionato, a patto che egli sia consapevole e addestrato.

 
Dott_A: Parliamo un po' di sicurezza. Quest'estate sulle ferrate di tutta Italia si sono registrati diversi incidenti mortali e numerosi interventi dei volontari del Soccorso Alpino e delle forze dell'ordine. La maggior parte di questi incidenti, bisogna dirlo, sembrano dovuti all'incompetenza o alla "leggerezza" di chi affronta i percorsi, spesso non equipaggiato. Dove sta il problema? Siamo noi italiani ad essere superficiali e disattenti oppure non si è fatta ancora sufficiente informazione in questo ambito?

CR: È esattamente ciò di cui parlavo. Le persone in genere non concepiscono la differenza tra rischio e pericolo: il primo è la percentuale d'incorrere nel secondo. Le ferrate sono percorsi agevolati a basso rischio, in quanto è molto difficile cadere, ma in caso di incidente esse hanno un pericolo potenziale molto alto. Cadere da una parete, ferrata o meno, non cambia! Il ferratista si espone ad alti fattori di caduta per ragioni tecniche che non sto ora qui a spiegare. Per questi motivi un addestramento specifico e il dovuto rispetto, trasformano percorsi potenzialmente pericolosi in itinerari davvero sicuri e alla portata di tutti. È semplicemente una questione culturale. ...Quest'ultima frase del resto si può applicare a moltissimi ambiti in Italia.

Dott_A: Parliamo ora di equipaggiamento, qual è l'attrezzatura minima che occorre per affrontare una ferrata? E' una mera evoluzione dell'escursionismo, e quindi bastano un paio di scarponi ed una giacca a vento, oppure c'è di più?

CR: Un ferratista dev'esser dotato di imbrago consono, casco e kit da ferrata, ovviamente certificati a norma. Guanti, scarponi, vestiario, devono seguire le moderne evoluzioni e la stessa regola deve esser seguita per i suppellettili di emergenza, dal primo soccorso ai teli alluminati. Chi si approccia deve non solo conoscere questi DPI (Dispositivo di Protezione Individuale), ma anche saperli usare.  Non posso salire in macchina senza saper nulla e tentare un viaggio di fortuna giusto? Perché allora dovrei poterlo fare in parete?
Quanto alle ferrate come evoluzione dell'escursionismo: no, non è così, la storia ce lo insegna, sia quella delle ferrate, partite con una delle prime ascensioni alpinistiche in Francia, (1492 Antoine de Ville, mont Aiguille), sia quella dei citati incidenti...
 

Dott_A: Abbiamo parlato di sicurezza e di equipaggiamento, ora non resta che comprare il suo libro e partire, ma prima di mettersi in macchina ci dica  due cose:
- qual'è il suo itinerario preferito tra quelli presentati nella guida? 
- il lettore che prima di partire avesse qualche dubbio dove può contattarla?

CR: Reputo che un ferratista dovrebbe acquistare un libro solo dopo il dovuto addestramento e poi godersi le meraviglie che questa nostra magnifica Italia ci dona, attraverso la guida.  Dato che spesso non è così, nei miei libri dedico sempre una copiosa porzione iniziale alla manualistica. Anche in LE PIU' BELLE FERRATE DELLE MONTAGNE DEL NORD OVEST ho dato un ampio spazio a un manuale che tratti tutti gli argomenti prima citati. Non posso sostituirmi con le parole all'addestramento che un ferratista dovrebbe possedere, ma provo in qualche modo a stimolare le coscienze.
Nella guida ci sono molti percorsi, è davvero difficile dire il più bello...hanno peculiarità, quote, caratteristiche tecniche e ambientali, completamente diverse. Ci sono giri lunghi, corti, con poco o tanto sviluppo, più o meno rocciosi, più o meno cablati. Credo che il lettore potrà dare la vera sentenza, del resto è lui il protagonista del libro.
Quanto al contattarmi...chiunque può scrivermi in qualsiasi momento, rispondo ogni notte: www.christian-roccati.com mi sembra il minimo che qualsiasi autore di qualsiasi tipologia di libro dovrebbe fare.

Grazie Christian Roccati e buone ferrate a tutti!