giovedì 13 ottobre 2011

Compagni di scuola - Atto II

Si replica.
L'appello, questa volta, vede segnarsi un bel +2, ma anche registrarsi (causa colite fulminante e prontamente soccorsa) un triste -1 rispetto alla prima "lezione". Recupero.
Nel +2, però, siamo riusciti a ritrovare chi ormai considera Genova, e l'Italia, semplice meta di vacanza, pronto al più presto a tornarsene in quella che - per sua stessa ammissione - è "casa mia" (cioè sua, sua di lui, dai su, ci siamo capiti): l'Australia.
Se penso che io non riuscirei ad andarmene da Genova rabbrividisco.
Le compagne di scuola non aspettavano altro che vedere com'è "diventato" il bel straniero, anche se si erano già fatte molto più di un'idea grazie al social network per eccellenza.
Soddisfatte? Beh, io non posso di certo rispondere.
Ah, già, manca ancora il tanto richiesto alunno B. (che così chiamato sembra tanto il nome che danno a quei test di laboratorio), si pronunceranno una volta ri-visto pure lui, se mai verrà.
S., fatti una ragione, io e te non bastiamo.
Altra serata che scorre via piacevole. Ormai c'è più confidenza, si è tornati a conoscersi quel tanto che basta per evitare imbarazzanti momenti vuoti, di quelli da rompersi necessariamente con un "vabbè" di circostanza.
Ritornano e vengono ri-approfondite vecchie questioni.
Una su tutte deve essere risolta: la questione fidanzamenti. Emergono sconcertanti rivelazioni e si scopre per qualcuna l'altarino della fantomatica "bicicletta di campagna" [rectius: "bicicletta del paese"], termine un poco volgare ma che rende subito l'idea (non avete capito?!).
Risata generale ed alcune facce che si colorano via via di rosso.
Si ricompone tutto (s)parlando degli assenti. I livelli di acidità su chi ha snobbato queste serate sono ai massimi storici. Giusto così.
Terminata la cena c'è chi, stanco (per l'ormai età avanza) decide di tornarsene a casa, chi dopo due passi perde in bello stile Cenerentola la sua scarpetta (o parte di essa) e chi ritiene opportuno chiudere la serata con qualcos'altro da bere e due chiacchiere da fare.
Tra un Talisker, qualche Matusalem(me) ed un paio di birre - da veri intenditori - chi resta prosegue (come prima) nello sparare una indefinita quantità di cagate come se nulla fosse, come se tutto fosse normale, come se si fosse una compagnia che sta insieme (quasi) da sempre.
Toc toc sulla spalla. Il proprietario del locale ci avverte della chiusura.
Un po' di pioggia ci sta.
Tempo volato.

Non c'è il due senza il tre.

Devo pubblicare due foto (evitando con maestria quelle compromettenti) perché the australian boy se n'è andato appena arrivata "Cenerentola", non saremmo stati al completo.


- Scusa, puoi mica farci una foto?
- Ok (un poco americanizzato).
- Thank you guy!
A buon intenditor.


Per chi si fosse perso il primo atto clicchi qui.
Che da "Compagni di scuola" non cambi il titolo in "Amici miei"? Mah, che serà serà.

4 commenti:

  1. ...la bicicletta era "del paese" il chè è ben + drammatico!!!ahahah detto ciò sai che fremo x fare pungenti e ironiche considerazioni...ma questa volta mi astengo...leggo e sorrido...pensando già alla prossima!!!bravo zio!!!

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  2. Io odiavo talmente tanto i miei compagni di scuola che non li ho mai più rivisiti... LOL

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  3. Correggo, correggo. Quando la "suocera" ha ragione, ha ragione.

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  4. sono dietro di un atto !!!! :-( lo recuperemo

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