domenica 11 marzo 2012

Drive.


Questa domenica si fa un passo indietro di qualche mese, si torna al 2011, al film che ha permesso a Nicolas Winding Refn di vincere la Palma d'oro al Festival di Cannes.
Drive è un film probabilmente già visto, con una storia per nulla originale.
"Bell'inizio", direte voi, e invece no.
No, perché Drive ti obbliga a non spegnere la tv, a non alzarti dalla poltrona del cinema o da dove lo state guardando.
Una prima parte piuttosto tranquilla, con quel personaggio senza nome che calmo, pacato, di un'educazione quasi maniacale, un po' affascina, devo ammetterlo, per come sa porsi.
Poi, il delirio.
Per la prima mezz'ora sembra un quasi un film romantico, sentimentale, una storia d'amore che anche per il più disattento "visore" ha però qualcosa che non va. Poi, come detto, beh il delirio.
Il bollino da verde passa a rosso sangue.
Un susseguirsi di fatti, azione, eventi che - lo si ribadisce - seppur preventivati non sono banali e non fanno sbuffare.
Un Ryan Gosling che indossa un personaggio faccialmente espressivo quanto il miglior Clint Eastwood, ma che ammalia per i suoi così diversi lati, per la stranezza nel passare dall'essere un gentile ed attento compagno di giochi, all'assassino più spietato e cruento. Quel tipo maledetto che, purtroppo per me e la mia "piattezza", conquisterebbe qualsiasi donna.
Pochi cazzi, Drive è un film da vedere, e non ho dubbi sul fatto che, se già non lo fosse ora, tra 10 anni sicuramente sarà uno dei più grandi cult del cinema del XXI secolo.

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