Torniamo all'anno 2009 ed a quel famoso Festival di Cannes nel quale il buon Lars stupì (più o meno) tutti con la sua sparata antisemita e Hitler-simpatizzante.
In quell'anno Von Trier presenta Melancholia, film dalle due facce e personalità, dai suoi due lati introspettivi opposti; strettamente e necessariamente vicini ma, a parer mio, mai in contatto.
Il "capitolo 1" ha come protagonista Justine (Kirsten Dunst), neo-sposa-e-non-più-sposa, cresciuta all'interno di una famiglia particolare, la quale convive a stento con una sana instabilità mentale; convinta che l'umanità abbia già preso dal mondo ciò che poteva prendere e convinta che la fine (anche e soprattutto propria) non sia poi un male così grande.
Nel "capitolo 2", invece, la sorella Claire (Charlotte Gainsbourg) è l'espressione del perfezionismo, della pulizia e tranquillità interiore. Un attaccamento alla materialità ai limiti dell'ossessione; un attaccamento alla vita minato dal quell'enorme sfera che pian piano si avvicina inesorabilmente alla Terra.
Melancholia è un film che mi ha lievemente ansiato. E' un film profondo, interessante, che lascia riflettere.
Sarà che ne venivo dal deludentissimo (ed ancor più ansiante) Antichrist, ma se la volontà di Trier è quella di lasciare lo spettatore con un senso di disagio "ragionato", beh, con me ha fatto centro.
Nelle sue quasi due ore si lascia vedere, un'introduzione eccellente ed interpretazioni convincenti (banale affermazione, la Dunst non per altro, e pur con il film non in concorso per la Palma d'Oro, ha vinto il premio come miglior attrice).
Insomma, dopo due anni mi chiedo ancora se le deprecabili affermazioni del regista siano state tutte una - passatemi il termine - bella mossa pubblicitaria, conscio di avere tra le mani una bella coppia d'assi.
Nota di colore: concedetemi qualche dubbio sullo "smorzacandela" della bella Kiki.
Che film! Anche a me ha lasciato dentro tanta ansia. Sono uscita dal cinema strana, come se davvero stesse per succedere qualcosa di catastrofico.
RispondiEliminaLa Dunst bravissima, un'interpretazione eccellente.
E la parte iniziale mi ha lasciato a bocca aperta: ma quanto è fatta bene???
Il finale, con tutta l'angoscia della situazione, un po' mi ha fatto sorridere. Nel loro caso mi sarei chiusa in casa, non avrei certo voluto vedere con gli occhi quello che stava per avvenire, ti pare? Sarebbe ancora più terrificante!
Bella recensione la tua, comunque, caro your name is Nick :D
non l'ho visto... da noi a Brescia è stato fuori troppo poco... però ammetto che già mi ispirava, la tua recensione ha acceso ulteriormente l'entusiasmo!
RispondiEliminaConsiglio! Magari in momenti non troppo "depressi" ;)
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