Per la "Domenica del cinema" ho voluto testare i prodotti offerti da dal pacchetto Mediaset Premium.
Tra i loro vari canali, qualche buon film va detto che si trova. Tuttavia, a certe ore della giornata è possibile imbattersi in vere e proprie nefandezze, come è il caso de L'ultima casa a sinistra, remake del primo film girato da Wes Craven (anni '70 circa).
Considerando che a me il genere piace, ieri pomeriggio, prima di uscire, mi sono quindi sintonizzato su Premium Energy.
Letteralmente "fregato" dal fatto che i vari "Le colline hanno gli occhi" mi sono piaciuti, mi son detto "perchè non guardare questoremake", e così ho fatto.
Letteralmente "fregato" dal fatto che i vari "Le colline hanno gli occhi" mi sono piaciuti, mi son detto "perchè non guardare questo
A dirvi che era una merda ci metto due righe.
Il tutto inizia, senza spoilerarvi troppo, con due ragazzine che dedite al consumo di quell'erbetta "a cinque punte e con un buon odore" (cit.), non contente della monotonia della vita di campagna, decidono di seguire un bell'imbusto (carino, timido e dal look maledetto) per farsi di "roba buona". La protagonista però, leggermente più puritana, è titubante e ci mette qualche millesimo di secondo in più a decidere se partecipare, o meno, al mini-festino.
Risultato, freni inibitori a farsi fottere, e fine probabilmente - il farsi fottere - in mente anche alle due "santarelline". Ri-risultato: nel mentre che queste zoccolette scherzano con il ragazzo, nella stanza del motel di quart'ordine nel quale si trovano, irrompono tre brutti ceffi che solo qualche ora prima erano evasi facendo secchi anche due poliziotti. Sic!
Le ragazzine però avevano ormai visto le loro facce e, di conseguenza, dovevano morire. Da qui il resto.
Ai fini di una maggior comprensione, uno dei tre malviventi era il padre del bell'imbusto.
Non commento perché potrei andare oltre il mio consueto bon ton, ma per favore, evitate questa schifezza (anche se sarei curioso di sapere chi era a conoscenza della sua esistenza).
P.S.: finale patetico.
Passando ad altro.
Venerdì nel tardo pomeriggio mi sono invece imbattuto (sempre sulle reti Mediaset) in Cloverfield.
Schiacciando il pulsante info sul telecomando scopro che trattasi di un film del 2008, prodotto da J.J. Abrams (nel quale sicuramente ha messo anche mano) e inaspettatamente fautore di ottimi incassi e buoni riscontri al botteghino.
Del Super 8 di J.J. Abrams ho già parlato, altra cagata o no? Mi sono quindi accomodato sul divano incuriosito.
Quando ho visto che le modalità di ripresa erano di tipo "documentario" mi sono un po' insospettito. Vorrei vedere dopo Blair Witch Project chi non si insospettisce di un film a mò documentario. Detto ciò, invece, ho trovato una pellicola apprezzabile nei suoi neanche 90 minuti.
Classica scena alieno-apocalittica, scontata. Il tutto però scorreva, liscio, senza troppi intoppi. Certo, qualche quesito rimane (da dove viene il mostrone? Chi/cosa sono i mostrini? Bah). L'azione comunque è molta ed il coinvolgimento, a parer mio, anche. Certo, non un capolavoro, i pignoli amanti del genere avranno sicuramente da che ridire, ma io che notoriamente non ne capisco un belino, giudico solo per il mio personalissimo gusto e posso dire che non l'ho trovato male. Lo consiglio.
A domenica prossima, in attesa di ritornare al cinema o vedere film più "contemporanei".
A me Cloverfield ha fatto venire il mal di mare. Ho resistito mezz'ora.
RispondiEliminaTutti i torti non li hai, i film/documentari/azione sono un po' così.
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