venerdì 11 novembre 2011

Inchiesta: l'italiano, questo sconosciuto.

Leggendo su Facebook, Twitter, Blog(s) e altro, mi imbatto spesso in orrori che avrei cortesemente evitato, e dei quali avrei fatto volentieri a meno. Con ciò non voglio dire che io e gli altri writers di in-coscienza siamo infallibili, sia chiaro, ma gli errori banali cerchiamo di evitarli.
Eccomi dunque a svolgere con voi un'analisi logico/grammaticale delle migliori perle passatemi sotto gli occhi nell'ultimo periodo.
Primo scempio: "auguratemi l'imbocca al lupo".
Certo che te lo auguriamo, sperando magari che in preda ad una crisi di fame azzanni anche il tuo braccio mentre lo imbocchi (o dovrei dire in bocchi), il lupo, con un bel cucchiaio di pesante e denso minestrone ligure. Ma porca di quella eva (rigorosamente minuscolo, non merita niente), è davvero così difficile scrivere "in bocca al lupo", anche perché se a quest'ultimo augurio si può rispondere "crepi!", al primo cosa dico? S'ingozzi? Boh, mi troverei in difficoltà.
Segue l'"inesperto" utilizzo della doppia zeta, sfociato in un aberrante: "eccezzionale". L'unico, e sottolineo l'unico, legittimato a storpiare la parola eccezionale con qualche zeta in più - che come noto non forse a tutti, in realtà ne contiene una ed una sola - è il "Ras della Fossa" a cui è concesso pure l'utilizzo della u. Eccezzziunale veramente!
Pensavo poi che la gente adulta sapesse correttamente scrivere "qual'è", ed invece me lo ritrovo ancora scritto così. Pur non sia mai morto nessuno nell'utilizzare "qual'è", così scrive l'Accademia del Corn Flakes (ops, della Crusca, non me ne vogliano per la scarsissima battuta), la stessa ritiene che sia ormai graficamente opportuno (e l'ormai è riferito a qualche centinaio di anni fa) preferire il più corretto qual è, per questioni di elisioni, troncamenti & co. che non vi sto a spiegare perché non ne sarei assolutamente in grado in quanto non le ignoro completamente.
Per cortesia, lo insegnano dalla 2a o 3a elementare, potete essere così accorti da non sbagliare? Grazzie.
L'ultima, credevo, cagata è la seguente: "... hanno previsto un all'erta...".
Bene, bene, devo ammettere che su tale termine la mia iniziale ilarità è via via scemata proprio nel ricercare la conferma della mia ragione. Il termine allerta in sè e per sè, effettivamente, non viene neppure considerato dal vocabolario che ho in dotazione ("lo Zingarelli minore" - Zanichelli). Spulciando "su e giù, qua e là" ho scoperto però che non è proprio scorretto utilizzare "all'erta" in funzione di avverbio; come sostantivo, però, ritengo che sia ormai il caso di utilizzare il più comune "allerta". Peraltro, anche sul sesso del vocabolo si discute tanto quanto quello degli angeli. E' maschile o femminile, o mezzo e mezzo? Bah. Io preferirei - come sempre - il femminile, ma, a questo punto, de gustibus.
In conclusione, se voi dovesse eccezzionalmente vedere qualche schempio o qualche parola scritta in italiano scorreggiuto, diteci qual'è, noi cerchiamo comunque di stare all'erta.

4 commenti:

  1. Un'obbiettivo buonissimo! C'é poi chi scrive innaugurazzione, con due zeta, ma anche due enne!

    Per quanto riguarda le 'z' io ho sempre il vecchio trucco dello zio e della zia, che vogliono solo una zeta..

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  2. io ho visto scritto diverse volte "non c'è la faccio". Da mettersi a piangere.

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  3. E questo è solo un piccolo angolo oscuro dell'immensa marea nera che si legge in giro!

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