Premesso che lo Zingarelli (rigorosamente "minore") ci regala una diversità di definizioni in merito, approfondirei la questione sulla seguente: la ragione è "la facoltà di pensare stabilendo rapporti e legami tra i concetti, di giudicare bene discernendo il vero dal falso, il giusto dall'ingiusto".
Quante volte abbiamo assistito a salotti e conferenze nei e nelle quali si sente qualcuno gracchiare "eh no, io ho ragione, e tu hai torto!" e per tutta risposta, come l'eco in un canyon, "eh no, io ho ragione, e tu hai torto!".
La sottile differenza tra torto e ragione sta tutta nel concetto. Ed anzi, l'esistenza stessa di tale distinzione viene meno laddove la giustezza del concetto non è oggettiva (ad es. ha certamente ragione chi dice che la bandiera dell'Italia è di tre colori) ma da provare attraverso un'argomentazione (sempre lo Zingarelli - sempre "minore" - in un'altra definizione identifica la ragione come "argomentazione, prova, dimostrazione usate per persuadere qualcuno, confutare un ragionamento o dimostrarne la validità).
Venendo al concreto, in tutti i casi in cui due o più persone esprimono un parere personale frutto di un proprio ragionamento come si può sostenere la ragione dell'uno ed il torto dell'altro?
Si potrà al limite ritenere che un argomento è maggiormente fondato; ma se il concetto non è oggettivo non se ne potrà mai sostenere la piena ragione. E se non c'è piena ragione non c'è ragione.
Più semplicemente, limiterei la prima definizione in: ragione = "facoltà di pensare".
Ha ragione chi, pur facendo valere le proprie idee, è consapevole che il suo interlocutore ritiene al tempo stesso di aver ragione, ed in ciò lo rispetta, senza pregiudizio.
Tutto questo sproloquio per dire che non tollero le prese di posizione di chi non ragiona [ragionàre, v. intr. - usare la ragione per riflettere, discorrere o argomentare con rigore logico].
Ho forse torto?
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