venerdì 8 aprile 2011

Avrei avuto voglia di...


Avrei avuto voglia di parlare di televisione, delle bizze tra il "pungente" Brunone Vespa ed il sempreverde Pippo nazionale, ma leggiucchiando distrattamente le pagine online di diversi quotidiani mi sono imbattuto nell'ormai noioso e già sentito attacco alla Costituzione.
Mi tocca di nuovo parlare di politica, e ne sono un pochetto stufo.
L'odierna boutade del nostro Presidente (che non ha assolutamente comprato casa a Lampedusa, mi scuso per il mio errore nel post "The show must go on" ma, sapete, mi fidavo) riguarda la scarsità di poteri di cui disporrebbe l'esecutivo; lo cito, ad esempio, quando ricorda che è il Capo dello Stato che promulga le leggi e dice: "viene approvato, esce magari dal Consiglio dei ministri un bel purosangue e viene approvato, se va bene, un ippopotamo che il cavallo lo ricorda solo nel nome". Bene, ma povero Napolitano, dico io, con tutte le vaccate che gli avete propinato dovreste essere mestamente entusiasti della creazione di un bell'ippopotamo. D'altronde, non è stato ponderatamente piazzato l'Elefantino a sproloquiare dopo gli sproloqui del Tg1? Il peso specifico, mi consenta, è simile.
Ma non è solo questo il punto.
Il secondo problema è incentrato sulla Corte Costituzionale - che ricordo essere il "Giudice delle leggi" - la quale, a parere di qualcuno non sarebbe del tutto imparziale (ogni tanto, effettivamente, le toghe son color rosso), infatti "se questa legge non piace ai pm di sinistra la impugnano, la portano alla Corte Costituzionale che, essendo composta da undici persone composte dalla sinistra e da quattro che provengono dall'area di centrodestra, la abroga".
E mi va be di nuovo, con la matematica ci siamo, ma con la logica un po' meno: prima "viva!" la Corte Costituzionale (dammi ragione sul difetto di attribuzione), poi "abbasso!" la Corte Costituzionale (mi abroghi sempre le mie belle leggi, brutta cattiva!). Dai, su, un minimo di coerenza! Che lo Zingarelli, peraltro, per chi non lo sapesse definisce come la qualità del coerente laddove il coerente è colui che è privo di contraddizioni.
Ma non diamo peso alle critiche Presidente! Per fortuna ci sono illustri personaggi che Le dedicano odi, poemi e poesie. Non posso, in questo senso, esimermi dal pubblicare questo capolavoro, sarebbe disinformazione: "Tu che pensi, che immagini, tu che trasformi la realtà in sogno, esprimi il desiderio di esserci, di resistere. Tu che hai voglia di dare, vedi un universo senza argini e confini, un mondo che crede nel progresso. Tu che ami, tu che, semplicemente, sei" (peraltro cadendomi sul finale dove c'è un evidentissimo plagio della canzone "A te" di Jovanotti; ormai Scilipoti ha dato il cattivo esempio. Qui la meravigliosa versione recitata dall'autrice). Sgomento.
Caro "boh!", hai proprio ragione.

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