domenica 22 aprile 2012

To Rome with love (di W. Allen)


Dopo Midnight in Paris, Woody Allen ha finalmente ripreso i panni di sé stesso mettendosi in prima persona a recitare come un consueto e semplicissimo Woody Allen, senza snaturare le doti artistiche di qualche altro attore hollywoodiano e non.
Il quasi ottantenne regista porta la sua ciurma in una Roma fantastica, raccontando in poco più di un'ora e mezza quattro storie che in sé han qualcosa da dire, ma per come sono ingegnate perdono decisamente molto. Punto.
Si passa dal il giovane provinciale che con la neo-sposa arriva a Roma in cerca di quel lavoro che potrebbe consentirgli di cambiare vita, allo studentello di architettura che si invaghisce della miglior amica della fidanzata, attrice, depressa (così si dice), ma con l'allure da femme fatale.
Paura di cambiare per la prima coppia? Meglio un passionale amore superficiale o la certezza di un sentimento ricambiato? Boh, magari è così.
Si arriva poi al Signor Nessuno, uomo medio, sposato e con famiglia altrettanto media, che alle 7.00 di una mattina come tante altre si ritrova invece travolto dalla notorietà. Di punto in bianco tutto è per lui e tutto è lui. Capacità di riconoscere sé stessi, o voglia di essere? Ri-boh, banale.
Infine,  uomo "schiavo"  della pensione (beato lui di questi tempi) rinvede in un titolare di onoranze funebri il nuovo "quarto tenore" in un turbinio di conflitti familiari e docce alla Scala. Meno-boh e più funny.
Le storie passano, per carità, ma Allen ci ficca dentro una serie interminabile di  stereotipi di un tempo che non c'è più, certamente voluti ma che non mi aspettavo e che, soprattutto, non ho compreso.
Son certo che nella mente dell'occhialuto regista ci fosse più di quello che chiaramente esce fuori da ogni sit, ma non ci sono proprio arrivato (o non è stato in grado di farmici arrivare, sia chiaro).
Non capisco il mix tra anni '60 e 2000, il perché degli abiti così scialbi, del vigile che dirige ancora il traffico in una Roma contemporanea. Qualcuno mi aiuti!
"E' rimasto ai tempi di Fellini e della Magnani", mi ha suggerito la vocina di fianco a me. Assolutamente vero, ma perché?! L'italiano è davvero visto così cesso?
Il film nel complesso non prende il volo ma non addormenta, si lascia anche vedere strappando più di un sorriso. Ma per sorridere così basta una commediola qualunque.
Certamente non un film che si ricorda o che si deve per forza far fatica a ricordare.

P.S.: vi consiglio quest'altro point of view che vi linko qui.

7 commenti:

  1. Ho letto tante recensioni negative di questo film.Nonostante adori Allen, ho qualche perplessità che il tuo post, appena letto, rafforza.

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  2. Io dovrei andare domani, ma da come ne leggo in giro vado già preparata.

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  3. E' comunque un film di Woody Allen, beninteso.
    Ad un "migliore" che sbaglia, pur restando bravissimo, bisogna dire la realtà dei fatti; e qui, di errori, ce n'è più d'uno.

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  4. Peccato era nella mia top five dei film da non perdere, per cui avevo moltissima aspettativa!!! Adoro Woody Allen, anzi direi che è proprio il mio regista preferito e non mi sono mai persa una sua pellicola. Ho sempre pensato che è semplicemente geniale! Per me il suo film migliore resta "Match point".

    Cercherò di non farmi influenzare troppo da questa recensione per darti anche io il mio giudizio...che magari combacerà con il tuo.


    Dani

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  5. Ho letto anch'io recensioni negative ma stasera lo andrò a vedere.
    Ruze

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  6. Volevo vederlo ma le mie amiche che l'avevano già visto mi hanno frenata: anche loro mi hanno detto che è pieno di stereotipi! Lo guarderò a casa! :)

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  7. Sì, alla fine sono andata, ma niente di che...solo che viste le mie aspettative basse nessuna delusione ;)

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