Stasera si parla di blockbuster, ma non della ormai decadente catena di noleggio film, quanto più della saga Millennium nelle sue due versioni cinematografiche offerte al pubblico.
Già, perché del successone di Stieg Larsson, letto ormai anche su Giove, non bastava solamente “l’orginale” svedese, no. Gli americani han dovuto riproporre la stessa storia in altra salsa (barbecue?).
Detto questo, ed avendoli visti entrambi, penso che il secondo colpo sia un pelo migliore.
Forse influenzato fin da piccolo da film più “precisi”, la versione made in Europe (seppur più fedele al racconto cartaceo) è di qualità lievemente inferiore.
Anzitutto gli attori. E' chiaro che vedersi Kalle Blomqvist interpretato da Daniel Craig o da uno sconosciuto, rende in maniera differente; ma forse il punto centrale - e mio personale - non è neppure solo questo. L’idea che mi sono fatto del giornalista d’inchiesta leggendo quelle 800 pagine circa, non si riflette né nell’uno, né nell’altro attore; piuttosto una via di mezzo tra i due tendente più a Craig. Non necessariamente bello ma, quanto meno, con un gran fascino. Elemento certamente non ascrivibile (passatemi il termine) a Michael Nyqvist ed alla sua panza flaccida.
Per quanto riguarda Lisbeth Salander, invece, devo ammettere che all’inizio ero per Noomi Rapace tutta la vita. Non capivo, e non capisco, le sopracciglia di Rooney Mara. Perché così bionde, bianche? Non avevo piacere a vederla. Con lo scorrere della pellicola, con le 827 sigarette che si fuma (ma non avevano proibito la “fumata” neifilm?), e con quel sedere ho cambiato idea: Rooney beat Noomi, ma non di tantissimo.
Nel complesso il film, seppur doverosamente lungo, si lascia vedere, in particolare da chi ha letto ed è appassionato del libro.
L’attenzione viene attirata fin da subito, titoli di testa ritmicamente metallari ed a tutto volume, poca lentezza e tanta necessaria azione.
Questa “ristampa” cinematografica è più lineare e, forse, addirittura più comprensibile della prima. Spiega e lega meglio i diversi avvenimenti ed infiniti personaggi. Ecco, esagera un po’ in alcune libere interpretazioni dalla storia originale, lasciando interdetto chi, ovviamente, si aspettava altri sviluppi.
Dopo tutto quello che ha passato in James Bond, c’è da dirsi che per Daniel, questo film, è decisamente all’acqua di rose.
Concludo citando un mio “compagno” di visione “film bello, avrebbero dovuto fondere i due, però: sceneggiatura dell’altro, regista ed attori di questo”.
Buona visione.
Sceneggiatura del primo più il gatto e la figlia di Blomqvist.
RispondiEliminaE rivedendo il primo e uno spezzone del secondo capitolo svedese (nello specifico la scena cruciale-quasi finale girata a mo' di documentario di Bear Grylls con conseguente mal di testa dello spettatore), David Fincher batte Niels Ander Oplev (lo ammetto, ho dovuto ricorrere a WikiP) 10 a 0.
Per quanto riguarda Noomi Rapace bisogna dare atto che all'epoca scollinava già i 30 anni per cui interpretare una ragazzina di poco più di 20 non era proprio agevole (mica siamo a Beverly Hills 90210).
Per cui io continuo a preferirla anche se le occhiatacce di Rooney Mara riescono quasi a pareggiare il conto.
Attendiamo il secondo capitolo...
Cordialità.
F.to Compagno di visione
Ma quindi Daniel si tromba la tipa secca secca?
RispondiEliminaUna volta anche piuttosto distrattamente.
RispondiEliminaF.to Compagno di visione.
Commenti tecnici e mai banali di lettori fedeli.
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