Sentendo l'ultimo disco dei The Maccabees mi è fuoriuscita spontanea, senza filtri, quest'espressione mezzo anglofono/romanesca, un mix tra stupore e compiacimento. Finalmente.
Già. Non sono molte le indie-band che ultimamente mi han fatto fizzleare (slang di Fizzy Fun! Cos'è il Fizzy Fun?! Cercatevelo) la testa. Un certo e costante piattume con qualche sporadico sobbalzo, ma nulla più.
Il quintetto britannico capitanato da Orlando Weeks, invece, mi ha proprio preso.
Da questo inizio sembra che gli abbia scoperti solo da poco, e magari con "Given to the wild" (terzo lavoro); ecco non è proprio così, parlerei più di ri-scoperta. Una lieve patina ovattante era rimasta sui loro primi due album, certamente interessanti in un palcoscenico, quello inglese, dove le mie preferenze, però, erano e sono tutte per i Kasabian (de gustibus cari in-coscienti, sarà anche la fede rossoblu di Pizzorno? A voi le meglio viste e ritenute answers).
Però, però, però (e con quest'ultimo sono 4, i però; ora 5), con "Given to the wild" i The Maccabees sbucanoo di nuovo fuori. Un bucaneve (mai paragone più appropriato in questo gelo presumibilmente pre-atomico), che affascina. Raccoglieteli e portateli via.
Il loro sound travolge perché non esagera nella complessità. Non stufano. Il mio primo giudizio su un artista (sempre personalissimo, sia chiaro) si basa sul livello di attenzione che mi richiede l'ascolto. Più devo essere attento più non riascolterò. Sono io che devo scegliere quando essere attento; se l'attenzione mi viene imposta con un qualcosa di pesante, beh, il delete è immediato.
Loro no. Loro galleggiano, sono io che cerco di capirli, non loro che mi obbligano.
Capire il cut off dai due album precedenti.
Mi è piaciuta la continuità della prima parte del disco, lo stacco col singolo Pelican (del tutto estraneo al contesto e molto redio) e poi il seguito.
Bravi, non eccelsi, ma bravi!
Credo che ad un live sarebbero veramente noisy! Il 12 febbraio sono a Milano, loro. Io no. il "permesso" per uscire prima me lo sono speso per andare l'8 marzo a sentire gli Wilco.
Andate, in-coscienti, sappiatemi dire.
Loro no. Loro galleggiano, sono io che cerco di capirli, non loro che mi obbligano.
Capire il cut off dai due album precedenti.
Mi è piaciuta la continuità della prima parte del disco, lo stacco col singolo Pelican (del tutto estraneo al contesto e molto redio) e poi il seguito.
Bravi, non eccelsi, ma bravi!
Credo che ad un live sarebbero veramente noisy! Il 12 febbraio sono a Milano, loro. Io no. il "permesso" per uscire prima me lo sono speso per andare l'8 marzo a sentire gli Wilco.
Andate, in-coscienti, sappiatemi dire.
gli ho scoperti proprio grazie a te...e non sono male! ;)
RispondiEliminaIN-CRE-DI-BI-LE! ;)
RispondiEliminaBello questo post...mi piace l'idea di loro che galleggiano...ascoltandoli è proprio questa l'impressione che ho avuto :D
RispondiEliminapronto all'ascolto..che mi porti?
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