"Adesso credo nei miracoli, in questa notte di tequila bum bum" [cit.].
Cari in-coscienti e caro Zucchero, nella tequila bum bum ho spesso creduto, oggi non posso far altro che credere nei miracoli. Come potrei fare altrimenti?! In quei tre giorni del cazzo - altro che del condor - dei quali Amarillys vi ha parlato qui, la mia penna scriveva "come danzi ad un ballo" [cit.], snocciolando perle giuridiche conosciute da nessuno, e probabilmente - anzi, certamente - manco da me.
Scritto ciò che ho scritto, consegnato ciò che ho consegnato, altro non mi resta se non il miracolo, appunto. Miracolo, però, da non confondersi con la classica e sana botta di culo (che comunque non disdegnerei, sia chiaro). Ciò di cui ho bisogno è un qualcosa di più; quel qualcosa di mistico, di trascendente. Quel passaggio gentile, leggero, quasi impercettibile del mio compito dalla spazzatura alla sufficienza (mi accontento di poco).
21 interminabili ore di vita buttate nel cesso (senza contare il pre ed il post) dovrebbero far mettere una mano sul cuore a chi ci guarda da lassù. Un'esperienza così tragica non l'avevo vissuta neppure in quel Genoa-Pizzighettone giocata al Delle Alpi di Torino nel lontano 2005, agonia allo stato puro (per la cronaca finì con uno scialbo 0-0 e fischi assordanti).
21 ore, vi rendete conto?! Tutto per poi quasi certamente sentirsi dire che "stiamo andando a fanculo" [cit.] senza neanche quel simpatico "shallalla" di accompagnamento. Troppo poco serio diranno loro (chi?).
Un'immagine però non si schioderà mai più dalla mia testa. Il volto di Marce "l'incendiario". (s)Perso nel vuoto, a fissare un chissà che di etereo, alla ricerca di qualcosa nell'aria che forse era il nulla, o forse era Dio. Sette parole scandivano come un ritornello della peggior canzone da balera il suo disappunto: "ma perchè gli ho fatto incendiare tutto?!". Non lo sappiamo neppure noi, caro Marce. Ciò non toglie che potremmo finire per dirti "hai ragione tu" [cit.], o meglio, avevi ragione tu.
"I believe in miracles" diverrà il mio motto (e quindi mi cito, [cit.]). E si badi bene, non si dica in giro che l'ho rubato ai Ramones, conosco approssimativamente l'inglese tanto da non capire una beneamata minchia di quella canzone, potrebbe voler dire tutt'altro. Quindi, se anche voi credete nei miracoli, nell'esternare il vostro credo pensate anche un po' a noi, ve ne saremo grati (p.s.: per "noi" intendo Amarillys e my name is nick, quello stronzo di boh! è già diventato avvocato, anche se perde i capelli, tiè!).
"Luca 24:7 dicendo che il Figlio dell'uomo doveva esser dato nelle mani di uomini peccatori, essere crocifisso e risuscitare il terzo giorno."
..ed io che pensavo che I believe in miracles l'avessi presa da Tom Jones!
RispondiEliminachiunque sia a cantarla diventerà anche il mio motto!!!
Yesss! I believe in miracles :)
RispondiEliminaDiventerà anche il mio! Bel post!
RispondiEliminaGrazieeee!
Lory