lunedì 25 febbraio 2013

Ricordo di quella volta in cui ho creduto che mio nonno fosse risorto.
Probabilmente era domenica ed era morto già da qualche tempo.
Ho dimenticato il perché ma quel giorno sono andato con mio padre nell’orto che mio nonno curava pur non essendo suo; aveva deciso di spendere così il periodo di seconda e più matura libertà che regala la pensione.
C’era una scala appoggiata all’arancio e l’uomo che vi stava in cima era per metà immerso nel verde delle foglie.
Quell’immagine era per me come il replay di un video che conoscevo a memoria. Mio nonno, infatti, mi portava spesso con lui dopo scuola a passare qualche ora all’aria aperta, magari tirando due calci ad un pallone tra una fragola ed un ciliegio.
A quella vista il cuore ha progressivamente incrementato il battito e le più belle fantasie stavano formandosi nella mia mente. I miei nove anni mi davano già un barlume di coscienza per capire che quei pensieri erano totalmente irreali ma la lucidità, in quel momento e per un istante, era come fuggita via lasciando il posto ad incredulità e speranza.
Ricordo che ci siamo avvicinati ancora un po’ a quell’albero quando dalla scala è semplicemente sceso il proprietario dell’orto.

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