Chiedo venia ai lettori per l'attesa anche se, come giusto, pochi o forse nessuno avranno sentito la mia (nostra) mancanza.
Ho dovuto aspettare un po' di tempo per metabolizzare, per evitare che tutto si risolvesse in melense e tristi parole che neppure quei pochi avrebbe letto con piacere e che io avrei scritto contro voglia.
Superando qualche pensiero negativo, la mia in-coscienza riparte dalla convinzione che ci si debba sempre credere o, quanto meno, provare. Un'altra sconfitta ("non chiamarlo fallimento") sarebbe dura, ma perché pensarci ora, anzi, perché pensarci.
Quanto sto dicendo, detto proprio da chi fino a qualche giorno fa vedeva tutto nero, seppur con la luce accesa, può sembrare e suonare strano a chi mi ascoltava, consolava e capiva, a chi trovava in me più che un briciolo di rassegnazione.
In tutto questo susseguirsi di emozioni, pensieri, paranoie ho però rafforzato la convinzione, che non vedo appartenere a tutti, di doversi paragonare solo a sé stessi.
Se io ho sbagliato e tu hai sbagliato non vuol dire che io abbia sbagliato meno.
In troppi attorno a me ragionano così.
Io parlo e penso per me stesso, senza guardare chi mi sta attorno; anzi, forse sbaglio nel vedermi inferiore a certi "colleghi".
Non è corretto trovare facili giustificazioni proprio in quello che - di identico - è successo agli altri. E' una via d'uscita che porta ad un'effimera sensazione di pace, di tranquillità. Ma proprio perché effimera è puttana e dura giusto il tempo di quella sveltina che è stato il semplice pensare, lasciando per brevi istanti un senso di quiete destinato, come ovvio, a svanire.
E' per questo che oggi mi sono convinto. Anzi, per non essere positivi al 100% e lasciare sempre un piccolo barlume di lucidità al mio pessimismo ormai atavico, forse è meglio che dica sono più convinto.
Anche perché, se dovessi ri-cadere... ed ecco che tutto quel che ho scritto si sgretola come un castello di sabbia.
p.s.: tranquilli, traquilli il prossimo post, come vi avevo mezzo promesso, sarà su "crisi & puttane". Forse riderete, forse sarete indifferenti, certo è che robe del genere almeno per un anno (spero) non ne leggerete più.
p.p.s.: dimenticavo, brava Amarillys.
non dirò (più niente) ma ci sarò :)
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