"Quando al fine di un giorno noioso, la gaiezza risorge nel cuor".
Giornata obiettivamente noiosa.
Quando mai il rientro in ufficio è cosa gradevole e divertente.
Mai, appunto.
Dopo aver passato circa 7 ore davanti ad un computer, impiegando 4 ore a scrivere una cosa che in 30 minuti poteva benissimo esser fatta (lezione su come far passare il tempo), mi decido ad uscire, in anticipo di un'ora rispetto all'orario "consueto".
Dico alla segretaria: "se devi telefonare all'avvocato [ancora in ferie, ndr], puoi farlo prima che io esca? Sai, evitiamo che mi sgami".
"Certo", risponde.
Lo chiama ed ovviamente me lo passa perchè aveva una cosa importantissima da dirmi (allora perchè non hai chiamato direttamente tu, mi chiedo io).
Pericolo scampato, penso.
Salgo in vespa, l'accendo, parto.
"Quando al fine di un giorno noioso, la gaiezza risorge nel cuor", sempre questo motivetto in testa, da stamattina.
Parcheggio la vespa sotto casa, guardo il cellulare.
L'avvocato aveva provato a chiamarmi, due volte.
Ho scoperto che in questi casi si dice epic fail; stocazzo che lo richiamo.
"Quando al fine di un giorno noioso, la gaiezza risorge nel cuor", canticchio, ma non credo sia ancora tempo per un Campari.
Piccolo spazio pubblicità: consiglio vivamente "Alla fine di un giorno noioso", bellissimo noir di Massimo Carlotto (magari leggete prima "Arrivederci amore, ciao", cheèmmeglio)
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