mercoledì 6 luglio 2011

Orrori da un matrimonio - primo spunto (di M.C.)

In un "periodo" in cui di matrimoni proprio non se ne può più, è sembrato opportuno creare una rubrica volta a dispensare alcune pillole dirette a chi, bontà sua, ha ancora idea di compiere il fatidico passo.
In-coscienza è ben lieta, ma ancor più soddisfatta, di dare la parola ed il suo spazio a "M. C.", maestro di stile.
Trovare di meglio era impossibile, fidatevi.


Forse da quando, nell’ormai lontano 29 luglio 1981, l’Arcivescovo di Canterbury, sposando i Principi di Galles, disse che “Ogni coppia, nel giorno delle proprie nozze, è una coppia reale”, in un’incessante climax ascendente, le “giovani” coppie che scelgono il folle gesto del matrimonio proprio alla regalità sembrano puntare.

Abbandonati i ristoranti, negli stabilimenti balneari o in fresche cascine di campagna, dove famiglie di entrambi i lati ed amici si riunivano in una rappresentazione nazional–popolare, si è ormai, quasi completamente, lasciato il passo al lusso di prestigiose location, un tempo rigorosamente, e forse economicamente, riservate ai rampolli.

Un fenomeno che, fino a non più di un decennio fa, salvava la Superba, si è ben presto infiltrato persino nella nostra amata città, insidiando e soverchiando addirittura i quartieri bene.

Così, se una volta Villa Spinola era la prerogativa di un tanto felice quanto ristretto circuito di pochi, e la sarta “di grido” – senza far nomi, ma quella che tutte le dame della Genova che conta – aveva l’atelier poco affollato delle solite note, oggi gli album dei dolci ricordi danno l’impressione che la nota villa sia divenuta una multiproprietà affollata di improbabili parenti, e le costose pailletes che solo cospargevano l’abito buono dell’altrettanto donna di famiglia, divengono made in China, adeguandosi persino a coloro che lavorano per necessità!

Insomma, si potrebbe forse ipotizzare che ricchezza e buon gusto siano diventate politically correct? Contessa o cameriera, entrambe calcano la passerella d’onore con lo stesso livore? E’ forse la dimostrazione di ciò che tutti, da sempre, hanno saggiamente rinnegato: i soldi fanno i signori?

Neppure per sogno!!!

Nel mio presenziare ad ormai un folto numero di eventi nuziali, seguendo un percorso per così dire trasversale, la mia attenzione è sempre più attratta da mostruose cadute di stile, che sembra vadano ad addobbare Chiesa e tavola del pari di fiori e candele…

Bruciare le tappe e svelare tutto e subito sarebbe un errore per qualunque buon cronista, persino per me che cronista non sono; ergo mi limiterò a sussurrare qualche idea, magari per cogliere le reazioni dei lettori, magari proprio per vedere se, tra chi consulta questo blog, la parola “lucido” lo abbina solo al marmo o, per esempio, anche ad abiti eleganti da uomo…

Stiamo a vedere…

M.C.

4 commenti:

  1. ho 27 anni e sono stata a 22 matrimoni..sarà una divertente collaborazione M. C.!!

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  2. Cazzarola, io sabato mi sposo...potevi farla prima questa rubrica! Che adesso scoprirete tutte le mie cadute di stile (la iaia potrà riportarvele tutte in diretta) e mi vergognerò un casssino.
    Però la parola lucido io continuo ad abbinarla solo al marmo.

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  3. dai dai... facce sapè... sono particolarmente interessata alla rubrica

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  4. @arianna: tu adesso devi stare tranquilla perchè sabato è vicinissssimo e non pensare ad altro!:-) a me i matrimoni emozionano sempre..

    @bussola: effettivamente i matrimoni possono dare tanto a noi invitate/spettatrici cui non sfugge nulla!

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