lunedì 25 luglio 2011

Il regno animale - F. Bianconi


Devo ammetterlo, ho comprato questo libro esclusivamente perchè l'autore è il leader della mia band italiana preferita.
Ammetto anche che sono partito con troppi positivi pregiudizi.
Il libro, in sè e per sè, è un vero e proprio sputo in faccia alla società contemporanea.
Una società che non vede i giovani, che non è in grado di garantire alcun futuro, neppure a breve termine.
Alberto è un ragazzo medio che da Montepulciano parte, se ne va, con un biglietto di sola andata per quella "Milano da bere" nella quale non cerca particolari fortune, semplicemente un lavoro.
La sua realtà, invece, è costellata solo da insicurezze e schiaffi dati da personaggi ai quali non porgi l'altra guancia solo perchè te l'hanno già presa.
Ma che cos'è il "regno animale"?
A parer mio è tutta quella società che cerca di sopravvivere alla bene e meglio, che spaccia, che vende robaccia, che è fuorilegge; ma è anche tutta quella gente che si specchia in tartine poco farcite, piatti da nouvelle cousine, droga, sesso ed happy hour.
Una società che non lotta, che non ha voglia di lottare e che si fa sopraffare dall'indolenza di non farlo.
Francesco Bianconi, un pò come il Caronte dantesco, traghetta il lettore all'interno di problematiche reali, dietro le quali sempre più - o troppo - spesso ci si nasconde, per emergere come l'animale perfetto.
Ma Alberto non è così. Lui convive, accetta e riconosce le sue ansie, insicurezze e difetti.
Non ne fa una forza, non è un eroe, semplicemente sa che esistono. Ma sa anche che se se ne andassero, in fondo in fondo, non gli mancherebbero poi così tanto.
Personalmente ho trovato il libro in parte baustellizzato, ed in parte una biografia monca.
"Le Rane" è una delle mie canzoni preferite, ma l'esegesi che se ne fa nel quinto capitolo è un tantino esagerata. La canzone è così chiara da arrivare, non serve altro.
Concetti che all'interno delle canzoni arrivano e qui stentano ad arrivare, subito.
Ma forse è proprio questo il problema, non si riesce ad astrarre lo scritto da chi l'ha scritto, facendo confusione con le professioni di cantautore e scrittore.
Riuscita ed intelligente, a parer mio, l'intitolazione animalesca dei capitoli (anche se al posto del Pegaso, letto il capitolo, avrei visto azzeccato il Corvo Joe).
Va dato comunque merito agli argomenti trattati, non semplici.
Sesso, droga, lavoro, soldi, sono le problematiche che più attanagliano le diverse fasce della società nella quale ci troviamo e siamo costretti a vivere. La loro trattazione in un continuum strettamente collegato non fa altro che renderle più comprensibili, più vicine, e più "illuminate".

Nessuno veda in ciò che ho scritto una recensione.
Non sono in grado di farne e, tanto più, è anche possibile che non abbia capito nulla, ed essere - io - parte di quella generazione che invece di lottare "sorride, chiusa fra quattro mura, scrive sui blog, e fa la coda alla Fnac per toccare l'iPad" [cit.].

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