giovedì 30 maggio 2013

Mangialonga 2013, Levanto: noi c'eravamo!

Domenica scorsa 8 baldi giovani prendono il treno da Brignole, destinazione Levanto, per partecipare alla Mangialonga: 9 tappe distribuite su 15 km di percorso - che a noi sono sembrati di più - ciascuna tappa in un borgo caratteristico delle alture di Levanto dove venivamo accolti con buon cibo e musica.
Questa la mappa del percorso:



E queste le tappe:

1. RIDAROLO: focaccia alla salvia
2. FONTONA: acciughe salate
3. CHIESA NUOVA: verdure ripiene

le prime tre tappe vissute tranquillamente, nonostante il percorso in salita per raggiungerle, ma, una volta arrivati, trovavamo subito conforto nel piatto tipico che ci veniva offerto e in un (numero approssimativo) bicchiere di vino bianco.



4. LEGNARO: trofie al pesto
questa tappa ci ha fregato: 2 ORE di coda per poi arrivare al pentolone, ormai vuoto, e sentirci dire che il pesto era finito! Ci hanno rassicurato dicendoti che qualcuno era andato a prenderlo e, dopo altra attesa, finalmente siamo riusciti ad avere il nostro piatto di trofie.
che noia due ore di coda, penserete voi, e invece il tutto é stato allietato da musica dal vivo di alto livello, ma che dico, di altissimo livello raggiunto con fiki fiki di Gianni Drudi! Io ho video, oh se ce l'ho il video, ma mi é stato categoricamente fatto divieto di diffonderlo al motto quello che é successo alla mangialonga rimane alla mangialonga.

5. SAN BARTOLOMEO: stoccafisso in umido
nulla da rilevare, se non che iniziava a girare la voce che se non ci fossimo dati una mossa saremmo arrivati a Levanto alle 21.30. 
L'orario di arrivo previsto dal programma era 17.30, circa..

6. PASTINE: cima alla genovese
a tutto ciò che é avvenuto in questa tappa non sappiamo dare una spiegazione.
Sarà stata l'adrenalina? 
Sarà stato il vino? 
Sarà stata la cima?
Alcuni non si ricordano neanche cosa é successo, altri se lo ricordano benissimo: gavettoni d'acqua e di vino rosso - chiedetelo alla mia felpa bianca -, cartelli di indicazioni stradali usati come chitarra, panche usate come cubo su cui ballare musica tamarrissima. Anche di questa tappa esistono prove fotografiche. Che non vedrete mai!
Siamo ripartiti dicendoci mancano ancora tre tappe..

Queste:

7. VIGNANA: gorgonzola e miele
8. LERICI: fragole al vino
9. GIARDINI: gelato, caffé e limoncino.
siamo arrivati alla meta verso le 20.30 e, leggete bene, non eravamo gli ultimi!
Ci siamo goduti gelato, caffé e limoncino e ci siamo diretti, sfatti, verso la stazione per fare ritorno a casa.

Giornata lunga, ma davvero divertente!

E questa é l'unica foto che che mi é stato concesso di pubblicare




perché "sembriamo anche persone normali" (cit.)


martedì 21 maggio 2013

Grey's Anatomy, nona stagione: niente spoiler, promesso!

Ieri sera ho guardato le ultime due puntate della nona serie di Grey's Anatomy anche perché stava diventando sempre più difficile evitare su Twitter gli spoiler più o meno volontari.
Premetto che a me questa stagione non é piaciuta particolarmente, sarà che dopo l'esagerato finale dell'ottava non sapevo più che aspettarmi, ma devo dire che nelle ultime puntate si riprende per un finale alla Shonda Rhimes, quindi, preparatevi a tutto!

Come promesso, niente anticipazioni, vi dico solo che nella parte finale della puntata c'é questa canzone come colonna sonora


JOHN LEGEND
ALL OF ME





What would I do without your smart mouth
Drawing me in, and you kicking me out
Got my head spinning, no kidding, I can’t pin you down
What’s going on in that beautiful mind
I’m on your magical mystery ride
And I’m so dizzy, don’t know what hit me, but I’ll be alright

My head’s under water
But I’m breathing fine
You’re crazy and I’m out of my mind

‘Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me
I’ll give my all to you
You’re my end and my beginning
Even when I lose I’m winning
‘Cause I give you all, all of me
And you give me all, all of you

How many times do I have to tell you
Even when you’re crying you’re beautiful too
The world is beating you down, I’m around through every move
You’re my downfall, you’re my muse
My worst distraction, my rhythm and blues
I can’t stop singing, it’s ringing, I my head for you

My head’s under water
But I’m breathing fine
You’re crazy and I’m out of my mind

‘Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me
I’ll give my all to you
You’re my end and my beginning
Even when I lose I’m winning
‘Cause I give you all of me
And you give me all, all of you

Cards on the table, we’re both showing hearts
Risking it all, though it’s hard

‘Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me
I’ll give my all to you
You’re my end and my beginning
Even when I lose I’m winning
‘Cause I give you all of me
And you give me all of you

I give you all, all of me
And you give me all, all of you

lunedì 20 maggio 2013

vivere il lunedì con la testa già al prossimo week end

E' stato decisamente un week end mangiareccio, oltre che bellissimo, quello appena trascorso.

Sabato sera siamo andati a mangiare a le mura di Malapaga, braceria in zona Porto Antico dove a farla da padrona é sicuramente la carne. Posto ideale per chi, come lui, ama la carne e lo dimostra con una tagliata con lardo e pomodorini pachino, e anche per chi, come me, non la ama particolarmente, ma alla fine si gusta il suo ottimo spiedino con contorno di verdure grigliate - spiedino che, in realtà, non é riuscita a finire perché già sazia di carne, ma non abbastanza di pane con i peperoni -.
Ottima la panissa che abbiamo preso per antipasto, ottimo il bicchiere di vino che ha fatto compagnia allo spiedino, piacevolissima la panna cotta con i frutti rossi, bella l'idea di servire come digestivo gli zuccherini alcolici aromatizzati agli agrumi.

Dopo cena abbiamo provato a sfidare la pioggia e a goderci la Notte dei Musei, ma lei, la pioggia, ha sfoderato la sua tattica di cadere in senso orizzontale rendendo, quasi, inutile l'ombrello. 
Insomma, siamo stati sconfitti.  

Io amo la mia città e ancora di più la amo la domenica mattina, quando la giriamo in modo più rilassato, abbandonando la frenesia della settimana, circondati da gruppi di turisti che invadono le vie principali.
E poi di domenica in Piazza Matteotti - non abbiamo ancora capito con quale frequenza, ma sta di fatto che ieri siamo stati fortunati - ci sono gli stand di prodotti tipici delle varie regioni italiane. Prima tappa: Puglia, con i suoi taralli - ve l'ho già detto che potrei morire mangiando taralli e non solo in senso figurato? - poi, siamo risaliti in Emilia Romagna dove abbiamo comprato, da un gentile standista che ci ha ammaliati con il suo accento e con l'assaggino di parmigiano che ci ha offerto, dei tortelli al radicchio rosso e una bottiglia di Lambrusco. 
Il simpatico emiliano ci aveva consigliato di condire i tortelli con il pomodoro o con un filo d'olio e parmigiano e avremmo fatto così se non avessimo visto lo stand del Piemonte con una varietà di formaggi lì per noi e, così, dopo un assaggino di Toma e uno di Castelmagno, abbiamo capito la fine che avrebbero fatto i tortelli a pranzo: affogati in una leggera fonduta di Castelmagno. Amen.



Prima, però, abbiamo visitato la mostra Geishe e Samurai allestita al Palazzo Ducale fino ad agosto.

E' una raccolta di foto di fine '800 della scuola Yokohama e la particolare tecnica con cui venivano colorate, essendo ancora in bianco e nero, le rende uniche e ancora più realistiche. Le mie preferite sono quelle dei paesaggi o che ritraggono scene della vita quotidiana del Giappone. L'audioguida, inclusa nel biglietto, ti permette di apprezzare ancora di più la mostra e di scoprire alcune curiosità sulla cultura giapponese.
Se decidete di visitare la mostra vi consiglio di fare il biglietto integrato che comprende anche quello per la mostra fotografica di Kubrick, sempre al Palazzo Ducale e sempre fino ad agosto, al prezzo di 14 euro, invece dei 10 euro per ciascuna mostra. E' pur sempre una genovese quella che scrive!




E dopo i tortelli - buonissimi - e dopo il Lambrusco - finito tutto -, pomeriggio dedicato al relax davanti ad un bel film che, non apprezzando particolarmente Brad Pitt come attore, non credevo fosse così bello: il misterioso caso di Benjamin Button.

Ma, ahimé, anche i bei week end finiscono..

Ora capite perché con la testa sono già al prossimo fine settimana?!
E, visti i programmi, anche quello che ci aspetta potrà dirsi mangiareccio: c'é la Mangialonga a Levanto, vi unite?

martedì 14 maggio 2013

Bea e le questioni di cuore #2

A tavola, ora di cena:

Bea: "Zia gira sul 22"

Amarillys: "cosa c'é?"

Bea: "Violetta, é una storia d'amore..così impari come comportarti con D."

7 anni, vi ricordo.



venerdì 10 maggio 2013

Cose che dovete assolutamente sapere #3

1) Venerdì corto, cinema a 3 euro fino al 16 maggio, decidiamo di veder l'uomo con i pugni di ferro ben consapevoli che avremmo assistito ad una tamarrata non da poco.
Ecco il trailer, per rendervi l'idea.



Storia ambientata nell'antica Cina, battaglie fra bande per accappararsi un bottino d'oro, combattimenti volanti, sangue e violenza tipo teste che saltano con un calcio, occhi che balzano fuori dalla testa, ma scene così surreali da non far impressionare - e se lo dico io - anzi, qualche volta anche sorridere (a parte un paio di scene in cui ho chiuso gli occhi).
Ho apprezzato - e non lo dico in senso ironico - la colonna sonora rap dello stesso regista, RZA, e il doppiaggio con le voci di Pino Insegno per il fabbro, e di Luca Ward per Russell Crowe. 
Tra gli interpreti: Lucy Liu e Russell Crowe.
Mi sono accorta che Lucy Liu é invecchiata non per le rughe - invisibili - ma perché nel film faceva la matrona di un bordello e non la giovane dipendente del locale.
Su Russel Crowe ho un quesito: cosa gli é successo?


 

2) Previsioni per il week end: domani pranzo in famiglia per festeggiare, in anticipo, la mamma e ne approfitterò per godermi un po' i miei nipoti, strapazzarmi il piccolo Fabri e fare i dispetti a Bea, poi nel pomeriggio si parte per un week end toscano fra amici e l'idea di partire, anche se per due giorni, mi piace molto!

3) Vi ricordate il mio momento bio? Passato.
La crema viso che avevo acquistato non é paragonabile al caro e vecchio fluido idratante di Chanel: non idratava la pelle costringendomi a metterla anche più volte al giorno, nel giro di tre mesi l'ho finita contro i sei mesi di Chanel. 
Alla fine del tunnel bio ho incontrato lei 


Non essendo più sufficiente il fluido, sono passata ad una crema. Mi sono bastati due giorni per vedermi la pelle più idrata e distesa alla faccia degli inci verdi e facendo mio il moto chi più spende, meno spende.

4) Se domani la primavera avesse la decenza di spuntare inaugurerei le mie ballerine maculate.

5) Per mercoledì prossimo ho prenotato una guida alla scuola guida.

6) Appena pubblicato questo post mi metto a cazzeggiare alternado tv e libro, si, il venerdì sera io sono pigra, più del solito.

7) Auguro a tutti voi un buon week end!


lunedì 6 maggio 2013




Magari non sono così estreme come quelle che si vedono nel programma io e la mia ossessione in onda su real time, ma tutti le abbiamo.
Chiamatele ossessioni, fissazioni, riti, come volete, sono quei gesti che devi compiere, che hai il bisogno di compiere perché ti danno sicurezza o semplicemente perché scongiurano, o almeno così tu credi, chissà quale infausto avvenimento.
Io mi ricordo benissimo di essermi già sputtanata avervi già confessato una di queste mie manie in un vecchio post - non ricordo quale post però - era quella per cui in palestra il numero dell’armadietto che scelgo per riporre la borsa con il cambio deve essere tre o un multiplo di tre.
E guai se le ciabatte, la sera prima di mettermi a letto, non sono perfettamente allineate con il pavimento!
Poi, quando smetto di leggere – ad esempio perché devo andare a dormire – cerco sempre di interrompere la lettura con una frase che finisce con una parola bella, positiva.

E le vostre quali sono?

martedì 30 aprile 2013

Milioni di Milioni - Marco Malvaldi -


Ho letto quello che, secondo me, è il romanzo giallo più brutto fra quelli letti finora e se pensate che ero una divoratrice dei “junior gialli” della Mondadori capirete che la mia opinione è basata su anni e anni di esperienza nel settore.
Ho comprato milioni di milioni di Marco Malvaldi facendo questo ragionamento:

- odore di chiuso, dello stesso autore, mi è piaciuto molto e non ha come protagonista Massimo, il personaggio di la briscola in cinque, che mi è tanto  antipatico;

- neanche milioni di milioni ha come protagonista Massimo né i vecchietti del bar lume;

- milioni di milioni mi piacerà.

Le premesse erano corrette, la conclusione no.
Alla faccia di Aristotele.

Quando la storia è banale, come in questo caso - omicidio, soggetto innocente primo sospettato, indagini del sospettato, soluzione del caso – speri che i personaggi siano così ben delineati da valere, da soli, il libro. Un po’ come succede per l’ispettore Morse di Dexter, le storie sono solo l’occasione per vedere in azione un personaggio un po’ burbero, malinconico, abituato a voli pindarici che, spesso, lo portano a discutere con il suo pragmatico vice, ma é comunque un personaggio ben caratterizzato cui ti affezioni e che rileggi volentieri.
Del protagonista di milioni di milioni non ricordo neanche il nome pur avendolo finito qualche giorno fa.
Devo riconoscere un merito a Malvaldi: riesce a creare dei personaggi antipatici. Se sei l’unico sospettato dell’omicidio non ti metti a discutere di non ricordo quale argomento scientifico con fare da sapientone!

Niente colpi di cena, niente suspence, niente che stimoli la curiosità; un banalissimo libro che prova ad essere giallo.

mercoledì 24 aprile 2013

Sogno di una notte d'estate.

Mi piace sempre di più questo piccolo spazio in cui ospito amici che ci raccontano l'ultimo spettacolo visto a teatro! E pensate che quegli amici si trovano, ormai, così a loro agio in questo spazio da invitare altri amici per fare la stessa cosa. 
Infatti, C.S. (ormai lo conoscete, dai) ha gentilmente chiesto a Paté d'Olive, come lei stessa specifica nella sua premessa, di recensire lo spettacolo che hanno visto insieme a teatro e così lei ha fatto!
Eccola.. 

"Iniziamo parandomi il culo. Perché così è tutto più facile. Avverto subito, io non scrivo. Scrivevo lettere ad amici. Scrivo sms. Qualche mail. Ma niente di lontanamente artistico, insomma. Per me anche scrivere i temi è sempre stata una tortura, per dire. No no no, bisogna saperlo fare. Anche perché se mi metto a scrivere lo faccio a mo’ di flow of consciousness (chiedo venia se spicciolo una delle due cose che mi ricordo di letteratura) e quando imbocco la superstrada dei pensieri poi puntualmente mi imbambolo e perdo l’uscita…vabé. Io lo faccio per sfida. Quel cagnaccio maledetto di C.S. me lo mena…e, tutto sommato, provare a prendermi un po’ meno sul serio e lanciarmi in un esercizio che non è il mio…ma si, dai. 


Ecco, mi sento già come i partecipanti a quei quiz che prima di rispondere alla cazzo di domanda del conduttore cominciano a motivare la risposta parlando di quella volta che la vicina di casa di sua cugina aveva detto……..ecco, sono già fuori. Visto che non è il mio?

Vabé, lo spettacolo. 

Sogno di una notte d’estate. 


Il titolo cambia rispetto all’originale di Shakespeare, magari per sottolineare il fatto che loro le cose le maneggiano sempre un pò, regia di Emanuele Conte, attori della compagnia del Teatro della Tosse. 

Purtroppo non sono una gran frequentatrice di teatri, ragione in più per evitare di scriverci su, ma qualche spettacolo della Tosse l’ho visto, grazie alla mia mamma. La prima volta mi aveva portato a vedere la rappresentazione delle favole, titolo esatto boh, che avevano portato direi una ventina d’anni fa al forte Sperone. Che bello…mi son sempre piaciuti i loro spettacoli, davvero ci mettono sempre qualcosa di loro. E si mettono nei panni di chi li guarda, quando se li studiano. È evidente. Cercano di portarteli, di imboccarteli, ed arrivare anche a chi, come me, magari si distrae un po’ troppo facilmente davanti ad una rappresentazione poco accattivante.


E poi c’è anche Campanati sul palco, un mostro di attore. Che conosco da quando sono piccolina, perché per esempio quando avevo visto proprio Sogno di una notte di mezz’estate, direi….quindici anni fa? La sparo senza controllare che va bene così, allo Sperone ( e lì sarà davvero stato un sogno di mezz’estate e non un sogno di manco accennata primavera, che manco per iscritto rinuncio alla mia passione per le battute bruttissime) lui c’era, anche se allora vestiva i panni di Puck e se non ricordo male accompagnava gli spettatori attraverso le stanze del castello per tutto il corso della rappresentazione. 

Questa volta Campanati era Oberon. …ma dovrò spiegare la trama? Cercherò di esser sintetica…Oberon, re degli elfi, e il suo fidato folletto Puck si mettono a giocare con un fiore, dal quale si ottiene un succo che versato sugli occhi di una persona addormentata la farà innamorare, al suo risveglio, della prima che incontra. Persona o bestia che sia. E in questo loro gioco non viene coinvolta solo la consorte di Oberon, Titania, ma anche una compagnia teatrale e due coppie di giovani che attraversano il bosco di Oberon per recarsi al matrimonio di Teseo e Ippolita, al quale i ragazzi parteciperanno in qualità di ospiti, mentre gli attori metteranno in scena la tragedia di Piramo e Tisbe a fine cerimonia. Come si può immaginare il potere del fiore porterà scompiglio e improbabili intrecci. 
Non scendo nei particolari perché io personalmente odio quando mi si racconta un film che non ho visto. Se ne so già troppo mi si toglie gran parte del piacere di vederlo e scoprirlo e vederci quel che voglio io. 

Intanto se nella prima versione che avevo visto, trattandosi di spettacolo itinerante, la scenografia cambiava perché ogni scena era rappresentata in un angolo diverso del forte, questa volta non si assiste a nessun cambio di sfondo: la scenografia è ridotta ai minimi termini ma proprio per questo risulta molto evocativa, tutto rimane in mano all’omino che cura le luci, che in particolare sul finale ti regala delle bellissime immagini, oserei sparare oniriche, con la luce che si limita ad illuminare le creste dei capelli scapigliati dei folletti ma non i loro volti. E sono gli attori che ti portano da una parte all’altra della storia pur rimanendo sempre lì, attorno a quel cerchio di terra piazzato in mezzo al palco, a rappresentare una radura nel bosco. 

Il linguaggio è quello di un’opera shakespeariana, spesso in rima, ma ogni tanto rotto da una battuta, che shakespeariana non è, o da un’uscita un po’ più colorata che strizza l’occhio allo spettatore che su questo stile magari fatica. E funziona, perché ti aiuta effettivamente a seguire, e diverte; loro a far questo son sempre molto bravi. Ed è un crescendo; se all’inizio l’austerità della scena preannuncia una rappresentazione seria e rigorosa, pian piano i toni si abbassano e lo spettatore si riscalda. E chi come me ha una risata anche sguaiata si fa sentire.

Risolte le varie magagne provocate dal fiore, gli sposi celebrano in fretta e furia ed arriva il momento della rappresentazione teatrale, e lo spettacolo va in scena davvero. Scenette terribili e mal recitate per sposi e ospiti quanto divertenti per lo spettatore della Tosse, che viene messo nella condizione di poter palpare davvero la volontà dell’autore di far teatro nel teatro, grazie all’accorgimento di far recitare la sgangherata compagnia teatrale rivolta verso gli sposi. Apprezzata anche l’idea di avvicinare ulteriormente la storia di Piramo e Tisbe a quella di Romeo e Giulietta, alla quale quest’ultima effettivamente si è ispirata, calcandone esattamente il finale. In questo modo gli autori hanno fatto arrivare il rimando anche a chi, come me, era sprovvisto e sprovveduto.

Sono uscita divertita, e soddisfatta perché avevo visto qualcosa di bello."

Paté d'Olive

venerdì 12 aprile 2013

Tagliolini tartufati con fantasia di funghi.

Mesi fa, arrivato il momento di spartirsi il contenuto di un cesto natalizio che ha ricevuto il mio capo, io scelsi questi tagliolini tartufati


sabato scorso li ho preparati per pranzo e, visto il successo che hanno ottenuto, eccovi la ricetta!

Livello di difficoltà - se ci riesce mia sorella..é un miracolo! -

Ingredienti per due persone:
- tagliolini tartufati;
- 150 gr. di fantasia di funghi (quelli surgelati della Buitoni, per intenderci);
- olio;
- sale;
- prezzemolo.

In una ampia padella mettete due abbondanti cucchiai di olio e uno spicchio d'aglio (infilzato in uno stuzzicadenti così poi lo individuerete facilmente quando dovrete toglierlo). Fate rosolare l'aglio qualche minuto e poi aggiungete i funghi, salate e fate sfumare con un bicchiere di vino bianco, togliete l'aglio. Fate cuocere a fuoco vivace.
Quando vedete che i funghi sono quasi pronti, dopo circa dieci/dodici minuti circa, mettete a bollire l'acqua, calate i tagliolini e aggiungete alla padella due cucchiai dell'acqua di cottura.
Dopo due minuti scolate i tagliolini, conservando un po' di acqua di cottura, e aggiungeteli ai funghi. Fateli andare per un paio di muniti e se vedete che sono troppo asciutti aggiungete ancora un po' d'acqua di cottura.
Spolverata di prezzemolo fresco e buon appetito!

Ehm..ho dimenticato di fare la foto al piatto, rimedierò la prossima volta che riproporrò la ricetta.



giovedì 11 aprile 2013

Abbiamo vinto il LIEBSTER AWARD!






Ringraziamo la gentilissima LaPucci del blog il mondo di Pucci, pubblichiamo, solo a titolo informativo, le altre regole che dovrebbero essere seguite da chi riceve il premio ed, in-coscineza, decidiamo di non seguirle limitandoci a premiare altri 11 blog.


REGOLE: 

1. Ringraziare il blog che ti ha assegnato il premio e mettere l'immagine del premio in un proprio post;

2. Rispondere alle 11 domande poste dallo stesso blogger; 

3. Scrivere 11 cose su di te;

4. Premiare altri 11 blog “liebster” con meno di 200 followers;

5. Formulare altre 11 domande a cui dovranno rispondere i bloggers da te scelti.


Su questo blog scriviamo in 5, senza contare le collaborazioni esterne, capirete il motivo per cui le regole n. 2, 3 e 5 le saltiamo.


And the winner is..