lunedì 6 giugno 2011

Darren Aronofsky & Me

Eclettico, geniale, palloso, visionaire, definitelo un pò come volete.
A mio avviso rimane semplicemente Darren Aronofsky, regista americano dalle idee sofisticate ed a volte incomprese (perfino da me, boh).
Il mio primo contatto visivo risale all'estate 2000. Su Sky (o l'allora TelePiù, non ricordo), all'1 di notte circa, io ed un mio amico ci imbattiamo in una scena di un film in bianco e nero dove un tizio sta per conficcarsi con una tranquillità disarmante un trapano in testa.
All'epoca avevo 16 anni e quando ho assistito alla scena la mia beata incoscienza mi ha fatto pensare: "ma che cagata è?!". Tuttavia, da buon amante delle cagate, mi sono ripromesso che quel frame avrebbe meritato maggiore coscienza; quel film è diventato per me un vero e proprio cult.
Per chi non avesse capito, e credo tutti, sto parlando di Pi-greco - il teorema del delirio, film d'esordio di Aronofsky del 1998.
In quel momento, però, non mi sono particolarmente interessato su chi fosse il regista e solo dopo aver visto The wrestler (a mio avviso suo miglior film, con un Mickey Rourke stratosferico), ho scoperto, manco fosse stata l’acqua calda, che l'Aronofsky di The wrestler è proprio lo stesso di Pi-greco (ma dai).
Trovato dunque il collegamento mi son detto "perchè non guardarmi un po' tutti i suoi film(s)"?
Così, a ritroso anche se nono proprio in ordine, ho cominciato da Requiem for a dream passando per Black Swan e finendo con The fountain - L'albero della vita.
Credo di non sbagliare nel dire che la drammaticità e le situazioni borderline sono il filo conduttore di ogni suo film. Lo spettatore è chiamato a non assistere passivamente alle scene, bensì a seguirle accuratamente, comprenderle ed analizzarle, entrare nel film e nel personaggio che le compie. Non hai intenzione di fare così? Aspettati solo il buio cosmico (e non quello a cui pensa Boh!).
In poche parole, ciò che si vede, non è lì per caso.
E così si comprendono quei minuti in cui Mila Kunis si accinge ad avere un rapporto orale con Natalie Portman (oscar come miglior attrice protagonista) in Black Swan, la “pelata” di Hugh Jackman e le sue ossessioni nel tentativo di strappare alla morte la “sua” Rachel Weisz in The fountain, la crudità pura di alcune scene di Requiem for a dream (bellissima Jennifer Connelly). Il messaggio deve arrivare, no? Il buon Darren, in questo senso, non bada troppo al sottile.
Conclusione: consigliato! Se non capite (come èsuccesso anche a me) non è colpa sua, il senso di ogni cosa c’è, basta trovarlo con la dovuta attenzione.
Ultima nota: sarà il prossimo presidente di giuria al Festival del Cinema di Venezia, attendiamo.

2 commenti:

  1. L'abbiamo visto nascere..e ora guarda com'è cresciuto! :D
    Il regista del film "cult" della nostra adolescenza ha fatto parecchia strada!
    A questo punto mi sento in dovere di aggiornarmi e vedere quei film che già avevano suscitato il mio interesse! Ora che so CHI c'è dietro mi incuriosiscono ancor di più!!...

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  2. Oltre al mitico Pi-greco, ho visto di recente The wrestler.
    Il fim mi è piaciuto molto sia come trama (un viale del tramonto un po'trash) sia come realizzazione/regia.
    Una nota di merito anche alla colonna sonora metal.
    A breve cercherò di vedere anche le altre opere!
    Colgo l'occasione per fare i complimenti per il Blog.
    A presto.

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