martedì 12 marzo 2013

Sono metereopatico.




Partiamo da un presupposto.
Anzi… due.
Insomma, fatemi prima dire due o tre cose giusto per inquadrare l’argomento, il personaggio, l'ambientazione.
Odio la pioggia. Odio - la - pioggia. Odio la pioggia quando devo usare l’ombrello. Se non devo usare l’ombrello… boh insomma, non è che mi faccia proprio impazzire, ma neanche la disprezzo, la pioggia. Mi è quasi indifferente. In certe occasioni può pure fare un po’ ambiente. Mi metto un cappello, un cappuccio, delle scarpe pseudo da pioggia. E vado. Vado per la mia strada. Rigorosamente senza ombrello. Magari, alle volte, addirittura senza copricapo, chè fa più figo.
Ma quando devo andare in Studio, in Tribunale, insomma in giro per lavoro, purtroppo non posso andare in giro “scolo”, ed allora eccolo lì: l’ombrello appare l’unica soluzione possibile. 
Credetemi, ne ho provate altre. Tante, ve lo assicuro. Ho comprato dei meravigliosi copriscarpe di gomma, in modo da rendere “da pioggia” qualsiasi paio di scarpe. Ho comprato una specie di “muta” da indossare sopra qualsiasi abito. Purtroppo, però, tra una dimenticanza qui, una dimenticanza là, ed un “ ma poi sta roba dove me la metto?” non c’è mai una volta in cui il mio completo da foresta pluviale sia disponibile e possa, trionfalmente, fare da supplente al mitico SUSINO senza farlo rimpiangere.
E non dite che non capite cosa sia il SUSINO. Tanto lo so che ce l’avete pure voi. E’ l’ombrello del marocchino giù all’angolo. Quindi ce l’avete anche voi. Non si discute.
A questo quadro già poco sereno, metteteci pure che la mattina, quando mi alzo e guardo fuori, se malauguratamente vedo che piove, tutto si complica. Sarà l’ansia da ombrello. Ma già la giornata inizia decisamente storta. Quando poi, sbrigate le commissioni della prima mattina (caffè-bagno-mivesto) ricontrollo fuori ed ho la conferma che ancora, imperterrito, piove... ecco, mi girano proprio i coglioni. Sono metereopatico.
Mettete ancora, poi, che vivo in una città dal clima invidiabile. Sole, aria spesso spazzata da una fresca brezza, mai troppo caldo, mai troppo freddo. Un clima meraviglioso. Tranne quando piove. Perché quando piove, a Genova, sono cazzi. Cazzi amari.
Quando piove, a Genova, c’è un vento che porta via. 99%. Quindi tu sei lì vestito di tutto punto. In una mano la 24 ore. Nell’altra il SUSINO. Che pesa circa 7 kg. (Si insomma… costa 5 euro, è pseudo-elegante, tiene più o meno bene la pioggia, è sufficientemente grande… insomma, la fregatura doveva esserci: probabilmente ha l’anima in ghisa). Capite bene che in queste condizioni, una banale folata di tramontana può essere fatale. Basta quel minimo errore di qualche grado di inclinazione che tutto può andare a scatafascio in pochi secondi. Un attimo di distrazione e fate la fine di Mary Poppins.
Ecco. Dicevamo. Piove, l’ombrello ballerino, l’umore già nero, il vento.
Ma in tutto questo c’è una cosa, un’invenzione, un oggetto che mi fa raggiungere picchi di nervosismo ed incazzatura che in confronto… boh il confronto non lo so, mettetecelo voi.
Avete presente quelle cazzo di tende parasole a cupola che sono sopra alle vetrine dei negozi?!? Tipo…. queste?!?!?

Avete presente che, tradizionalmente, queste tende PARASOLE vengono usate dai nostri beneamati commercianti come tende PARAPIOGGIA? Non ha senso, lo so. Avete presente che queste tende “insistono” su tratti di marciapiede stretti, al di sotto dei quelli scorrono fiumi in piena?? Voi siete lì, che state camminando frettolosamente per raggiungere il meno fradici possibile la meta, con la 24 ore nella mano sinistra ed il SUSINO nella mano destra, già traballante a causa della tramontana. Vi apprestate a passare sul marciapiede facendo la massima attenzione a non mettere il piede giù dallo stesso per non essere travolti dal Rio delle Amazzoni in piena e….. TAC.
E' un attimo, ma è fatale. E' la punta del SUSINO che, fottendosene di tutta la vostra fatica e di tutto il nervosismo già precedentemente accumulato, va ad incocciare nella stramaledettissima tenda parasole del commerciante più stronzo della zona. E poi in quella dopo, e nella successiva. Fino quasi ad incastrarsi, in modo tale da creare, in un brevissimo attimo, la situazione più sgradevole che una giornata di pioggia possa fornire. L’ombrello rimane indietro, facendo sì che il malcapitato proprietario cammini per un brevissimo tratto senza riparo. Ma bagnandosi clamorosamente. Senza contare che tutto ciò fa perdere il passo, sempre e comunque ultrafrettoloso di un giovane lavoratore. Ma il peggio deve ancora venire. Perché nel raddrizzarlo, l’ombrello SUSINO, con un movimento del tutto indipendente dalla volontà del braccio portante, scaricherà tutta l’acqua accumulata nel tratto punto di partenza – puntodiimpattoconlatendedelnegoziantemaledetto sulla testa, o sulle spalle, dell’incolpevole e malcapitato soggetto.
Se c’è qualcosa di peggiore, ditemelo. Perchè, per me, il peggio che possa capitare è proprio questo.
Ecco. questo è quanto. L'ho pensato tante volte, ora che ho un blog a disposizione l'ho voluto condividere. Scusate lo sfogo. Torno nel mio silenzio, a cercare di far asciugare i pantaloni.
Alla prossima, si spera senza ombrello.

LoZio. 


 

2 commenti:

  1. eh già, quando piove e c'è vento è davvero odioso! proprio come i giorni scorsi, vento da portarti via e per 4 metri che fai ti ritrovi scolo !!

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  2. condivido. ma la cosa forse ancora peggiore che mi viene in mente è quando sei in vacanza e piove. o meglio quando stai sciando e piove. perchè inizi la pista che nevica e va bè, non vedi niente ma almeno è neve. poi neanche a metà pista capisci che non è più neve ma pioggia. e in un attimo la neve sulla quale stai sciando diventa cemento di pronta, gli sci vanno per i fatti loro, i vestiti diventano zuppi e non vedi l'ora che la pista finisca. e capisci di aver buttato 38 euro di skipass. e ripensi che neanche 2 settimane prima battevi i denti con -10 al sole, nonostante gli 8 strati di pile. non è giusto, rivoglio le mezze stagioni. o almeno un po' di sole.

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