sabato 12 gennaio 2013

Mi consenta una domanda.



Quel giorno ero seduto su di una comoda poltrona a teatro, intendo ad ascoltare quanto uno dei miei scrittori preferiti - politicamente impegnato - aveva da dire sia riguardo al suo ultimo libro sia, soprattutto, al panorama politico del tempo.
Era il 10 febbraio 2011, la crisi stava facendo capolino ma era ancora un’entità poco conosciuta e, qualche mese dopo, addirittura disconosciuta.
Le sue parole scivolavano via leggere come le lettere scritte nei suoi romanzi, fluide, ritmate, quasi ammalianti (inciso, nutro dubbi su di un testo in particolare ma questa è un’altra storia, giusto per dirvi che nessuno – tranne me – è perfetto).
Poi ecco che anche lui - purtroppo - nomina quel cognome, ridondante da ormai una ventina d’anni.
Inizia così a formarsi nella mia testa un pensiero, un dubbio, tramutato in quesito che, ahimé, già sapevo non avrei posto.
Risuonava più o meno così.

Buonasera,
volevo chiederLe se è certo che continuando una campagna simile il Suo partito otterrà il risultato auspicato?
Mi spiego.
Il leit motif che nell’ultimo periodo sta prendendo piede è, ormai, il tanto osannato rinnovamento della classe politica; la ricerca della centralità delle idee, senza perder fiato verso le persone o verso diverse qualificazioni politiche.
Non è, quindi, proprio dalle idee, dalle proposte, dal concreto, che un leader di uno schieramento politico dovrebbe aprire e concentrare le sue campagne, le sue interviste ed i suoi comizi?
Perché vede, se così fosse, e mi confermasse, non riesco proprio a capire perché continuare anche solo semplicemente a citare quel personaggio come il più grosso spauracchio che il futuro potrebbe regalarci.
Così facendo si svilisce l’idea, la proposta, il nuovo. Non crede?
Premetto che non sono un militante e, forse, proprio per questa mia colpa “perdo” molto dell’anima del partito, ma leggendo quei pochi giornali e guardando quei pochi telegiornali mi chiedo perché le interviste (orali e scritte, a mò di esame) muovano sempre dallo stesso cappello introduttivo: noi vogliamo mandare a casa Berlusconi!
Oh, inavvertitamente, l’ho citato, contraddicendomi.
Ma tornando a noi, qual è il vostro reale programma, il vostro progetto per un’Italia migliore?
E non mi venga a dire che è accessibile a tutti, che è scritto su qualche sito internet e facilmente scaricabile; gente ignorante come me che fatica a leggere quattro colonne di un quotidiano pensa seriamente che si metterà a leggere programmi di 60, 100 pagine? Magari con tecnicismi ed anglofonie. Ma lo sa che il maggior incubo delle persone è la scuola? Pensa davvero che a 40, 50, 80 anni la gente abbia voglia di rimettersi a "studiare"?
Egregio Senatore, scusandomi per la lunghezza e la banalità degli argomenti, stringendo come fin dall'inizio avrei dovuto: crede veramente che continuando a parlare di quanto è brutto e cattivo Berlusconi si faccia veramente il bene del partito e dell’Italia?
Oh, l'ho di nuovo citato, non riesce proprio a non sfuggirmi dalle labbra”.

Ecco, la domanda in fondo era piuttosto semplice, certamente non originale e poteva essere stra-sintetizzata, ma mi offre lo spunto per un raffronto.
Come dicevo, eravamo nel 2011.
Contestualizzando credo che le cose, in fondo, non siano per niente cambiate.
C’è sempre chi continua a parlare di comunisti, toghe rosse, persecuzioni e puttane; c’è per contro chi parla sempre e solo di Berlusconi.
Il "nuovo" è chi se la ride di tutto questo e cerca di infilarsi nel mezzo dicendo come è brutta la politica e come son belli i vaffanculisti; sono nuovamente incrementati partiti, rectius movimenti (sia mai che si offendano) ai quali renderemo grazie per l’instabilità di governo.
C’è ancora e sempre la crisi.

Servizio pubblico dell'altro ieri è stato l’emblema di questo: un paese per anni bloccato da un giullare circondato da un pubblico di avversari assolutamente inidoneo a spiegare alla gente l’effettivo significato delle sue battute.

2 commenti:

  1. E se avessero paura di governare? Se fosse più semplice fare la ramanzina senza cimentarsi in null'altro che non sia un 'così non si fa'? Si sperava l'avessero capito. Sembrava l'avessero fatto. E invece no. È più forte di loro, evidentemente.

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  2. Ma soprattutto Michele ha fatto 9 milioni di ascolti...

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