La nuova guida di Christian Roccati
Intervista by Dott_A
Formato 13x21_208 pagine_Edizioni del Capricorno |
Un libercolo di 208 pagine per raccontarci itinerari per tutti i gusti. Dalle grandi salite classiche a quelle poco conosciute o di recente realizzazione; percorsi con diversi gradi di difficoltà, adatti anche a chi per la prima volta si cimenta con i sentieri attrezzati. Dalle Alpi del mare in Liguria, tra la val d’Aveto e il promontorio di Portofino, ai percorsi al cospetto dei maestosi giganti di pietra e ghiaccio valdostani, passando per gli impressionanti orridi piemontesi.
Il volume contiene anche un vero e proprio «manuale del ferratista» con la storia dei percorsi attrezzati, le indicazioni sulla preparazione necessaria per affrontare al meglio gli itinerari presentati e nozioni su attrezzatura e vestiario adatti a questa disciplina. E in più, dettagliate cartine che illustrano il percorso e schede tecniche con tutte le informazioni utili al lettore.
Dott_A: Buonasera Roccati e ben tornato su In-coscienza! Ci racconti un po' che cosa significa andare per ferrate. E' una cosa da duri o una disciplina alla portata di tutti?
C.R.: Buongiorno a voi, è sempre un piacere e non è circostanza! Venendo alla domanda...né l'una, né l'altra al momento, ma con le dovute accortezze, potrebbe diventare davvero una disciplina per tutti. Più di mezzo secolo fa i percorsi attrezzati, figli di storici natali, erano sentieri di avvicinamento per alpinisti a ovest e raccordi agevolati per soldati a est. Nella scorsa decade le ferrate vennero ingiustamente relegate a terreno per escursionisti attrezzati. Oggi il ferratista è un appassionato outdoor dotato di preparazione ed equipaggiamento tecnico a norma.
Si può quindi affermare che andar per ferrate, adesso, possa essere una disciplina a misura d'uomo, di qualsiasi appassionato, a patto che egli sia consapevole e addestrato.
Dott_A: Parliamo un po' di sicurezza. Quest'estate sulle ferrate di tutta Italia si sono registrati diversi incidenti mortali e numerosi interventi dei volontari del Soccorso Alpino e delle forze dell'ordine. La maggior parte di questi incidenti, bisogna dirlo, sembrano dovuti all'incompetenza o alla "leggerezza" di chi affronta i percorsi, spesso non equipaggiato. Dove sta il problema? Siamo noi italiani ad essere superficiali e disattenti oppure non si è fatta ancora sufficiente informazione in questo ambito?
CR: È esattamente ciò di cui parlavo. Le persone in
genere non concepiscono la differenza tra rischio e pericolo: il primo è la
percentuale d'incorrere nel secondo. Le ferrate sono percorsi agevolati a basso
rischio, in quanto è molto difficile cadere, ma in caso di incidente esse hanno
un pericolo potenziale molto alto. Cadere da una parete, ferrata o meno, non
cambia! Il ferratista si espone ad alti fattori di caduta per ragioni tecniche
che non sto ora qui a spiegare. Per questi motivi un addestramento specifico e il
dovuto rispetto, trasformano percorsi potenzialmente pericolosi in itinerari
davvero sicuri e alla portata di tutti. È semplicemente una questione
culturale. ...Quest'ultima frase del resto si può applicare a
moltissimi ambiti in Italia.
Dott_A: Parliamo ora di equipaggiamento, qual è l'attrezzatura minima che occorre per affrontare una ferrata? E' una mera evoluzione dell'escursionismo, e quindi bastano un paio di scarponi ed una giacca a vento, oppure c'è di più?
CR: Un ferratista dev'esser dotato di imbrago consono,
casco e kit da ferrata, ovviamente certificati a norma. Guanti, scarponi,
vestiario, devono seguire le moderne evoluzioni e la stessa regola deve esser
seguita per i suppellettili di emergenza, dal primo soccorso ai teli
alluminati. Chi si approccia deve non solo conoscere questi DPI (Dispositivo di
Protezione Individuale), ma anche saperli usare. Non posso salire in macchina senza saper
nulla e tentare un viaggio di fortuna giusto? Perché allora dovrei poterlo fare
in parete?
Quanto alle ferrate come evoluzione
dell'escursionismo: no, non è così, la storia ce lo insegna, sia quella delle
ferrate, partite con una delle prime ascensioni alpinistiche in Francia, (1492
Antoine de Ville, mont Aiguille), sia quella dei citati incidenti...
Dott_A: Abbiamo parlato di sicurezza e di equipaggiamento, ora non resta che comprare il suo libro e partire, ma prima di mettersi in macchina ci dica due cose:
- qual'è il suo itinerario preferito tra quelli presentati nella guida? - il lettore che prima di partire avesse qualche dubbio dove può contattarla?
CR: Reputo che un ferratista dovrebbe acquistare un
libro solo dopo il dovuto addestramento e poi godersi le meraviglie che questa
nostra magnifica Italia ci dona, attraverso la guida. Dato che spesso non è così, nei miei libri
dedico sempre una copiosa porzione iniziale alla manualistica. Anche in LE PIU'
BELLE FERRATE DELLE MONTAGNE DEL NORD OVEST ho dato un ampio spazio a un
manuale che tratti tutti gli argomenti prima citati. Non posso sostituirmi con
le parole all'addestramento che un ferratista dovrebbe possedere, ma provo in
qualche modo a stimolare le coscienze.
Nella guida ci sono molti percorsi, è davvero
difficile dire il più bello...hanno peculiarità, quote, caratteristiche
tecniche e ambientali, completamente diverse. Ci sono giri lunghi, corti, con
poco o tanto sviluppo, più o meno rocciosi, più o meno cablati. Credo che il
lettore potrà dare la vera sentenza, del resto è lui il protagonista del libro.
Quanto al contattarmi...chiunque può scrivermi in
qualsiasi momento, rispondo ogni notte: www.christian-roccati.com mi sembra il minimo
che qualsiasi autore di qualsiasi tipologia di libro dovrebbe fare.
Grazie Christian Roccati e buone ferrate a tutti!
Ho fatto qualche ferrata anche io e mi piacciono tantissimo. La mia dolce meta' vivrebbe arrampicato alla montagna e un po' per la novità' un po' per seguirlo, è qualche estate che andiamo a farle. Naturalmente percorsi semplici, ma confermo una cosa, come detto dall'intervistato: si deve essere consapevoli di quello che si va a fare e allenati. In genere mi faccio circa 6 mesi di palestra per allenare gambe, braccia e fare fiato. Perché' li ce ne vuole parecchio. Ma lo consiglierei a tutti, almeno 1 volta nella vita!
RispondiEliminaPremesso che il sottoscritto (come sempre) non ci guadagna una lira, penso che questa guida sarebbe un ottimo regalo per la tua metà ;-)
EliminaLa dolce metà ha già una libreria piena di manuali e guide su dove arrampicare. Fosse per lui dovrei stare sempre in montagna. E istruttore di arrampicata ma ancora non mi ha convertito alla roccia, perché amo il mare. Però me lo segno, grazie del suggerimento!!!! Sogni d'oro!!!!
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