Cari lettori,
da qualche tempo volevo condividere con voi una delle mie poesie preferite e finalmente eccola qui.
L'autore è Bertolt Brecht e la poesia, che alcuni attribuiscono anche al Pastore Martin Niemöller, è stata scritta a Berlino nel 1932.
Personalmente mi ha sempre sorpreso la lungimiranza che impregna le semplici e chiare parole di Brecht, soprattutto se si pensa che a quel tempo Hitler non era ancora cancelliere (lo sarà poi nel 1933) ed il regime non aveva ancora mostrato all'Europa la propria vera natura.
Penso, inoltre, che questa poesia non contenesse solo un messaggio adatto alla politica di quegli anni, ma che possa essere sempre attuale perché ci ricorda una cosa molto importante che spesso si tende a dimenticare, cioè di non stare mai zitti per semplice "amor del quieto vivere", ma di alzare sempre la voce e di farci sentire quando vediamo qualcosa che non ci piace, anche e soprattutto se non ci riguarda direttamente.
Buona lettura,
Dott. A.
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.
Questo post NON può non avere commetti"brontolio"!
RispondiEliminaLa poesia è davvero molto...molto un sacco di cose (perchè l'aggettivo bella sarebbe troopo poc) e per l'appunto mi viene sempre in mente quando l'amore per il quieto vivere mi zittisce! l'avrò capita male?
Davide
Hai capito benissimo...
EliminaQuoto tutto quello che è stato scritto dal buon Davide.
RispondiElimina